Le chiazze di sangue vengono spazzate via con secchiate d’acqua e colpi di scopa. Un dipendente del karaoke “Milan by night” di via Signorelli 2, cuore della Chinatown milanese (nella foto), lustra il marciapiede come fosse il pavimento di casa: non si vede quasi più niente. Gli abitanti dei palazzi intorno rientrano dai balconi. Ieri notte la strada era illuminata dai lampeggianti delle gazzelle e delle ambulanze, ora rimane poco da curiosare. Anche i carabinieri della Sezione Rilievi se ne sono andati da una manciata di minuti. Hanno finito di raccogliere le ultime tracce della sparatoria andata in scena venerdì notte davanti a questo locale cinese a due passi da via Sarpi. Un morto ammazzato e un ferito grave. Sono le uniche certezze di quello che è accaduto. Rimane da chiarire la dinamica, il numero di persone coinvolte e il movente. I tre tasselli che potrebbero completare il mosaico di un possibile regolamento di conti tra gang orientali.

Inizia tutto verso mezzanotte e mezzo. Dentro il locale si festeggia il compleanno di Hu Xipu, la vittima: 36 anni, cinese, piccoli precedenti alle spalle per rissa e irregolarità nella gestione di locali pubblici. Hu e altri invitati escono dal karaoke. Cominciano a discutere con un gruppo che li aspetta fuori. La lite si fa sempre più incandescente. Fino a quando – raccontano alcuni testimoni – saltano fuori dei coltelli. Poi una pistola. I proiettili vengono sparati a bruciapelo. H Xipu viene colpito all’addome, frontalmente. Anche un amico, W. F, 37 anni, precedenti più importanti alle spalle e personaggio considerato di più alto spessore criminale, viene ferito all’addome. Un colpo ciascuno. Entrambi rimangono a terra. Chi ha sparato svanisce nel nulla. Chi era con lui lo segue. Hu viene portato all’ospedale San Carlo. Morirà sotto i ferri poco dopo le sei di sabato mattina, senza che i medici riescano a estrarre l’ogiva dal suo corpo. Mentre l’amico è ricoverato in condizioni gravi all’ospedale Niguarda.

In via Signorelli, i carabinieri del Nucleo Investigativo di via Moscova – guidati dal colonnello Alessio Carparelli e coordinati dal pm Cristian Barilli – trovano tre colpi inesplosi e due bossoli calibro .7 e 65, probabilmente partiti da un’unica pistola. Sparati – ragionano gli investigatori – in un momento storico particolare per la malavita cinese che controlla i business delle estorsioni, della prostituzione e della droga nella Chinatown ai piedi della Madonnina. Particolare perché negli ultimi anni, molti degli arrestati nell’operazione “China Blue” – che nel febbraio 2012 smantellò le bande orientali bresciane, torinesi e milanesi che si contendevano il controllo del territorio – sono tornati in libertà. Qualcuno potrebbe aver voluto riequilibrare i rapporti tra le gang. O riempire un vuoto di potere lasciato incustodito.

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