Umberto Bossi parla ad Arese, commenta il caso che ha terremotato la Lega e accusa: “Il caos non è venuto da solo, com’è possibile che adesso dicono che l’amministratore della Lega è legato all’ndrangheta? Non se ne sono accorti prima i servizi segreti?”. Dopodiché lancia un messaggio a Maroni: “La Lega voglio unirla e fare un accordo con lui”. Indirettamente l’ex ministro dell’Interno risponde: “Bossi per me è come un fratello maggiore”.

Il senatur, quindi affronta, il caso giudiziario e rilancia la tesi del complotto:  si riferisce all’ex tesoriere Francesco Belsito, accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato, appropriazione indebita e riciclaggio. Belsito era anche vice presidente di Fincantieri, ha ricordato il senatur, durante un comizio. “Se fosse stato legato alla mafia, i servizi segreti se ne sarebbero accorti”, ha ragionato, “se non fosse così, sarebbero licenziati”. “Maroni dice che i servizi non c’entrano – ha continuato – se non altro, non ci hanno avvisati”. I servizi non dipendono dal ministero dell’Interno che era guidato da Maroni, ha precisato, “ma da Palazzo Chigi, noi eravamo li’ tutti i giorni non ci hanno avvisato”.

E mentre Marono dice di non credere alla tesi del complotto, Bossi la rilancia : non è possibile che i servizi non sapessero, e dunque “Lo sapevano benissimo” e “hanno detto a Belsito se non vuoi che ti mettiamo in galera per 20 anni, fai scoppiare un grosso scandalo'”. Conclusione: “E così la Lega si è divisa, con la storia di Maroni, la magistratura”.

Come Maroni, anche il senatur rilancia la volontà di puntellare il partito. “Ieri ad Alessandria c’era una grande sala piena di gente, è stato commovente perché era la prima volta che uscivo, ero preoccupato”. E ancora: “Io non mollo, dobbiamo dare l’esempio che noi non molliamo, andiamo avanti”, ha, pero’, garantito. “Se qualcuno pensava che una botta di questo genere ci farà desistere da fare opposizione a questo governo”. Quindi conclude: “La Lega voglio unirla e fare accordo con Maroni”

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