La distanza tra il Pd e l’elettorato è sempre più marcata. Il ministro Stefano Fassina ieri è stato in Calabria, a Vibo Valentia, per un incontro in vista del congresso con il partito locale. La distanza dai palazzi romani si fa sentire, e alcuni interventi accusano il Pd di essere lontano, dai militanti ma anche dalla realtà, incapace di comunicare con la base. Fassina ascolta, prende appunti. Ma quando tocca a lui parlare, il rappresentante del governo difende la scelta di aver consentito al Pdl l’interruzione delle attività parlamentari per consentire al partito di Berlusconi di riunirsi per discutere del processo Mediaset: “È sempre avvenuto quando i parlamentari chiedono un’assemblea”. E sugli insulti volati nei giorni scorsi tra i democratici minimizza: “Il Pd è in una fase congressuale. Non strumentalizziamo delle battute fatte in corridoi”. Il tour di Fassina si è concluso con un incontro con i lavoratori della Italcementi di Vibo Marina, che hanno chiesto l’intervento del viceministro per scongiurare i licenziamenti imposti dalla società di Pesenti. E anche qui i fatti hanno segnato la distanza tra partiti e gente comune: “State a pensare a Berlusconi, e noi qui a chiedere il lavoro”, accusano i lavoratori, da settimane sul tetto di un silo del cementificio. Se poi dobbiamo fare i mafiosi li facciamo. I nostri figli devono mangiare, se perdiamo il lavoro andremo a rubare e diventeremo criminali”  di Lucio Musolino

Articolo Precedente

Rigattieri 2.0. Se la risposta alla disoccupazione parte da uno scantinato

next
Articolo Successivo

Lavoro, Giovannini: “Sì a più flessibilità. Problema è formazione all’impiego”

next