Martedì l’ultimatum dei partner europei, mercoledì il tentativo di avvicinamento. Che passa attraverso la presentazione dell’attesa lettera in cui il premier greco Alexis Tsipras chiede l’attivazione di un nuovo programma di aiuti triennale a carico del fondo salva Stati Esm e si impegna a intervenire subito su pensioni e Iva. Il tutto però a fronte di “misure per rendere sostenibile il debito” (LEGGI LA LETTERA). Proprio mentre la missiva arrivava al presidente dell’Eurogruppo Jeroem Dijsselbloem, che presiede anche il board dell’Esm, il leader di Syriza teneva alla plenaria dell’Europarlamento un discorso per rivendicare un accordo entro la scadenza di domenica e ribadire ancora una volta le responsabilità dei creditori: “I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, sono stati dati per salvare le banche europee e greche”, ha scandito il capo del governo ellenico. Il Paese è stato usato come “un laboratorio per l’austerità, ma l’esperimento è fallito”. Poi la citazione di Sofocle: “Esiste un momento in cui il diritto degli uomini vale sopra la legge. Questo è uno di quei momenti”. Come dire che la Grecia ha diritto alla sopravvivenza anche se i regolamenti europei ne sanciscono il default.

Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, dopo l’incontro di martedì sera a Bruxelles dove la delegazione greca si è presentata a mani vuote e il durissimo vertice dei capi di Stato e governo di martedì notte, ha chiarito che ci sono “solo 5 giorni per trovare l’accordo finale, altrimenti sarà Grexit“. Tsipras, davanti all’ultimatum, è ora pronto ad accettare le proposte dei creditori con qualche modifica su Iva e tagli alle pensioni più basse. Sì, invece, all’abolizione delle baby pensioni. Ma l’intesa necessaria per portare il Paese fuori dalla crisi e far “vedere la luce alla fine del tunnel” deve prevedere anche “un dibattito di merito sulla sostenibilità del debito pubblico”, arrivato al 180% del Pil.

Entro giovedì 9 il governo presenterà a Fmi, Bce e Commissione Ue le proprie proposte di riforma dettagliate, con lo scopo di “trovare un compromesso positivo per evitare una frattura storica“. La lettera di oggi non specifica a quanto ammontano i fondi che la Grecia chiede all’Esm, ma secondo le ultime stime del Fondo monetario internazionale il Paese ha bisogno, di qui al 2018, di una cifra vicina ai 70 miliardi di euro. La palla passa ora ai creditori. Dijsselbloem ha già chiesto alla Commissione e alla Bce di fare una valutazione della stabilità finanziaria e, con il Fmi, della sostenibilità del debito, come previsto dalla procedura Esm per ottenere gli aiuti. “In linea con l’articolo 13 del Trattato Esm”, si legge nella lettera che Dijsselbloem ha inviato al commissario agli affari economici Pierre Moscovici e al presidente della Bce Mario Draghi, “queste valutazioni, assieme alla richiesta greca e alla proposta del direttore dell’Esm, formeranno la base per la decisione che il board dei governatori Esm (i 19 ministri economici della zona euro, ndr) dovrà prendere riguardo l’assegnazione o meno del sostegno alla Grecia sotto forma di prestiti”.

Intanto il ministero delle Finanze ha ufficializzato che le banche greche rimarranno chiuse fino a venerdì. Il board dell’Eurotower si è riunito nel pomeriggio e ha deciso di lasciare congelata al livello attuale, 89 miliardi di euro, la liquidità di emergenza (Ela) concessa agli istituti. Ieri una nota dell’istituzione ha chiarito che l’Ela, se non è assistita da collaterale adeguato, costituisce un aiuto di Stato esplicitamente vietato dallo statuto della Bce. Di qui la decisione, presa due giorni fa, di rivedere al ribasso il valore dei titoli presentati come garanzia dalle banche greche.

Tsipras: “Programmi di austerity non hanno funzionato e i governi del passato hanno rafforzato corruzione” – Il risultato uscito dal referendum del 5 luglio rappresenta “una scelta coraggiosa del popolo greco in condizioni di pressioni senza precedenti, con le banche chiuse e i mezzi di informazione che facevano terrorismo“, ha detto Tsipras all’Europarlamento. Non si tratta di una “scelta di rottura con l’Europa, ma è la scelta di tornare ai valori che stanno alla base dell’Ue, un messaggio chiarissimo. Occorre rispetto per la scelta del nostro popolo”. “Il forte verdetto dei greci ci ha dato mandato per impegnarci a una soluzione giusta socialmente e sostenibile, senza gli errori del passato che hanno condannato l’economia greca”. Errori del passato cui Tsipras ha dedicato un ampio passaggio del discorso: “La responsabilità principale del vicolo cieco in cui si trova oggi l’economia greca e in generale l’Europa non riguarda gli ultimi cinque mesi ma gli ultimi cinque anni, con l’attuazione di programmi che non ci hanno portato fuori dalla crisi”. “Non sono di quei politici che attribuiscono tutta la colpa agli stranieri cattivi – ha continuato Tsipras – siamo arrivati sull’orlo del fallimento perché i governi che si sono succeduti in Grecia hanno creato rapporti clientelari, rafforzato la corruzione e gli intrecci tra politica ed economia, lasciando incontrollata l’evasione fiscale da parte dei grandi ricchi”. Ma la cura imposta da Bruxelles non ha funzionato: “Le riforme ed il memorandum non hanno portato alla giustizia fiscale”.

Il dibattito – Weber: “Tsipras vuole il fallimento delle trattative”
Il discorso del premier greco è stato accolto da fortissimi applausi dalla destra e dalla sinistra dell’aula dell’Europarlamento. Muto invece il centro dell’emiciclo dove si trovano popolari, liberali e socialisti che fanno parte della coalizione di maggioranza. Duro il tono del dibattito. “Lei rappresenta un governo che ha detto molte cose nelle ultime settimane – ha detto il leader del Partito popolare europeo al Parlamento Ue, Manfred Weber , il primo a replicare a Tsipras – noi dobbiamo tenere conto del fatto che persone sono state considerate come terroristi. Il primo ministro greco dovrebbe scusarsi per queste dichiarazioni inaccettabili, ma lei non lo ha fatto”, ha detto ancora Weber, in riferimento alle parole dell’ex ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis. “Anche ieri lei non ha presentato proposte, lei distrugge la fiducia”, ha continuato Weber, scatenando le proteste di una parte dell’Aula. “Lei è stato democraticamente eletto, noi rispettiamo questo – ha aggiunto il tedesco – ma lei ama la provocazione, noi il compromesso. Noi vogliamo il successo, lei vuole il fallimento. Spero che lei presenti presto le proposte di riforma“.

La replica di Tsipras: “Taglio del debito per restituire i soldi. Aboliamo baby pensioni”
Dopo aver ascoltato il dibattito, Tsipras ha preso parola per la replica. Ha assicurato, il premier greco, di non avere “alcun piano segreto per l’uscita dall’euro” – ipotesi avanzata da alcuni parlamentari – e ha avanzato due proposte. “Io chiedo un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito della Germania, dopo la Guerra”, ha detto Tsipras per la prima volta davanti all’assemblea dei parlamentari Ue. Quindi l’apertura sul taglio delle pensioni: “Ci sono distorsioni del passato che devono essere superate, come la questione delle pensioni. Vogliamo abolire le baby pensioni in un Paese che si trova in una situazione disastrosa. Servono le riforme, ma vogliamo tenerci il criterio di scelta su come suddividere il peso”. Tsipras chiede che sia il governo ellenico a decidere quali decisioni prendere e quali riforme mettere in atto: “Credo che sia un diritto del governo scegliere di aumentare le tasse sulle imprese per evitare di abbassare le pensioni, misure equivalenti per centrare gli obiettivi di bilancio. Se non è questo un diritto del governo, allora questo vuol dire scivolare verso la dittatura dei creditori. Allora i Paesi sottoposti agli aiuti non dovrebbero neanche tenere le elezioni“.

Tusk: “Arrivata la lettera, buon presagio. E’ l’ultima chance”
“La procedura dell’ultima chance è iniziata – ha fatto sapere il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine del dibattito – il presidente dell’Eurogruppo Jeroem Dijsselbloem ha ricevuto la richiesta finale della Grecia. Spero sia un buon segno”. “Moralità significa pagare i debiti – ha detto quindi Tusk commentando le parole di tsipras – non è vero che i creditori sono immorali e che i debitori sono vittime innocenti”. Non è possibile continuare a spendere più di quello che si guadagna, questa è l’origine della crisi in Grecia, non la moneta unica”. Quindi l’avvertimento ad Atene: “Bisogna cercare aiuto tra gli amici, non tra i nemici, soprattutto se questi non ti possono aiutare“, ha detto il presidente del Consiglio Ue riferendosi all’intensificazione dei rapporti tra la Grecia e la Russia verificatasi negli ultimi mesi.

La lettera: “Pronti a riforma pensioni e Iva già la prossima settimana”
La Grecia si impegna con i partner europei ad attuare le riforme fiscali e delle pensioni già la prossima settimana, come primo passo per ricevere un prestito di salvataggio. Lo si legge nella richiesta formale inviata dal governo Tsipras al fondo Esm. “Siamo fiduciosi – spiega la lettera – che gli Stati membri si rendano conto dell’urgenza della nostra richiesta di prestito, data la fragilità del nostro sistema bancario, la nostra carenza di liquidità disponibile, i nostri prossimi impegni, il nostro accumulo di arretrati interni e il nostro espresso desiderio di cancellare gli arretrati in essere con Fmi e Banca di Grecia”. Nel quadro di un programma “a medio e lungo termine” la Grecia si impegna “a una serie completa di riforme e misure da attuare per la sostenibilità fiscale, la stabilità finanziaria e la crescita economica a lungo termine” e, nell’ambito del programma, “si propone di attuare immediatamente una serie di misure già a partire dall’inizio della prossima settimana”, tra cui quella fiscale e quella delle pensioni, insieme con “azioni aggiuntive” per “rafforzare ulteriormente e modernizzare la propria economia”. Il governo greco si impegna di definire “nel dettaglio” la proposta “al più tardi” giovedì, “per la valutazione delle tre istituzioni e per presentarla all’Euro Group”.

Fallimento, iniziato il conto alla rovescia
Nessuna ipotesi era esclusa fino a poche ore fa
. Ma ormai è iniziato il countdown e l’Europa concede ad Atene cinque giorni per trovare un accordo oppure domenica con un nuovo summit, questa volta a 28, metterà il sigillo sotto la sua dichiarazione di fallimento: la Grexit che nessuno vuole compreso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. “Non ho mai parlato di scadenze ma oggi (martedì per chi legge, ndr) dico che abbiamo solo cinque giorni per trovare l’accordo finale, tutti hanno responsabilità di trovare una soluzione”, altrimenti le conseguenze comprendono “il fallimento della Grecia e delle sue banche”, ha avvertito il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Oggi il premier greco parlerà all’Europarlamento a Strasburgo.

Entro giovedì nuove proposte e domenica nuovo Eurogruppo
L’Eurosummit del post-referendum, che ha visto prevalere il no dei greci alle richieste dell’Ue, non chiude la porta ad Atene ma usa toni molto duri, e dà scadenze definitive al governo di Alexis Tsipras, che vede rigettata sia la sua richiesta di finanziamento ponte da 7 miliardi per alleggerire il debito. I partner della zona euro non si fidano più del premier ellenico e gli dettano l’agenda: entro giovedì dovrà presentare nuove proposte di riforme, dettagliate e da attuare subito, che saranno valutate dalla ex troika e domenica da un nuovo Eurosummit. Ma oltre a un vertice dei 19, ci sarà anche una riunione a 28, perché la Grecia è ormai arrivata al capolinea e se non ci sarà un accordo bisognerà valutare le conseguenze per tutta l’Ue, e varare anche un piano di aiuti umanitari per sostenere i greci che dovranno affrontare il collasso delle banche. Fino a domenica ci penserà la Bce – che ha congelato a 89 miliardi la liquidità di emergenza – a tenerle a galla, dopo solo un’intesa con l’Ue potrà salvarle.

Nessuna soluzione tampone. Attesa oggi lettera ufficiale
A questo punto, i leader non accettano più di farsi dettare i tempi da Atene, soprattutto perché “dopo il referendum di domenica la posizione del primo ministro greco Alexis Tsipras forse si è rafforzata ma la libertà di manovra degli altri 18 Stati membri si è ridotta“, ha detto la cancelliera Angela Merkel. Ovvero: non si può più dare credito e tempo al premier che ha ‘tradito’ la loro fiducia convocando un referendum a sorpresa. Il “clima non mi pare sia migliorato dopo il referendum” ha detto il premier Matteo Renzi spiegando che alcuni colleghi “sono stati più rigidi della volta scorsa”. Ma restano disposti ad aspettare le mosse qualche altro giorno e a valutare la loro richiesta di nuovi aiuti. Comunque non ci sarà nessuna soluzione ‘tampone’: serve prima una “prospettiva a lungo termine, e quando questa sarà definita allora potremo parlare del breve periodo”, ha detto la Merkel. Oggi, quindi, i greci dovranno presentare la lettera ufficiale con cui chiedono assistenza finanziaria all’Esm, che sarà valutata da un Eurogruppo telefonico. La lista dettagliata di riforme deve invece arrivare entro giovedì, ma deve contenere qualcosa in più rispetto all’ultima offerta dei creditori, spiega la Merkel. In pratica sarebbe considerato un gesto di buona volontà se il Parlamento greco adottasse già nei prossimi giorni le prime misure, come ha spiegato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan al termine dell’Eurogruppo di ieri che si è aggiornato a oggi e che molto probabilmente sarà di nuovo riunito sabato per valutare le proposte greche prima dei leader.

Tre scenari: Grexit, piano di aiuti umanitari o accordo
La situazione è abbastanza grave e incerta“, sintetizza la Merkel, spiegando che “la sfida sarà vedere se ci sono le condizioni per aprire i negoziati”. “Domenica ci sarà la decisione finale e non posso escludere nessuna ipotesi”, ha detto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, spiegando che alla Commissione hanno preparato tre scenari: la Grexit, un piano di aiuti umanitari e un accordo. “Quello che preferisco è ovviamente il terzo”, ha chiarito. Anche sul fronte del debito, che Tsipras continua a mettere sul tavolo, la chiusura è netta: “Stasera molti attorno al tavolo hanno detto che un haircut del debito greco non avrà luogo perché questo è vietato nell’euro zona”, ha spiegato la Merkel che ha comunque rinviato la discussione a un secondo momento. “Prima di parlare di una ristrutturazione del debito, vediamo quel che la Grecia può fare”, ha aggiunto.

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