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Mentre nel Bel Paese la riforma sulle pensioni é un parto gemellare le cui doglie sembrano essere iniziate sin dal concepimento e gli esodati sono destinati a mandare giù l’ennesimo boccone amaro, stando alle affermazioni provocatorie di Giuliano Ferrara, in Gran Bretagna è stata approvata ad Aprile una delle più discusse riforme di Cameron: al concepimento dei 55 anni, ciascun lavoratore potrà decidere di ritirare tutti i contributi previdenziali versati.

Sebbene si perda il diritto all’assegno pensionistico, il lavoratore in questione potrà godere di un regime fiscale agevolato, in quanto un quarto dell’ammontare sarà tax free, mentre i restanti tre quarti sottoposti a regime di tassazione ordinaria.

L’obiettivo della riforma del governo Cameron si traduce nell’aspettativa di stimolare gli ultra 55enni ai consumi, per garantire la crescita del Paese una volta incassato il denaro. Un’aspettativa, questa, che sembra però prestarsi ad imminente delusione.

In Gran Bretagna la campagna contro l’imponente ondata migratoria è iniziata prima delle elezioni, seguendo canali differenti durante e successivamente il rinnovo del mandato, a seconda delle circostanze e dell’onda che apparisse quella più opportuna da cavalcare. Ciò che si contesta a coloro che pregano al passo di Calais di poter raggiungere l’oltremanica sani e salvi, a chi sbarca sulle coste greche in attesa di approdare su quella che per tutti è oramai per definizione la terra promessa, o ai più fortunati che possono godere di una low cost invece che viaggiare in un gommone, è di pesare gravemente sul welfare britannico.

Eppure c’è qualcosa che potrebbe accomunare questi ospiti sgraditi ed i loro ospitanti: entrambe affetti dalla sindrome migrazione.

I primi, stando ad una ricerca effettuata dall’Università degli studi di Milano in collaborazione con l’University College di Londra, si sposterebbero verso il territorio britannico per motivi di impiego, vantando rispetto ai nativi tassi di partecipazione al lavoro più alti, versando tasse pari a 25 miliardi di sterline, di cui 15 appartenenti ai migranti comunitari; gli ultimi, invece, per godersi la pensione, lí dove batte il sole, dando man forte agli oppositori della recente riforma sulle pensioni che temono che i baby pensionati ritirino i soldi e vadano a goderseli in Paesi dove il costo della vita è più basso.

L’Italia, ma particolarmente Spagna e Francia, sembrano essere le mete più ambite, cosí come i Paesi del Sud-est asiatico. Secondo i dati del 2015 dell’Istituto di Statistica spagnolo riportati da Il Sole 24 Ore, sono oltre 55.877mila gli inglesi trasferitisi nella provincia di Malaga. Nel 2013 se ne contano 76.932 mila sugli 8 milioni di abitanti in Andalusia, al punto che si è diffuso il termine Guiri che indica in particolare i residenti provenienti dal Nord Europa.

Citando un articolo apparso sull’Economist, ripreso dalla rivista Eeastonline e riferito ad uno studio effettuato dalla University College di Londra, restrizioni sul sistema di assistenza sanitaria e sociale per i cittadini dell’Unione Europea potrebbero avere effetti più consistenti sui numerosi anziani inglesi residenti in Spagna che sui giovani che invadono il Regno Unito.

Per gli inglesi il sistema sanitario spagnolo risulta meno costoso, in quanto finanziato dallo Stato, e nel 2012 il costo dei migranti Ue sulla sanità spagnola ha visto un ammontare pari ad un miliardo di euro. Ma anche la Francia ha cercato nuove misure per limitare l’accesso dei pensionati inglesi al proprio sistema di welfare.

Sebbene la riforma approvata da Cameron sembri aver trovato un esaustivo compromesso sulla questione della pensione anticipata, dall’altro canto vede tradita la sua aspettativa che i baby pensionati possano scegliere senza esitazione alcuna di rimanere in Regno Unito per spendere i soldi recuperati, frutto del sudore di un’intera vita, che sceglieranno di proseguire altrove, forse.

Pur dovendo segnalare l’evidente discrepanza tra le identità prese in esame, appare però chiaro che la sindrome-migrazione non risparmi nemmeno gli istitutori del tea delle cinque.

È degli esseri umani, forse, l’attitudine di spostarsi alla ricerca di luoghi dove poter vivere meglio, o almeno tentare. Perché lo siamo tutti, senza alcun dubbio.
Per questo, abbassate i fucili.

Antonia Di Lorenzo

Scrive di Londra anche qui, sul suo blog personale ed in inglese sulla piattaforma Readwave.

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