Uno sciopero della fame collettivo per impedire lo smantellamento del sistema del budget di salute da parte dell’Asl di Caserta e difendere il diritto a una vita dignitosa dei disabili psichici. Lo stanno attuando a San Cipriano di Aversa, da più di una settimana, almeno duecento persone. Difendono un sistema che sinora ha permesso a decine di persone con problemi psichici, di non essere abbandonate nei centri riabilitativi, ma inserite in progetti lavorativi realizzati da cooperative sociali. Da 13 mesi queste cooperative non ricevono alcuna spettanza da parte dell’Asl. E sono tutte con l’acqua alla gola. Molte di esse, tra l’altro, gestiscono beni confiscati alla camorra. Un’attività che consente a molti disabili di lavorare sui terreni appartenuti a boss della criminalità organizzata e produrre melanzane, peperoni, marmellata, cioccolata ed altri beni di consumo.

A dare il via alla protesta è stato Giuseppe Pagano, “Peppe”, presidente della cooperativa sociale “Agropoli”, con sede a San Cipriano di Aversa, che ha fondato il ristorante “La nuova Cucina Organizzata”, dove lavorano diversi disabili con problemi psichici. Pagano da lunedì 17 ottobre ha cominciato lo sciopero della fame e della sete. Dopo tre giorni, su consiglio dei medici, ha dovuto cominciare a bere. Ma la sua lotta, invece di subire una battuta di arresto, ha conquistato molti altri consensi. Lo hanno affiancato decine di persone che a turno partecipano a questa protesta non violenta.

“Da dieci anni a questa parte abbiamo realizzato un sistema economico alternativo a quello della camorra”, racconta Pagano seduto su un divano in uno stabile confiscato alla camorra di via Ruffini, dove ha sede un gruppo di convivenza composto da una diecina di disabili. “Con questo sistema abbiamo contribuito ad un risparmio della spesa sanitaria, perché una persona impegnata nelle cooperative sociali costa all’Asl il 50 per cento in meno di quello che costa in una struttura residenziale. Ora tutto questo viene messo in discussione. All’Asl contano molto di più le lobby che hanno a cuore le strutture residenziali. Vogliono far ritornare a vivere queste persone come quando c’erano i manicomi. Molti se li ricorderanno: intere giornate senza fare niente, pieni di psicofarmaci e con una sigaretta perennemente accesa in mano”.

A sostegno della lotta di Peppe Pagano e delle cooperative sociali sono scesi in campo i parlamentari del Pd, Picierno, Bossa, Graziano, Armato. Il segretario Regionale del PD, Enzo Amendola. Il forum nazionale del terzo settore, l’associazione Libera, il comitato don Peppe Diana, Banca Etica, e numerosissime altre associazioni di volontariato, insieme alle duecento cooperative sociali già coinvolte nel budget di salute mentale. Tre consiglieri regionali della Campania, Tonino Amato (Pd) Gennaro Oliviero e Gennaro Mucciolo (PSE), si sono incatenati in Consiglio regionale e sono riusciti ad ottenere che la legge sui budget di salute venisse inserita nell’ordine del giorno del prossimo consiglio regionale previsto per giovedì 27 ottobre. E ora già in duecento, a turno, partecipano allo sciopero della fame insieme a Peppe Pagano e lo annunciano da un sito web. Ognuno sceglie il giorno e comunica gli orari e le modalità di partecipazione a questa forma di lotta. Vi sono adesioni da tutt’Italia.

“Vogliono farci chiudere – dice con una vena di amarezza Peppe Pagano – Stanno chiamando le famiglie per inserirle nelle cliniche e in centri riabilitativi. Io a questi ragazzi li ho presi per mano e ho detto che insieme potevamo farcela. Uno di essi, Raimondo, è diventato cittadino onorario di San Cipriano di Aversa. Era anche lui rinchiuso in un manicomio. Oggi è rispettato da tutti. Non posso immaginare di guardare negli occhi queste persone e dire: “Scusate, abbiamo scherzato, ora dovete tornare nei presìdi dove stavate”. Non glielo dirò mai. Vediamo chi si assume la responsabilità di rinchiudere i ragazzi e di chiudere i beni confiscati”.

di Raffaele Sardo

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