La Deutsche Bank lascerà a casa 23mila dei suoi 100mila dipendenti. Secondo Reuters, la decisione è stata presa lo scorso weekend da John Cryan, il nuovo amministratore delegato insediatosi a luglio, e rientra nella politica di taglio dei costi prevista dal piano di ristrutturazione reso noto ad aprile che prevede risparmi per 3,5 miliardi entro il 2020. All’origine del piano c’è una multa da 2,5 miliardi di dollari che la banca ha ricevuto per lo scandalo della manipolazione del tasso interbancario Libor. Di qui la necessità di migliorare la redditività della banca, riducendo le spese e chiudendo alcune aree di attività.

I licenziamenti dovrebbero interessare in particolare l’area tecnologica e la divisione Postbank, dove attualmente lavorano 15mila persone. Il piano prevede, inoltre, la chiusura di 200 filiali in Germania e l’uscita da 10 Paesi in cui è presente. L’operazione dovrebbe concludersi entro ottobre.

I vertici di quello che è il maggior gruppo bancario europeo non hanno commentato. Se confermati, i tagli ridurranno di un quarto la forza lavoro. L’ultima volta che Deutsche Bank ha annunciato una riduzione dei posti di lavoro tagli è stato nel 2012: in quel caso si trattava di 2mila posizioni

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