Busto Arsizio rifiuta l’etichetta di città razzista. Mentre la polizia continua nel lavoro di identificazione del gruppo di tifosi che il 3 gennaio scorso ha bersagliato i giocatori di colore del Milan con cori xenofobi, la città della Pro Patria si schiera in gran parte con i suoi tifosi, bollando come “eccessiva” la reazione del giocatore rossonero Kevin Prince Boateng. Dopo il suo gesto di stizza nei confronti della parte di pubblico che lo insultava, la partita amichevole tra la Pro Patria e il Milan era stata infatti sospesa. Ma secondo i bustocchi non doveva andare così. Nel migliore dei casi dicono che avrebbe dovuto agire diversamente, ma c’è anche chi sostiene che il razzismo non centri nulla, spiegando che i cori dell’altro giorno “sono normali goliardate da stadio” e che “si parla troppo spesso di razzismo”. Fortunatamente c’è anche chi riconosce la stupidità di certe frange della tifoseria: “però non bisogna associare il nome della Pro Patria solo ai razzisti”  di Alessandro Madron

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