Il Pd si conferma primo partito nelle intenzioni di voto con il 38,2 per cento di consensi, ma perde lo 0,3%. Cala però di due punti la fiducia in Renzi e nel governo. Perde leggermente anche il Movimento 5 Stelle (-0,2%), che scende sotto il 20 per cento (19,8%). Continua invece a crescere la Lega Nord (9%), mentre resta stabile al 15 per cento Forza Italia. È quanto riporta il sondaggio settimanale realizzato dall’Istituto demoscopico Ixè per Agorà. Lo sciopero generale trova d’accordo la maggioranza relativa degli intervistati: quasi la metà (il 47%) approva la scelta di Cgil e Uil, mentre a ritenerlo sbagliato è il 34 per cento, con un 19 per cento che non si pronuncia.

Priorità per il governo – Per il 44 per cento degli italiani prioritario dovrebbe essere favorire la ripresa economica, secondo il 22 per cento al primo posto l’emergenza di chi perde il lavoro, mentre il 20 per cento vorrebbe più attenzione sulla riduzione di spese e sprechi. Nonostante l’emergenza maltempo delle ultime settimane, solo il 6 per cento indica come priorità la messa in sicurezza del territorio; per il 4 per cento bisognerebbe prima di tutto realizzare le riforme istituzionali. Infine, secondo il 3 per cento degli italiani la priorità del governo dovrebbe essere rendere più sicure le città.

Partiti e intenzioni di voto – Lieve calo delle intenzioni di voto per il Partito democratico, che passa dal 38,5 per cento della scorsa settimana al 38,2% (-0,3). Calo anche per M5S dal 20 al 19,8 per cento (-0,2). Restano invariate le intenzioni di voto per Fi (15,0%), mentre sale la Lega Nord che passa da 8,7 a 9,0 per cento (+0,3). Salgono anche Sel dal 3,2 al 3,5 per cento (+0,3), Nuovo centrodestra dal 2,7 al 2,8 per cento (+0,1) e Verdi che si attesta a 1,4 per cento (+0,1).

Fiducia nei leader – La fiducia nel governo è passata dal 47 al 45 per cento in questa settimana, con un identico calo anche per la fiducia in Renzi che passa dal 45 al 43 per cento. Dietro il premier c’è Napolitano, stabile al 38 per cento, seguito da Salvini in crescita al 22%, Grillo in calo al 16 per cento, Berlusconi stabile al 15 per cento e Alfano in salita al 13 per cento.

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