Magistrati della procura di Siena e militari della Guardia di Finanza sono da questa mattina nella sede della Banca d’Italia, a Roma, per attività legate all’inchiesta sul Monte dei Paschi di SienaBankitalia è estranea al filone investigativo seguito in questa fase dai magistrati senesi. A dirigenti dell’istituto centrale verrebbero notificati provvedimenti adottati dai magistrati toscani a carico di terzi. Un’operazione “tecnica“, in piena collaborazione con i vertici di Palazzo Koch, fanno sapere fonti interne. Secondo quanto si apprende da fonti, la Banca d’Italia sta collaborando con la procura di Siena. L’ausilio di Palazzo Koch è stato chiesto per ottenere il sequestro nei confronti di un istituto straniero, Nomura, come previsto dalle norme internazionali.

Intanto, sempre nell’ambito dell’inchiesta su Mps,  la Finanza sta eseguendo  a Siena, Roma, Milano, Bologna e Catanzaro un sequestro  preventivo emesso di urgenza di 1,8 miliardi di euro nei confronti di Banca Nomura su ordine della Procura di Siena. Di questi, 88 milioni sono costituiti da commissioni occulte percepite da Nomura, e 1,7 miliardi di euro depositati da Mps in favore di Nomura a titolo di garanzia sul finanziamento ricevuto da quest’ultima. Circa 14,5 milioni di euro, poi, sono stati sequestrati anche a Mussari, Vigni e Baldassarri. Gli avvocati di Giuseppe Mussari, Tullio Padovani e Fabio Pisillo, hanno fatto sapere che il sequestro nei confronti dell’ex presidente Mps, ha riguardato “esclusivamente gli emolumenti di carica lordi da lui percepiti dal 2009 al 2012“. I due legali hanno precisato che il sequestro “ha colpito somme da sempre rimaste depositate presso Mps” e che l’unico “vantaggio” tratto da Mussari secondo i reati contestatigli è stato “individuato dalla Procura esclusivamente” in questi emolumenti. Sugli altri aspetti, invece, i due “preferiscono non fare commenti”.

In una nota della procura di Siena si spiega che il sequestro, in cui sono stati bloccati anche tutti i contratti in essere tra Bmps e Nomura relativi alla cosiddetta operazione Alessandria, è stato disposto a fini impeditivi e a fini di confisca per equivalente in relazione al reato di usura aggravata e truffa aggravata, commessa ai danni del Monte dei Paschi di Siena. Con il finanziamento di Nomura il Monte dei Paschi acquistò Btp italiani per un importo di 3,5 miliardi di euro. 

Il presidente di Banca Nomura, Sadeq Sayeed, è indagato insieme al dirigente della stessa banca giapponese Raffaele Ricci, per ostacolo aggravato all’esercizio dell’autorità di vigilanza, infedeltà patrimoniale aggravata e false comunicazioni sociali in concorso con Mussari, Vigni e Baldassarri nell’ambito dell’inchiesta su Mps. L’istituto di credito giapponese Nomura International non è però indagata. Secondo quanto si apprende, i reati contestati al presidente pro tempore Sadeq Sayeed e al dirigente italiano Raffaele Ricci, non sono contestabili alla banca sulla base della legge 231. L’istituto  ha fatto però sapere che “nessun asset di Nomura è stato sequestrato” e che la banca “è consapevole delle dichiarazioni rilasciate dai magistrati – continua la nota – riguardo il potenziale sequestro di collaterale”.

Il titolo Mps, dopo  un avvio non particolarmente brillante, ora è salito a +3,51 per cento. Il titolo di Rocca Salimbeni ha iniziato a guadagnare terreno con gli ultimi sviluppi dell’inchiesta della Procura di Siena. 

Dopo aver concluso l’attività nella sede di Bankitalia a Roma il pm di Siena Aldo Natalini, che con i colleghi Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso è titolare dell’inchiesta su Mps, ha proseguito per una visita a San Marino. Secondo quando si apprende proprio San Marino sarebbe uno dei paesi per i quali la Procura di Siena aveva chiesto una rogatoria internazionale nell’ambito dell’inchiesta sul Monte dei Paschi.

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