Per ora il fascicolo è a carico di ignoti. Ma i magistrati che indagano sulla morte di Angela Nesta e della sua bambina nella sala parto dell’ospedale Sant’Anna di Torino ipotizzano il reato di omicidio colposo. Intanto il compagno della donna, Francesco Scarlata, accusa: “Dicevano che era tutto a posto e mi hanno invitato ad andare via”. Qualche ora dopo, nel cuore della notte di Santo Stefano, la telefonata per dirgli “che avevano trovato Angela per terra, nella sua stanza, e che la nostra piccola era nata. Ma non ce l’aveva fatta”.

“Vogliamo capire se è stata una disgrazia, una tragica fatalità o se ci sono delle responsabilità”, chiede ora il convivente. “Volevamo questa bambina da quattro anni, eravamo felici – sottolinea -. Mi hanno strappato la cosa più bella che avevo…”. L’uomo è assistito dall’avvocato Giulio Calosso, che punta il dito contro i sanitari di un ospedale considerato all’avanguardia non solo in Italia, dove nei prossimi giorni il Ministero della Salute invierà i propri ispettori. “E’ grave che, anche in presenza dei carabinieri, nessuno dei medici – dice il legale – si sia preso la responsabilità di dire ai famigliari cosa è accaduto”.

Che cosa sia accaduto dovrà ora stabilirlo l’autopsia, effettuata martedì 29 dicembre da Valter Declame, Aurelio Storace e Tullio Bandini, consulenti di parte. Il referto medico parla di arresto cardiocircolatorio. Il documento fa ora parte del fascicolo affidato da Raffaele Guariniello, ormai prossimo alla pensione, al pm Monica Supertino, del pool ‘tutela del consumatore’, che si occupa anche di colpe mediche.

“Nulla aveva fatto presagire un esito così drammatico”, ribadiscono i sanitari dell’ospedale Sant’Anna. Ed anche i familiari della donna parlano di una “gravidanza serena“, smentendo le indiscrezioni secondo cui era ingrassata in modo eccessivo. “Ma quali 40 chili, ne aveva presi 17”, dice il padre, Pietro Nesta, che ha affrontato a muso duro il personale medico, costringendo i carabinieri a intervenire per evitare che la situazione degenerasse. “Medici e infermieri sono spariti – è la sua accusa -; è stato un carabiniere, dopo due ore, a prendermi da parte e a dirmi che mia figlia era morta…”. “La vita va avanti, sì, ma come?”, si domanda ora il compagno della donna. Per lui doveva essere il primo Natale da padre, “invece sono rimasto solo”.

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