I pm gli contestano il disastro ambientale legato all’attività della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. C’è anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, tra le 40 persone iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Savona. Tra i nomi figurano anche l’assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli e la dirigente regionale del settore Ambiente Gabriella Minervini. Per loro si ipotizzano anche violazioni nell’iter amministrativo di concessione dell’esercizio della centrale.

La procura indaga anche su 427 morti ‘anomale’ verificatesi tra il 2000 e il 2007. Mentre, secondo perizie in mano ai pm, tra il 2005 e il 2012 sono stati 2097 i ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari, che i magistrati temono dovuti alle emissioni della centrale. Nello stesso periodo sono stati 586, sempre secondo la procura, i bambini ricoverati per patologie respiratorie. La centrale è sotto sequestro dal 13 marzo 2014 per violazioni all’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale. La Regione è impegnata a farla riaprire chiedendo al governo di rivedere le prescrizioni contenute nella nuova Aia che secondo l’azienda sono “inapplicabili”. Nelle prossime settimane si terranno gli interrogati degli indagati. Il procuratore Francantonio Granero e il suo vice Chiara Maria Paolucci vorrebbero chiudere il fascicolo entro la prossima primavera.

“Non sono mai stato sentito nell’ambito dell’inchiesta sulla centrale di Vado – ha spiegato Burlando – e non ho mai ricevuto alcun atto. Sono stato informato che ero tra gli indagati da un giornalista”.  “Penso sia giusto che in questa vicenda ci si impegni per salvaguardare l’ambiente, la salute e il lavoro – ha detto ancora il governatore – ho incontrato il sottosegretario Luca Lotti al quale ho illustrato il caso e della vicenda ho informato anche il sottosegretario Graziano Delrio. Solo il governo può venire a capo della vicenda della centrale di Vado”.

Secondo indiscrezioni, in Regione ci sarebbe il convincimento che con gli investimenti annunciati dall’azienda e con una tolleranza media dei livelli delle emissioni il caso della centrale di Vado potrebbe essere risolto. Il limite dei livelli medi è già applicato per le centrali a carbone presenti a Genova e alla Spezia. E intanto tra lavoratori e sindacalisti c’è chi ricorda che da quando la centrale è sotto sequestro (marzo 2014) la qualità dell’aria non è migliorata.

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