Ma non ci sono soltanto le piccole e medie operazioni immobiliari che hanno ottenuto il semaforo verde. Il nemico più insidioso per il Parco Sud è quello che il consigliere comunale verde Enrico Fedrighini chiama «costruzione del degrado». E quello che Stefano Rossi – giornalista de «la Repubblica» che con le sue accuratissime inchieste ha sempre seguito le vicende del polmone verde di Milano – descrive così: «Le tappe del degrado sono quattro. Si parte da una azienda agricola funzionante e stabile grazie a contratti di lungo periodo: almeno vent’anni. La proprietà perciò accorcia i contratti degli affittuari, rendendo più onerosi gli investimenti (il rientro deve avvenire in tempi brevi) e più incerte le prospettive: l’agricoltura d’impresa si trasforma in agricoltura di sopravvivenza. Il terzo passaggio è l’abbandono: il contadino va in pensione o getta la spugna, la proprietà non riaffitta. E quindi il gran finale: sui terreni lasciati a se stessi si insinuano attività abusive. Arrivano gli sfasciacarrozze, proliferano le discariche».

Ma a che cosa serve? «Alla valorizzazione immobiliare dei terreni – sostiene Fedrighini – perché i proprietari non sono imprenditori del settore alimentare, ma di mestiere costruiscono palazzi.» E qui torniamo a Giuditta che cammina per i suoi campi e si strofina le mani, non per il freddo, ma per un brivido che le monta dentro mentre ascolta le novità da Palazzo Marino (la sede del Comune), con il Pgt che potrebbe assegnare un indice di edificabilità dello 0,20 ai terreni coltivati: «L’indice agricolo è dello 0,03. Con lo 0,20, sui nostri 40 ettari verrebbero 80.000 metri quadrati di case, hai voglia quante sono». Giuditta si guarda intorno e punta il dito appena oltre la strada: «Quella cascina è di Ligresti. Adesso è coltivata, poi chissà…».

«Con la sola Immobiliare Costruzioni – spiega Stefano Rossi – Salvatore Ligresti possiede ettari ed ettari di aree agricole inedificabili fra Cerba e dintorni. Cosa se ne fa? Li coltiva, certo. Però il Pgt assegna alle aree agricole un indice virtuale. La scommessa è che la proprietà lo riversi su altre aree (edificabili) e in cambio ceda gratuitamente l’area al Comune. È la cosiddetta “compensazione”. Ma

gli immobiliaristi sembrano voler puntare sul “degrado costruito”, grazie al quale porteranno a casa l’8,15 per cento di aree edificabili in più nelle zone del Parco Sud comprese nei piani di cintura urbana. Perfino la Provincia, che governa il parco, lo ritiene un sacrificio necessario per salvare il resto con gli oneri di urbanizzazione. Ma a questo punto, perché compensare? Conviene accettare l’indice di edificabilità e lasciar fare al degrado il suo lavoro. Poi si risanerà costruendo». […] (segue a pagina 6)

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Da “La Colata”
Milano: Ligresti alla conquista del Parco Sud

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