“Se vinco l’Europa sparirà. La fine è già cominciata. L’euro, come pure l’Unione Europea, sono come alla fine dell’Impero romano. Tra pochi anni non esisteranno più“. Geert Wilders, l’estremista di destra candidato alle elezioni olandesi che si terranno mercoledì prossimo, parla con Il Messaggero mentre si aggrava la crisi diplomatica tra l’Aja e la Turchia di Erdogan, che è tornato a minacciare l’Olanda avvertendo che “pagherà di certo il prezzo” per avere danneggiato i rapporti con Ankara. “L’Occidente ha mostrato il suo vero volto. Pensavo che il nazismo fosse morto, ma mi sbagliavo. Il nazismo è ancora diffuso in Occidente”, ha aggiunto il “Sultano”, per poi aggiungere che l’Olanda sta agendo come una “Repubblica delle banane“. Affermazioni a cui il premier olandese Mark Rutte ha risposto dicendo che se la Turchia non la smetterà con queste “dichiarazioni provocatorie” dovrà valutare ulteriori azioni e che l’idea che siano necessarie delle scuse è “bizzarra”. “Questo è un uomo che ieri ci ha presentato come fascisti e un Paese di nazisti”, ha detto Rutte riferendosi a Erdogan. “Io tenterò una de-escalation, ma non offrendo scuse”, ha detto a un talk show.

Ad accendere la miccia è stata la decisione del governo olandese di vietare a due ministri turchi (quello degli Esteri e la titolare della Famiglia e delle Politiche sociali) di tenere comizi in favore del Sì al referendum del 16 aprile sulla riforma costituzionale in senso presidenzialista: una scelta che ha fatto esultare Wilders, notoriamente xenofobo e anti Islam, secondo il quale questa crisi è “un primo passo” per tornare alla sovranità nazionale a lui cara. Ridotta, nella sua visione, dall’appartenenza alla Ue.

“L’Europa non è riformabile. E’ una unione politica… e questo non va bene, è inaccettabile“, sostiene nel colloquio con il quotidiano romano il leader del partito della Libertà (Pvv), che potrebbe diventare una delle prime forze politiche dell’Olanda. “L’Europa non serve per garantire la pace. A garantire la pace ci pensa la Nato“. A ancora: “Non abbiamo bisogno dell’Unione Europea, non ci porta la pace, non ci porta niente, ci toglie soltanto la nostra sovranità. E noi la nostra sovranità la vogliamo indietro”. Poi la profezia sulla fine vicina: “Non so quanto tempo ci vorrà perché crollino (euro e Ue, ndr), due anni, forse dieci, ma questo avverrà. L’Europa, come insieme di stati, è la mia casa, il mio continente, il posto dove vivo. Ma non l’Unione europea in quanto organizzazione politica e burocratica. Di questa ci possiamo e ci dobbiamo liberare“. Questo perché “dall’immigrazione all’economia, non voglio che altri decidano il nostro destino”.

Mentre Wilders le spara grosse, in Turchia monta la protesta contro il suo Paese. Nella notte di sabato uno sconosciuto è salito sul tetto del consolato dell’Olanda nel centro di Istanbul e ha sostituito la bandiera olandese con quella turca gridando ‘Allahu akbar‘, cioè ‘Allah è grande’. In un video linkato sulla pagina web del quotidiano Hürriyet si vede la bandiera della Turchia che sventola sull’edificio della delegazione olandese, mentre un uomo sul tetto grida appunto ‘Allah è grande’. Secondo quanto ha potuto verificare Efe, poco prima delle 13 ora locale, le 11 in Italia, la bandiera dell’Olanda era però tornata a sventolare sull’edificio. Secondo l’emittente Ntv, che cita fonti della presidenza turca, le autorità della delegazione olandese non hanno impedito che l’uomo salisse sul tetto e la bandiera turca è rimasta a ondeggiare sulla sede del consolato per circa 30 minuti. Il tutto è accaduto mentre la folla manifestava davanti al consolato per protestare contro il presunto cattivo trattamento dei propri rappresentanti ufficiali in Olanda.

Il ministro degli esteri Mevsut Cavusoglu, parlando nella città francese di Metz, ha detto che alla Turchia non basteranno le scuse dell’Olanda per normalizzare le relazioni e per il momento l’ambasciatore Cornelis van Rij non potrà rientrare ad Ankara. Ankara ha già chiesto scuse scritte. Ma “per cominciare, tutto questo comporterà una risposta – ha anticipato il ministro – Scusarsi non è sufficiente. Abbiamo iniziato a dare una risposta e abbiamo detto che l’ambasciatore non può venire nel paese. Intraprenderemo dei passi e poi l’Olanda si scuserà. Altrimenti continueremo con questi passi”. Cavusoglu ha aggiunto di aspettarsi critiche dall’Ue per questo incidente “fascista“.

A Rotterdam, nel frattempo, c’erano stati tafferugli fra polizia e manifestanti turchi vicino al consolato della Turchia. La polizia, che per disperdere i dimostranti ha usato cannoni ad acqua, riferisce in una nota che almeno 12 persone sono state fermate e un agente è rimasto ferito. Visibili danni materiali nelle strade vicino alla sede diplomatica. In piazza 1940, a pochi metri dal consolato, si vedono diverse parti del marciapiedi distrutte, vetri rotti e bidoni della spazzatura ribaltati. Nella notte, durante gli scontri, i dimostranti hanno lanciato pietre contro diverse finestre, provocando danni a un edificio dell’Esercito della salvezza, nonché a negozi e case. Il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, musulmano di origini marocchine, domenica mattina ha assicurato che si sente “vergognosamente ingannato” dal console turco perché gli aveva detto che “non prevedeva” alcun evento in città, ma successivamente ha chiamato i media olandesi affinché si recassero davanti al consolato a seguire la protesta.

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