Roberto Mancini è uno dei principali candidati alla per la guida della nazionale azzurra. E in un’intervista al Corriere dello Sport ha voluto dire la sua in merito a questa ipotesi che si fa sempre più concreta: “Sarebbe un onore, ma nessuno per ora mi ha chiamato. Balotelli? Ripartirei da lui: gli voglio bene, ma deve capire che è cresciuto“.

L’ex allenatore del Galatasaray, squadra che dalla prossima stagione sarà guidata dall’ex ct Cesare Prandelli, affronta diversi temi, a partire dal suo stipendio, da molti considerato troppo oneroso per le casse della Federazione azzurra: “Chi dice che guadagno troppo parla senza sapere. Se nessuno mi ha chiamato, come fanno a giudicare quanto chiederei o quanto accetterei? Sono solo chiacchiere. Credo invece che adesso in Figc servano uomini seri e competenti – ha spiegato – I vecchi in Nazionale? A mio parere non contà l’età, Pirlo e Buffon non si possono discutere. Credo anche che si possa ricostruire da giovani di qualità come Verratti e Immobile“.

Il tecnico di Jesi analizza poi l’avventura azzurra di Cesare Prandelli: “Il Mondiale è andato male per colpa degli episodi. L’Olanda è tra le prime quattro – il suo paragone – e a cinque minuti dalla fine dell’ottavo di finale era fuori. Non bisogna fare drammi. L’espulsione di Marchisio? Affrettata ed esagerata, ma credo che la sconfitta contro la Costa Rica sia stata più decisiva di quel cartellino rosso. Bastava un pareggio e magari nei turni successivi avremmo battuto tutti”. Inevitabile la chiusura su Mario Balotelli, che Mancini conosce bene dai tempi del Manchester City: “Il tempo passa per tutti, lo ripeto. Ha già 24 anni, non può perdere altro tempo. Detto questo non può essere il responsabile del crollo azzurro, due anni fa ci ha portati in finale all’Europeo. Quindi io dico che è un grande giocatore che può aver sbagliato qualche partita. Capita a tutti. Balotelli deve capire che bisogna sempre allenarsi bene, concentrarsi, fare vita sana. In questo senso il matrimonio può aiutarlo. Ho letto che si sposa, può essere questa la svolta. Lui è un patrimonio del calcio italiano e va aiutato. Sicuramente è uno da cui si può ripartire, sempre che in campo dimostri il suo valore. In nazionale bisogna andare per meriti, non per altri motivi”.

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