A poche ore dalla scadenza per presentare la richiesta d’assunzione e rientrare nel piano straordinario, le domande pervenute al ministero sono circa 65mila. Il dato scongiura il rischio di boicottaggio della riforma a causa della mobilità forzata prevista per gli insegnanti di potenziamento.

Un timore ben presente nei corridoi di viale Trastevere, al punto di diffondere ulteriori indicazioni per sollecitare i docenti a fare domanda, specificando che chi rinuncia ora rischia di non lavorare per i prossimi anni. Un po’ un consiglio, un po’ una minaccia. Anche se persino il Miur ha dovuto riconoscere che le Graduatorie ad esaurimento non potranno essere cancellate. E dunque i docenti che non presenteranno domanda resteranno iscritti nelle stesse, con intatti i loro diritti. A questo, si somma la “grana” delle assunzioni del personale Ata, congelate per favorire il riassorbimento dei dipendenti provenienti dalle Province. I collaboratori scolastici erano già stati trascurati dalla riforma, che non comprende misure o provvedimenti in loro favore: adesso rischiano di perdere altri 6mila posti previsti dal turnover.

La scorsa settimana sul sito ufficiale del Ministero sono state pubblicate le ultime Faq (frequently asked questions) per guidare i docenti nella procedura d’assunzione. Oltre a fornire indicazioni pratiche, il Miur ha chiarito alcuni dubbi sulla riforma. Ad esempio, la conferma definitiva che tante immissioni in ruolo (tutte quelle del potenziamento della Fase C, 55mila circa, oltre la metà) arriveranno solo ad anno in corso: “entro il mese di novembre”, quando tanti degli insegnanti interessati avranno verosimilmente già accettato un incarico temporaneo di supplenza.

L’assunzione, dunque, sarà su “nomina giuridica” e scatterà a partire dal settembre 2016. Perciò la riforma che si basa sui nuovi “organici funzionali” andrà a regime solo fra un anno. L’altro nodo da sciogliere riguarda la permanenza delle GaE, le liste in cui sono iscritti i precari storici, che ora il governo vorrebbe svuotare in maniera definitiva. Molti docenti, di fronte al rischio di essere assegnati ad una provincia lontana da casa per il meccanismo di mobilità obbligatoria previsto dalla Fase C del piano, sono tentati di non presentare domanda, e attendere un incarico nella sede in cui sono iscritti.

Queste graduatorie – ha dovuto ammettere il Miur – resteranno in vigore anche dopo il piano, come bacino per assegnare le supplenze residue e anche il 50% dei posti banditi in futuro (lo prevede la normativa). Un bel problema per il governo, che contava dal prossimo anno di assumere solo ed esclusivamente tramite concorso. Anche per questo le Faq avvisano i docenti di tutte le possibili conseguenze di un’eventuale rinuncia: chi perde il treno non ha più diritto all’assunzione, i primi scorrimenti avverranno solo a partire dal 2017-2018, c’è il limite di 36 mesi di supplenza su posti vacanti e disponibili. Insomma, lavorare sarà più difficile.

Adesso tocca agli insegnanti scegliere cosa fare. Se partecipare al piano anche a costo di doversi trasferire, o attendere rischiando di perdere il treno. Il termine scade il 14 agosto e il Miur ha ricevuto 57mila domande, più 8mila in fase di elaborazione. Numeri in linea con le previsioni di viale Trastevere, che dovrà coprire 55mila posti di potenziamento svuotando le graduatorie. Altrimenti il piano straordinario d’assunzioni sarà un flop, e ci saranno inevitabili ripercussioni sui prossimi concorsi e su tutto il sistema messo a punto dalla riforma.

Twitter: @lVendemiale

Aggiornato il 13 agosto 2015

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