Si riparla di condono, e si sussurra che potrebbe riguardare anche l’edilizia.

Da un lato viene da pensare che quella vera e propria corte dei miracoli che ci governa “o ci è o ci fa”, in quanto in un’Italia che ha già il più rilevante fenomeno di abusivismo edilizio al mondo, è davvero sciagurato legittimare chi va coscientemente contro la legge. E per favore non mi si parli di abusivismo di necessità, perché sono adulto, non mi si raccontano più le fiabe.

Ma, passata l’arrabbiatura immediata, a ben pensarci, tutto in Italia “giustifica” i condoni edilizi. Prima di tutto l’incapacità, o meglio, la mancanza di volontà, di perseguire gli abusivisti. In Italia, nonostante l’abuso edilizio sia un reato punibile con l’arresto fino a due anni, gli abbattimenti di edifici sono notizie da prima pagina, come insegna il mostro del Fuenti o la lottizzazione abusiva di Punta Perotti. E’ ancora fresca nella mia memoria la marcia degli abusivisti con in testa il sindaco di Augusta (appartenente a quello che allora si chiamava Pci, almeno mi pare, tanti nomi ha cambiato poi…), a dimostrazione del gradimento trasversale di cui gode questo tipo di abuso. Per non parlare dello “stop alle demolizioni in Campania”, regione dove, secondo il Cresme, le costruzioni abusive sono la bellezza (si fa per dire) di 16 al giorno!!!

Forse sarà complice involontario un retaggio latino, quel terribile ius aedificandi, che annette automaticamente un diritto di costruire se si è proprietari di un pezzo di terreno. È tanto più vero questo se si pensa che il termine “concessione edilizia” che rimarcava il ruolo della mano pubblica nella procedura autorizzativa è stato sostituito da quello odierno di “permesso a costruire”, molto più morbido e meno penalizzante nei confronti del povero privato.

E poi, comunque, la legislazione in generale in questi ultimi anni ha visto una decisa accelerazione verso la semplificazione per chi vuole costruire. Dall’introduzione della Dia, evolutasi in Scia (per le opere edili minori), alla comunicazione inizio lavori per le opere interne all’abitazione, fino all’introduzione dell’abominio del silenzio-assenso per il permesso a costruire (90 giorni per i Comuni sotto i 100 mila abitanti, 150 per gli altri), rivoluzione questa passata nel più totale silenzio a maggio di quest’anno.

Insomma, in Italia da sempre chi costruisce è visto con un occhio di riguardo, e perciò non stupisce l’ipotesi di un ennesimo condono.

Forse poi non si farà, ma in un paese in cui l’abusivista gode già di una rilevante probabilità di farla franca, lo capiscono anche i bimbi che il solo ventilare un nuovo condono non può che favorire chi già è naturalmente votato a delinquere. Così, come se non bastasse chi depreda il territorio con tutte le carte in regola, ecco aggiungersi la rilevante fetta di coloro che lo saccheggiano in barba ad ogni regola.

E in effetti notizie dell’ultima ora dicono che forse non si farà: il condono potrebbe essere solo fiscale. Cioè, la corte dei miracoli inasprisce la lotta all’evasione anche a suon di spot pubblicitari e poi premia chi evade. Geniale!

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