E’ stata una bomba a far esplodere sui cieli egiziani sopra il Sinai l’aereo russo con 224 passeggeri a bordo. E’ questa l’ipotesi avanzata da fonti dell’intelligence Usa citate dalla Cnn, secondo cui l’attentato sarebbe opera dell’Isis o di un gruppo affiliato. “C’è definitivamente la sensazione che si sia trattato di un dispositivo esplosivo piazzato in un bagaglio o da qualche altra parte nell’aereo”, anche se la fonte precisa che gli 007 americani non sono ancora giunti  ad alcuna conclusione formale. La pista dell’attentato – imboccata a poche ore dal disastro dell’Airbus A321 della Metrojet partito da Sharm el-Sheikh e diretto a San Pietroburgo – prende dunque sempre più corpo. Intanto la Regno Unito, seguita poco dopo anche dall’Irlanda, ha deciso di sospendere tutti i suoi voli sulla penisola egiziana, condividendo il timore che sia stato “un ordigno” a causare la sciagura. Lo stop riguarda i voli in arrivo e in partenza da Sharm el-Sheik.

L’ipotesi avanzata dall’intelligence arriva a poche ore di distanza dalla nuova rivendicazione dello Stato islamico che si attesta la paternità dell’attacco: una risposta all’operazione militare avviata in Siria da Mosca. In un video di propaganda si avverte il presidente russo Vladimir Putin, definito “maiale“, che questo è solo “l’inizio della vendetta per i raid in Siria. Invaderemo il vostro Paese e uccideremo la vostra gente”.

Un’altra rivendicazione sarebbe contenuta, poi, in un messaggio audio postato sul web: “Non siamo obbligati a svelarvi il modo in cui abbiamo abbattuto l’aereo – recita la voce – ma ve lo diremo solo quando e come vorremo noi. Voi controllate le scatole nere, visionate il relitto e provate a confermare che non è stato abbattuto, se ci riuscite”. Il messaggio è intitolato “Noi l’abbiamo abbattuto, voi morirete di rabbia”, ed è stato pubblicato su Twitter in diversi siti jihadisti.

Anche dalle indagini emergono nuovi dettagli. E una “fonte della commissione investigativa”, citata dal portale egiziano Al-Masry Al-Youm, sostiene che a causare la distruzione dell’aereo sia stata l’esplosione di un motore. Non è però ancora chiaro, spiega la stessa fonte, se questa esplosione sia da collegare a una bomba o a un guasto. Altri periti, citati questa volta da LifeNews, riferiscono che sui corpi dei passeggeri che erano seduti vicino alla coda sarebbero stati riscontrati “traumi esplosivi con ustioni multiple“.

I dubbi però permangono visto che finora, secondo l’agenzia Ria Novosti, non sono state trovate tracce di esplosivo sui frammenti dell’aereo. Anche se le ricerche continuano. Ieri, inoltre, una fonte descritta come “ben informata” aveva dichiarato che “nelle registrazioni” prima “della sparizione dell’aereo dagli schermi dei radar” si sentono “suoni non consueti per un volo normale“. Ma a mettere in dubbio queste affermazioni è oggi il governo del Cairo, secondo cui il Cvr (Cockpit Voice Recorder) la scatola nera che registra le voci in cabina di pilotaggio, “è in parte danneggiato e ci vorrà molto lavoro per estrarne i dati”.

Le versioni sono dunque contrastanti. Gli analisti per ora avanzano le più diverse congetture, che vanno dal guasto alla bomba nascosta nella stiva, dal cedimento strutturale all’esplosione di un motore o di un serbatoio di carburante. Ma il presidente egiziano, Abdul Fattah al-Sisi, continua a mostrarsi scettico sui crescenti sospetti di una matrice terroristica e bolla come “illazioni infondate” le tesi che vanno in questa direzione.

La Casa Bianca ha precisato in serata che un avviso della Federal Aviation Administration (Faa) all’aviazione civile su “rischi potenziali” di estremismo nel Sinai era già in atto mesi prima del disastro di sabato scorso. Mentre da parte sua l’Alitalia assicura che “nessuna sua rotta transita sopra il deserto del Sinai o altre zone di guerra”.

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