Una bomba nella stiva del velivolo. E’ questa, secondo quanto scrive la Bbc online, la tesi degli inquirenti britannici che indagano sul disastro aereo nei cieli del Sinai dell’Airbus russo che ha visto la morte di 224 persone. La Russia ha contestato la ricostruzione, ma poco dopo il presidente Vladimir Putin ha ordinato lo stop dei voli diretti in Egitto prima che vengano accertate le cause dell’attentato. “Quella della bomba, è solo una supposizione”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. “Non sappiamo che dati usino i nostri colleghi. Londra non ha condiviso con Mosca queste informazioni”. In ogni caso, ha detto ancora Peskov, la decisione di sospendere i voli “non significa che lo schianto dell’aereo sia stata causata da un attacco terroristico”. Anche il Cairo smentisce. Una fonte autorizzata del ministero dell’Aviazione civile egiziana ha definito “falseinfondate le notizie pubblicate da alcuni media secondo le quali la scatola nera dell’aereo russo precipitato in Sinai avrebbe rivelato la presenza di una bomba o che un corpo estraneo sarebbe stato trovato a qualche km dall’aereo”. In serata, secondo quanto riferito dall’emittente televisiva francese France 2, un investigatore che ha avuto accesso ai dispositivi ha spiegato che nelle registrazioni delle scatole nere “si sente una esplosione“.

Intanto continuano le difficoltà per i turisti rimasti bloccati a Sharm el-Sheik. Le autorità egiziane hanno sospeso i piani della compagnia aerea EasyJet per riportare in patria i passeggeri ancora in Egitto. Due dei nove voli che la società aveva programmato per oggi non sono stati fermati, secondo quanto riporta il Guardian online, poiché erano già in fase di rullaggio. I passeggeri degli altri hanno invece ricevuto improvvisamente un sms mentre erano già ai gate, in cui si comunicava il rallentamento delle partenze per ordine delle autorità egiziane senza altre spiegazioni. Molti, irritati, risultano aver ora ripreso la via degli hotel. “Si tratta di un semplice rinvio per questioni logistiche d’intesa con le autorità egiziane”, ha spiegato l’ambasciatore di Londra al Cairo, John Casson. In mattinata erano in programma i voli di Easyjet, Monarch, Thomson e British Airways. Anche la Turkish Airlines, riferisce Al Arabiya, ha cancellato oggi e domani i suoi voli diretti a Sharm.

Intanto Easyjet ha fatto sapere che “il piano di recupero dei passeggeri italiani previsto per questa sera non è più attuabile, contrariamente a quanto precedentemente annunciato, e il volo da Sharm el Sheikh a Milano Malpensa non sarà più operato”. Con il volo sarebbero dovuti rientrare i 154 passeggeri bloccati da ieri. L’aereo, a quanto si apprende, era già pronto per il decollo in serata dall’aeroporto di Malpensa. Il suo rientro nello scalo lombardo era previsto alle 3,45 di domani. “Nonostante gli sforzi che easyJet sta portando avanti con le autorità britanniche, italiane ed egiziane, il piano di recupero dei passeggeri italiani previsto per questa sera non è più attuabile – precisa la compagnia – tutti i clienti riceveranno assistenza in loco, ospitalità in hotel e continueremo a tenerli informati”.

Sul fronte indagini è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha confermato che la pista dell’attentato è la più accreditata: “Credo che vi sia la possibilità”, ha detto in un’intervista radiofonica, “che vi fosse una bomba a bordo e noi la stiamo prendendo molto seriamente. Noi spenderemo molto tempo per fare in modo che i nostri inquirenti e la nostra intelligence possano capire esattamente quello che è successo prima di fare qualsiasi dichiarazione finale. Ma è certamente possibile che vi fosse una bomba a bordo”. La stessa cautela del presidente è stata mostrata dal segretario alla Difesa americano Ashton Carter che, in un’intervista all’Abc, ha detto che la teoria della bomba è “coerente con quello che sappiamo”, ma ha sottolineato che anche altre possibili spiegazioni del disastro potrebbero esserlo. Per il resto il capo del Pentagono ha voluto mantenere il massimo del riserbo: “Non abbiamo informazioni da condividere con voi al riguardo”. Fonti dell’intelligence americana hanno rivelato nei giorni scorsi che si ritiene possibile che l’ordigno esplosivo, forse una valigia bomba, sia stato piazzato sull’aereo, con l’aiuto di qualcuno all’interno dell’aeroporto della località turistica egiziana, dallo Stato Islamico o suoi affiliati.

In Russia polemiche anche per le vignette della rivista satirica francese “Charlie Hebdo“, la cui redazione è stata vittima dell’attentato dell’Isis il 7 gennaio scorso. Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin ha definito un “sacrilegio” vignette che compaiono oggi sul giornale e che ironizzano sul disastro aereo. Le vignette “non hanno a che fare né con la democrazia” né con la libertà “di espressione”, ha detto il portavoce, Dmitri Peskov, citato da Interfax. In una delle immagini sono disegnati pezzi del velivolo che precipitano su un jihadista mentre la didascalia recita “L’aviazione russa intensifica i bombardamenti”. “Qualcuno è ancora Charlie?” ha commentato su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi allo slogan creato dopo il sanguinoso attacco jihadista al settimanale.

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