Non solo l’ex presidente Tommaso Ghirardi. Ora anche l’ex amministratore delegato del Parma Calcio Pietro Leonardi finisce nel registro degli indagati nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta aperta dalla Procura emiliana. L’ex dirigente, che aveva avuto anche potere di firma e gestione della liquidità, ha seguito le sorti della squadra facendo da traghettatore da una proprietà all’altra, fino a quella dell’attuale presidente Gianpietro Manenti: ha dato le dimissioni alcuni giorni fa per “motivi di salute”. Nel frattempo si è messa in moto la guardia di finanza incaricata dalla magistratura di fare chiarezza sul buco da 96 milioni nelle casse del club gialloblu. Le fiamme gialle si sono presentate nelle sedi del Parma, a Collecchio, ma anche in quelle della Figc (a Roma), della Lega di Serie A (a Milano) e della Covisoc, cioè la “Consob” delle società di calcio.

Gli inquirenti stanno analizzando i bilanci e i movimenti che hanno portato al dissesto, mentre la Procura ha già chiesto il fallimento del club. E le ispezioni della Guardia di Finanza di oggi, 6 marzo, è stata disposta infatti dal tribunale e dalla Procura: i documenti acquisiti serviranno infatti in vista dell’udienza prefallimentare del 19 marzo, al di là della documentazione che dovrà essere presentata dal presidente Manenti entro il 12 marzo.

“Il salvataggio del Parma? Il tentativo può farlo solo la proprietà, non può farlo un terzo” dice Giampietro Manenti, presidente del Parma, che non partecipa all’assemblea di Lega in corso a Milano. “Perché non sono lì? Perché abbiamo un controllo in corso”, dice Manenti a Radio24. Maurizio Zamparini e Enrico Preziosi, presidenti di Palermo e Genoa, hanno dichiarato di non avere fiducia nel numero 1 del club emiliano. “Eh, cosa posso fare. Non ho niente da dirgli? Niente niente, non ho mai commentato”, dice. Inutile chiedere se andrà a Milano: “Non mi posso muovere, come faccio”. A Parma è in programma l’arrivo di Tavecchio, mentre l’altra notizia del giorno è che domenica prossima la squadra tornerà in campo.

La storia giudiziaria del Parma, tuttavia, appare solo all’inizio. Nelle scorse settimane gli ufficiali giudiziari dell’Agenzia delle Entrate avevano pignorato alcuni beni della società, tra cui furgoni e panchine, che ieri, 5 marzo, sono andati all’asta. Nei giorni scorsi i vertici delle fiamme gialle a Parma erano stati sollevati dall’incarico dopo essere stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura per omissione di atti d’ufficio. Secondo i pm il comandante, il colonnello Danilo Petrucelli, e il vice, tenente colonnello Luca Albanese, hanno ritardato le indagini sul dissesto del club crociato.

La Procura di Parma sta indagando, tra l’altro, anche sulla pista del riciclaggio e sui flussi di denaro usciti e entrati negli ultimi 8 anni dai conti della società. Il procuratore capo Antonio Rustico e i pm che seguono l’inchiesta si sono anche incontrati con i colleghi della Direzione distrettuale antimafia, ma “non ci sono connessioni con reati che riguardano la criminalità organizzata – ha chiarito a ilfattoquotidiano.it Rustico – L’indagine rimane in carico alla Procura di Parma”.

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