Nel giorno in cui gli ispettori del ministero della Salute sono a Brescia per cercare di capire come e perché una donna e il suo bambino sono morti, arriva la dichiarazione del ministro Beatrice Lorenzin sul caso di Torino. “I primi risultati che stanno arrivando riguardano il caso di Torino, dove non risultano delle responsabilità dirette dell’Ospedale Sant’Anna. Credo si tratti di una drammatica casualità – dice la Lorenzin a SkyTg24 – alla quale bisogna però dare risposte”. Sono  state le quattro donne morte in sala parto nei giorni scorsi e deceduti sono anche i bambini che avevano in grembo.

Si è trattato, ha sottolineato il ministro, di “un susseguirsi di casi in ospedali diversi”, che ha visto coinvolte donne in condizioni differenti. Per il ministro “bisogna partorire in strutture sicure”, ma nei territori in cui ciò non è possibile “deve esserci una rete di emergenza in grado di intervenire”

Entro il 6 gennaio inoltre il gruppo composto da dirigenti del ministero e dell’Agenas, dai Carabinieri del Nas, da un rappresentante delle Regioni, ispezionerà anche le strutture sanitarie di Bassano del Grappa e San Bonifacio-Verona, dove sono avvenuti gli altri decessi. Per quanto riguarda il caso avvenuto all’ospedale S. Anna di Torino appunto, giunge la conferma che sembra essersi trattato di un evento eccezionale e imprevedibile, e che il nosocomio abbia risposto all’altezza dell’eccellenza che rappresenta. Si attendono comunque i risultati definitivi degli esami autoptici.

In  una intervista a Repubblica la Lorenzin, mamma di due gemelli, annuncia un “piano nazionale sulla prevenzione e salute di donna e bambino, con indicazioni per la prevenzione, il parto e la sicurezza di tutta la gestazione. Ora ho incaricato l’agenzia delle Regioni, Agenas, di fare delle nuove linee guida sulla prevenzione delle complicanze in gravidanza. I dati italiani sulle morti materne, 10 ogni 100mila nati, sono tra i migliori d’Europa. Il nostro obiettivo è arrivare a zero morti, a parte quelle impossibili da prevenire ed evitare”. “Aspettiamo cosa verrà fuori dalle ispezioni. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi”.

Per quanto riguarda Brescia nei prossimi giorni è atteso l’esito dell’autopsia effettuato dai medici del dipartimento di medicina legale di Verona, sul corpo della donna e sul feto. La prima ipotesi è che il decesso sia dovuto al distacco totale della placenta e ad una conseguente emorragia. Al vaglio del pm Ambrogio Cassiani – che indaga, ancora contro ignoti, per omicidio colposo – anche una lunga serie di sms e messaggi vocali, l’ultimo delle 5.41 del 31 dicembre, inviati dalla 30enne al marito: la donna per tutta la notte ha scritto di provare dolori lancinanti e di sentirsi trascurata. “Nel nostro ospedale nascono in media 3.700 bambini all’anno e da tempo non accadeva una tragedia simile”, ha spiegato il direttore generale degli Spedali civili di Brescia, Ezio Belleri, che ha appunto annunciato un’indagine interna per valutare “tutti i passaggi da quando la paziente è entrata in pronto soccorso”.

Intanto, un altro caso al vaglio della magistratura si è verificato nel Policlinico di Modena, dove una donna di 27 anni alla prima gravidanza ha perso il bambino nel travaglio: quando ha partorito – il giorno di Natale – il feto era già morto ed ora è stata disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso. La mamma è stata dimessa dopo pochi giorni ed è in buone condizioni.

Mentre una ragazza di 22 anni in Liguria ha perso il figlio dopo una gestazione che si era protratta per 41 settimane. I familiari hanno denunciato i sanitari. Ieri sera la giovane è arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Sanremo dicendo di non sentire più il battito del feto. Il piccolo era morto. Questa mattina la donna è stata sottoposta a parto indotto.

Articolo Precedente

Morti per parto, in Italia 50 casi l’anno. I medici: “Alcune sono evitabili, ma esami preventivi non sempre bastano”

next
Articolo Successivo

Terrorismo, il gip di Genova: “Fondati sospetti di appartenenza a cellula”

next