Questa Europa è definitivamente arrivata al capolinea. Nel corso dell’ultimo anno la sua assoluta inutilità, anzi dannosità, è stata provata dalle vicende della Grecia e dei profughi. Le due vicende convergono nel tentativo di addossare al governo di Atene la responsabilità dell’arrivo di questi ultimi. Una nuova tremenda dimostrazione dell’ipocrisia o per meglio dire della faccia di tolla cui ricorrono sempre più spesso le autorità di Bruxelles. I profughi, sia ben chiaro, fuggono da situazioni rese invivibili proprio dalle politiche dell’Occidente. Quest’ultimo appare chiaramente incapace di delineare una via d’uscita pacifica alla crisi in corso che ha concorso a determinare con le sue politiche irresponsabili.

Unione Europea

Prendiamo il caso della Siria. L’Occidente, e i principali paesi europei in particolare, unitamente a Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar, vi hanno fomentato la guerra civile in corso da qualche anno e che ha provocato continue e crescenti ondate di profughi contro l’Europa. Oggi l’Occidente subisce il ricatto turco e decide di escludere le forze kurde dai negoziati di pace in corso a Ginevra. In cambio, la Turchia continuerà a prestarsi a contenere il flusso dei rifugiati, da cui continuano tuttavia a fuggire in migliaia, molti per annegare nell’Egeo. Nel contempo il governo autoritario di Erdogan continua la sanguinosa repressione dei kurdi e l’Europa, a cominciare dalla sua responsabile Esteri Mogherini, non batte ciglio. Eppure si tratta di un vero e proprio genocidio, così come genocidio è quello dei profughi che annegano nel Mediterraneo.

Quest’Europa è senz’anima e pertanto non è degna di vivere. Il suo cuore rachitico batte solo al suono dei dollari e degli euro. L’attuale relativo benessere di cui godono ancora, sempre meno, i popoli europei, è il frutto immeritato di secoli di sfruttamento del resto del mondo, dal traffico degli schiavi, al genocidio contro gli indigeni americani, alla rapina colonialista in Africa, Asia ed America Latina. La responsabilità storica imporrebbe oggi ai governi europei di farsi carico dell’accoglienza di tutti coloro che sono costretti ad abbandonare i loro Paesi proprio per effetto delle politiche che essi hanno promosso e che hanno resi invivibili tutti i Paesi oggi in preda a conflitti, carestie e devastazioni ambientali.

Di fronte al quotidiano olocausto dei profughi l’unico suggerimento dato alla Grecia dal Segretario di Stato belga Francken è quello di “respingerli in mare, pazienza se poi annegano”. Francken ha smentito, ma la sua smentita vale ovviamente come quelle di Juncker sui paradisi fiscali in Lussemburgo, cioè meno di zero. Il ricorso alla menzogna costituisce del resto un tratto caratteristico di tutti i governanti di oggi, specie di quelli occidentali.

A determinare la prossima fine dell’Europa sarà il suo asfittico orizzonte subordinato alle fallimentari teorie neoliberali e alle prassi truffaldine di subalternità alle lobby finanziarie che fanno il buono e cattivo tempo a Bruxelles e dintorni. Questa Europa manca completamente di cuore e di cervello, due organi indispensabili per sopravvivere. Dopo le ingannevoli aperture estive anche Frau Merkel, specie dopo la grottesca montatura sui profughi mandrilli di Capodanno, è costretta ad abbandonare ogni apparenza di politica di accoglienza. E il suo aiutante preferito, Matteo Renzi, la segue, mentre tenta di infiltrare la sua cricca nel ministero degli Esteri e nell’Agenzia dei servizi, sottraendo ulteriormente intelligenza, esperienza e flessibilità a enti essenziali per la difesa degli interessi nazionali. Nel segno comune della sottomissione alla finanza internazionale, ancora una volta l’Italia si conferma l’alleato più fedele del Reich. Occorre invece costruire un’alleanza strategica con gli altri Paesi mediterranei, a partire da Grecia e Spagna.

Nessuno aveva in realtà creduto, neanche per un secondo, alle sceneggiate anti Commissione europea di Renzi. Oggi più che mai è invece necessario, all’Italia come all’Europa, un governo serio che faccia i conti e soddisfi diritti e interessi dei suoi cittadini, senza chiudere la porta in faccia al resto del mondo, laddove con tale espressione non si indicano i presunti capitali in arrivo dagli Stati Uniti in grazia del Trattato transatlantico sugli investimenti, che non va assolutamente firmato, ma le persone bisognose di aiuto e assistenza e di un futuro di pace e prosperità nei loro Paesi che vanno ricostruiti contro le politiche di guerra e distruzione dell’Occidente. Al pari della Nato, questa Unione europea ha da tempo esaurito la sua funzione storica e va smantellata per costruire nuovi e più avanzati modelli e percorsi di cooperazione internazionale, sia sul piano regionale che su quello globale.

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