Nessuno ha reclamato il suo corpo. E così, come scrive il Corriere della Sera, il cadavere di Anis Amri, lo stragista di Berlino ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) lo scorso 23 dicembre, è ancora conservata in una cella frigorifera. Il terrorista, che sequestrò un tir e uccise 12 persone nel mercatino di Natale della capitale tedesca, era cittadino tunisino ma né il suo paese né la sua famiglia ha reclamato la salma per il rimpatrio. Per ora custode del cadavere è il Comune di Sesto San Giovanni che non intende pagare le spese. L’ipotesi è che lo Stato italiano si faccia carico delle spese per evitare che rimanga dov’è ancora per molto tempo.

Ieri un cittadino egiziano di 43 anni è stato espulso per motivi di pericolosità sociale. Lo straniero, già condannato per diversi reati comuni, era stato mandato via ma era rientrato dopo aver ottenuto illegalmente un visto dall’Ambasciata d’Italia in Egitto. L’uomo è risultato essere l’intestatario di un’utenza mobile emersa dall’analisi dei tabulati di traffico telefonico della numerazione utilizzata da Amri durante la sua permanenza nel nostro Paese, nel periodo successivo alla sua scarcerazione risalente al maggio 2015.

 

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