Creare un corpo europeo di guardie di frontiera per cercare di affrontare la crisi dei rifugiati in Europa. Per discutere questa proposta della Commissione europea, i ministri degli Interni degli Stati membri si sono riuniti ad Amsterdam per un incontro informale, il primo sotto la presidenza olandese del Consiglio dell’Unione. Nessuna decisione definitiva, ma sul tavolo c’è il ruolo che deve svolgere Frontex e la possibilità di intervenire nei confini di un Paese quando è chiaro che lo Stato membro non è in grado di gestire la situazione. Oltre alla minaccia sempre più stringente su Schengen, data dall’ipotesi di alcuni Stati di prolungare la reintroduzione dei controlli alle frontiere e dalla proposta di bloccare il passaggio dei migranti in Macedonia, isolando di fatto la Grecia, secondo cui forze di polizia alle frontiere con la Macedonia sarebbero “un atto unilaterale e illegale, perché l’Ue non può inviare le forze in un Paese che non è membro dell’Unione”, ha detto il ministro all’Immigrazione greco Yiannis Mouzalas.

“Bisogna rafforzare i controlli e rendere veramente sicuri i confini extra Ue, facendo questo riusciremo a salvare Schengen” ha detto il ministro degli Interni Angelino Alfano, secondo cui “l’Europa deve restare all’assetto stabile: non ci possono essere pezzetti dentro e pezzetti fuori o si va verso lo sgretolamento”. Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere, invece, non vuole “aspettare maggio” per capire come continuare a condurre i controlli alle frontiere interne restando nell’ambito del Codice Schengen. “La scadenza” per i controlli alle frontiere interne “è a maggio” – ha detto – Per questo si parlerà se il meccanismo dell’articolo 26 debba essere attivato”. Per farlo serve una “considerazione critica” della gestione greca delle frontiere esterne: “Noi eserciteremo pressione sulla Grecia affinché faccia i suoi compiti” ha detto de Maiziere al suo ingresso alla riunione Ue. “Vedremo a che risultati si arriverà nelle prossime settimane. Vogliamo mantenere Schengen – afferma de Maiziere – Vogliamo soluzioni comuni europee, ma il tempo stringe”. Ma Atene chiede di smettere con “questo ingiusto gioco di accuse” che le vengono rivolte ed invoca la piena attuazione delle misure europee. Carenze e ritardi – come spiega il ministro Mouzalas, che elenca una lunga lista di “bugie e verità” – in molti casi non dipendono dal suo Paese.

“Dobbiamo rendere sostenibile il flusso migratorio sia per la Turchia sia per l’Unione europea” ha detto invece Federica Mogherini, capo della diplomazia Ue, ad Ankara in Turchia insieme a una delegazione di commissari all’allargamento Ue. Mogherini ha riferito di avere anche sollevato le sue preoccupazioni sulla situazione nel sudest della Turchia, a maggioranza curda, dove secondo gli osservatori oltre 150 civili sono stati uccisi in operazioni di sicurezza contro i militanti, e di avere invitato a tornare ai colloqui di pace e al cessate il fuoco

Diverso il parere dell’Austria, con il ministro Johanna Mikl-Leitner che ha detto: “Non si possono accogliere troppi profughi e poi lasciare che diventino dei senzatetto. Servono dei limiti”. “Il tetto massimo” sull’accoglienza dei richiedenti asilo “rimane – ha spiegato – Sono convinta che chiunque voglia accogliere dei profughi ed integrarli deve prevedere un tetto massimo: le nostre risorse sono limitate in termini di possibilità di alloggio, previdenza sociale e sistema scolastico“. “E’ importante e necessario proteggere i confini europei esterni e per questo la discussione del Consiglio oggi si occuperà di garantire la sicurezza di questi confini anche in futuro. Sono convinta che abbiamo bisogno di una supervisione comune dei confini e dei tratti costieri”, così il ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner al suo arrivo alla riunione Ue ad Amsterdam rispondendo in merito all’idea di isolare la Grecia e introdurre per 2 anni i controlli alle frontiere.

“Dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere e salvaguardare la più grande conquista dell’integrazione europea. Questo è quanto i cittadini europei vogliono a noi”, così il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos su Schengen al suo arrivo alla riunione dei ministri dell’Interno Ue.

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