Non importa solo cosa pensano le persone: è importante soprattutto come pensano.

Spesso durante una discussione, un dibattito o una conferenza, i relatori focalizzano la propria attenzione sui contenuti, e non tanto sul modo in cui il pubblico riesce a farli propri.

Questo fenomeno riveste una rilevanza strategica nel campo della divulgazione scientifica: concetti complessi devono poter essere spiegati con il necessario grado di complessità a seconda della competenza degli interlocutori. Questo non significa non entrare nel merito delle questioni, ma utilizzare dei modi di fare comunicazione che si adattino al pubblico.

Assai spesso, infatti, siamo convinti che più argomenti utilizziamo per avvalorare la nostra tesi, più il pubblico sarà sensibile a quanto sosteniamo: niente di più sbagliato, soprattutto se la tesi in questione è in contrapposizione con le cosiddette “credenze comuni o miti” che nascondono alla loro base delle “deficienze” dal punto di vista scientifico.

Confutare un’informazione errata implica il coinvolgimento di processi cognitivi complessi: la possibilità di ottenere un effetto contrario è molto elevata, in quanto la nostra mente ha dei meccanismi di rimozione automatici che si attivano a seconda di quali nostre convinzioni vengono messe in discussione.

Questi e altri trucchi, sono analizzati all’interno del “Il manuale della demistificazione – come sfatare i miti della disinformazione”,  la versione italiana del “Debunking Handbook” di John Cook e Stephan Lewandowsky (scaricabile qui, mentre la versione originale è scaricabile qui). Il breve manualetto (sette pagine) contiene trucchi e consigli per la divulgazione scientifica applicati alla tema dei cambiamenti climatici.

Contenuti utili e quanto più attuali in quanto pubblicati proprio mentre l’ennesimo evento estremo, l’uragano Sandy, si sta abbattendo sulla costa atlantica degli Stati Uniti. La frequenza con cui fenomeni come Sandy e Irene (uragano definito eccezionale e unico, non più di un anno fa) si stanno verificando è in aumento e strettamente connessa con il cambiamento climatico in atto. 

Articolo Precedente

Caserta come Chernobyl e Fukushima: è morta Biancaneve

next
Articolo Successivo

35mila firme. E ora indagate

next