Le mazzette, 22 anni dopo Tangentopoli, si travestono da consulenze e i mediatori diventano lobbisti. I politici, invece, negano. Tre giorni dopo gli arresti arrivano le spiegazioni che in alcuni casi sanno di confessione. E così l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro ammette e indica nell’ex esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo il veicolo per arrivare agli appalti e quest’ultimo ammette di aver tentato di nascondere “i bigliettini con la contabilità delle tangenti”. E poi il manager (ormai ex) Expo Angelo Paris racconta di aver “commesso errori” anche se negando di aver fatto parte della “cupola” o “squadra”. Che però, secondo la Procura di Milano, tramava per spartire, in modalità perfettamente bipartisan, gli appalti per Expo e la Città della Salute, e bandi di gara nella sanità lombarda. L’ex funzionario Pci Primo Greganti, l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e l’ex senatore Fi-Pdl Luigi Grillo invece, considerati i “promotori”, negano tutto. 

L’imprenditore Maltauro: “Pagavo Cattozzo per mediazione”. L’imprenditore Maltauro ammette davanti al gip di Milano Fabio Antezza “i fatti nella loro materialità” e prenota un incontro con i pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Il costruttore non ha del resto potuto negare i fatti contestati, peraltro, filmati dagli investigatori (guarda il video), ma ha aggiunto anche di volerli spiegare in un interrogatorio che potrebbe essere fissato già martedì. L’imprenditore, difeso dagli avvocati Paolo Grasso e Giovanni Dedola, ha squadernato la sua carriera di imprenditore e ha sostenuto che con Cattozzo aveva un rapporto professionale che veniva retribuito di fatto anche con consulenze false. Maltauro avrebbe pagato mazzette per 300-400mila euro, anche se gli inquirenti avrebbe quantificato in 600mila la cifra totale. 

Cattozzo: “In biglietti nascosti la contabilità tangenti”. “Ho fatto il mediatore per le imprese edili in cerca di lavoro soprattutto nel privato. Sono un procacciatore di affari, un lobbista all’americana” ha dichiarato Cattozzo, difeso dagli avvocati Michele Ciravegna, Riccardo Ferrari e Rodolfo Senes, al giudice ammettendo: “I biglietti che ho cercato di nascondere (al momento dell’arresto, ndr) erano quelli su cui ho annotato la contabilità delle tangenti“, il libro mastro “dei soldi ricevuti dall’imprenditore Enrico Maltauro”. I pizzini erano stati poi consegnati alla Guardia di Finanza, con tante scuse. Anche lui nei prossimi giorni sarà interrogato. A testimonianza che venivano pagate tangenti e non commissioni c’è, tra le tantissime, una intercettazione del 24 ottobre del 2013 in cui Cattozzo parlando con Frigerio dice: ”Bisogna metterne 20 di stecche in forno per tirar fuori 10”. Secondo Cattozzo, intercettato al telefono con Frigerio, i pubblici ufficiali andavano, infatti, “coccolati” come le “belle donne”, anche per “due anni” di seguito tra cene e aperitivi, prima di riuscire ad ottenere la loro fiducia e il loro “asservimento”.   

Paris: “Ho fatto errori, ma non faccio parte di una cupola”. Anche Paris ha ammesso. Soprattutto di aver fatto “errori”, e cioè di aver fornito informazioni riservate, negando però di avere fatto parte della “cupola” e respingendo l’accusa di associazione per delinquere. L’ex manager, che verrà interrogato dai pm, ha depositato nel fascicolo del gip la lettera di dimissioni da Expo, che però sarà inoltrata domani una volta che il giudice avrà rilasciato l’autorizzazione. “Si è dimesso perché ha sempre creduto nel progetto Expo e quindi ci tiene che vada avanti senza intralci” dice il difensore Luca Troyer.  

Grillo al gip: “Mai presi soldi, non so nulla di appalti”. L’ex parlamentare forzista invece ha respinto le accuse. Ha “spiegato”, ha negato “di aver preso soldi” e anche di aver avuto a che fare con “gli appalti Expo”. Al giudice ha raccontato di aver visto Paris una sola volta per pochi minuti alcuni giorni fa, mentre di aver parlato con Rognoni (ex dg di Infrastrutture Lombarde, arrestato lo scorso 20 marzo) alcune volte in contesti istituzionali e due volte a cena. Grillo ha ammesso di conoscere da anni Cattozzo, Maltauro e Frigerio e di essersi interessato alle sorti di Giuseppe Nucci (rimasto fuori dal Cda Sogin lo scorso settembre) ritenendola una persona di valore. Solo quale settimana fa, a metà aprile, quando veniva deciso il rinnovo dei vertici di molte società pubbliche Grillo, secondo l’accusa, telefonò a “Cesare Previti per fare il punto della situazione sull’attività di pressing in corso per la nomina di Nucci al vertice di Terna”, cosa che però non avvenne come ricorda l’avvocato Andrea Corradino. Grillo ha spiegato di non aver “mai messo piede nel Circolo Tommaso Moro”, per gli inquirenti la sede operativa della “cupola”.

L’ex Dc Greganti (“mi occupo di legno”) e l’ex Pci Frigerio negano tutto. Hanno negato tutto l’ex funzionario del Pci Primo Greganti e l’ex parlamentare della Dc Gianstefano Frigerio. Hanno respinto l’accusa dei pm di essere stati gli organizzatori e i promotori di quella “cupola” che voleva mettere le mani e gestire una serie di appalti relativi all’Expo, alla Sogin e alla sanità lombarda. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, infatti di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta finalizzata. 

L’ex compagno G. ha negato di aver “preso soldi e di aver interferito in maniera illecita negli appalti” e ha spiegato, invece, che “da anni” si “occupa della promozione della filiera del legno”. L’avvocato Roberto Macchia ha spiegato che anche “l’interesse” per l’Expo del suo assistito era legato all’eventuale realizzazione di “padiglioni in legno”.  Il legale ha spiegato che Greganti nel corso del suo interrogatorio ha “contestato tutti gli addebiti” e ha detto di non aver “mai preso soldi” e di non aver mai “chiesto o ottenuto favori in relazione ad appalti”. L’attività dell’ex funzionario del Pci, invece, come ha aggiunto il legale, è quella di “cercare imprenditori interessati alla realizzazione di immobili in legno e di seguire tutta questa filiera, dalla lavorazione del legno alla fabbricazione degli immobili, tenendo conto che anche per l’Expo ci saranno padiglioni così realizzati”. La “tesi” di Greganti, infatti, secondo il suo legale, “è che in questo settore in futuro si potrà garantire molta occupazione”. Riguardo a Gianstefano Frigerio, l’ex parlamentare Dc arrestato, Greganti, invece, ha spiegato di averlo incontrato “più volte”, ma sempre “in relazione alla promozione di queste iniziative”. Mentre per quanto riguarda Luigi Grillo, ex senatore del Pdl, ha raccontato di averlo visto “solo poche volte”. Il legale ha anche chiarito che Greganti si è reso disponibile ad un interrogatorio davanti ai pm.  

“Condizionati appalti di fondamentale rilievo per la vita del Paese”. Il giudice per le indagini preliminari dovrà valutare se le ammissioni e le “negazioni” hanno più o meno attenuato il quadro di estrema pericolosità disegnato dalla Procura con queste parole: “Per quanto attiene nello specifico i componenti a vario titolo dell’associazione criminosa gli elementi di indagine esposti nella presente richiesta dimostrano la formidabile efficienza, ramificazione, capacità di infiltrazione e condizionamento degli appalti e delle condotte dei pubblici ufficiali in capo al sodalizio criminoso e l’attuale estrema pericolosità dello stesso. Siamo in presenza di un’associazione delinquere che anche nel momento in cui l’Ufficio sta scrivendo queste righe sta condizionando in modo illecito e continua ad “inquinare” appalti di fondamentale rilievo per la vita economica del Paese”. 

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