Dovevano indagare sulla crisi del Parma Calcio, ma sono finiti a loro volta nel registro degli indagati. Anche i vertici della Guardia di Finanza di Parma sono stati coinvolti nell’inchiesta sul club emiliano. Il colonnello Danilo Petrucelli, comandante provinciale delle Fiamme gialle locali, e il suo vice, il tenente colonnello Luca Albanese, a capo del nucleo di polizia tributaria, sono finiti nell’inchiesta della Procura con l’accusa di omissione di atti d’ufficio. Formalmente i due risultano in ferie, ma dalla scorsa settimana sono stati rimossi dai loro incarichi e l’indagine penale è passata al tenente colonnello Carlo Pasquali, arrivato dal comando di Bologna. Secondo gli inquirenti, che hanno perquisito i loro uffici e sequestrato documenti, i due ufficiali avrebbero trasmesso in ritardo alla Procura l’informativa sullo stato finanziario della società crociata, facendo slittare dunque i tempi per aprire il fascicolo per bancarotta fraudolenta, quando era chiaro che la situazione richiedesse una certa tempestività. Di qui, come anticipato da gazzettadiparma.it, la decisione di iscriverli nel registro degli indagati con l’accusa di omissione di atti d’ufficio. I due ufficiali indagati si sono messi a disposizione della Procura per chiarire la propria posizione.

L’inchiesta è alle prime battute, ma al di là del lavoro degli inquirenti il conto alla rovescia per il Parma Calcio è già cominciato. Il Tribunale di Bologna ha nominato un curatore speciale per la società, il commercialista bolognese Mauro Morelli, che affiancherà la Procura nel lavoro fino all’udienza prefallimentare del 19 marzo, quando sarà discusso il fallimento del club. La richiesta era stata presentata dal socio di minoranza Energy T.I. Group ai sensi dell’articolo 2049 del codice civile, che aveva chiesto il commissariamento per irregolarità nel Cda del Parma riguardanti i passaggi di proprietà e le nomine del board, che dallo scorso dicembre hanno portato la società dalle mani di Tommaso Ghirardi a quelle dell’attuale presidente Gianpietro Manenti.

Da chiarire invece ancora il futuro della squadra, che continua i regolari allenamenti nel centro sportivo di Collecchio, senza però sapere ancora se potrà disputare la partita di domenica prossima contro l’Atalanta. Martedì il sindaco Federico Pizzarotti ha incontrato il presidente dell’Aic Damiano Tommasi per valutare come procedere, contando anche che le società partecipate del Comune di Parma vantano un credito dal club di oltre un milione e sta valutando azioni penali. “Dobbiamo capire come gestire lo stadio. Non è tanto aprire o meno il Tardini o un altro stadio, ma capire se ci sono i soldi – ha detto il primo cittadino – Al momento le possibilità di giocare sono al 50 per cento”. L’idea è di trovare una società esterna per la gestione della struttura, ma servirebbero comunque risorse che dovrebbe anticipare la Lega. Pizzarotti ha detto anche che in questi giorni si sono fatti avanti altri possibili acquirenti per il Parma, ma sul tema ha rivendicato il suo potere anche il patron del club Manenti: “Se qualcuno è seriamente interessato ad acquistare il club può rivolgersi a me o ai professionisti che lavorano per me – ha fatto sapere in una comunicazione ufficiale – Il sindaco Federico Pizzarotti non è il proprietario del Parma e non ha alcun tipo di mandato per trattare la cessione della società”.

Il presidente continua a ripetere di lavorare per riuscire a far quadrare i conti della società e soprattutto di avere pronte le risorse per risanare il debito del club, ma intanto il 5 marzo i primi beni pignorati da Collecchio andranno all’asta. E sulla questione Parma Calcio, di cui presto dovrebbe occuparsi addirittura il governo, discuterà il 6 marzo la Lega in assemblea, che dovrà decidere se e come far proseguire il campionato alla squadra ducale.

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