Interrogazioni parlamentari, appelli dei sindaci che invocano l’intervento delle aziende sanitarie per controllare l’igiene degli spazi scolastici e pure due ultimatum: quelli del prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, e del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Gianna Miola. Tutti vogliono capire come sia stato possibile che nella provincia di Venezia, siano a rischio chiusura una settantina di scuole, tra elementari e scuole dell’infanzia perché troppo sporche e quindi insicure. Per Manutencoop, la cooperativa che da gennaio 2014 si è sostituita al precedente gestore delle pulizie nelle scuole, vincendo la gara indetta da Consip per conto del ministero dell’Istruzione, c’è tempo una settimana. Entro lunedì 20, al massimo martedì 21 dovrà essere in grado di dare alle scuole venete il servizio di richiesto, senza sbavature.

E questo significa innanzitutto rifornirle del materiale necessario per le pulizie (in questi giorni mancava anche il detersivo) ma soprattutto riportare gli edifici a livelli di igiene tali almeno da rendere possibile per i più piccoli la frequenza delle lezioni senza preoccupazioni di sorta per la loro salute.

Che fosse necessario fare qualcosa era evidente fin dalle prime segnalazioni fotografiche (e non solo) di insegnanti e genitori. Polvere che copriva i pavimenti, cartacce abbandonate per settimane e perfino bucce d’arancia e crocchette di pesce lasciate a marcire en plein air.

Lo avevano detto i parlamentari Cinque stelle durante il sopralluogo alla scuola Leopardi di Mira il 10 gennaio parlando di una situazione preventivata da tempo. “Non capiamo il senso di esternalizzare le pulizie per spendere di più e poi correre ai ripari per tagliare i finanziamenti e ridurre le scuole in questo stato – ha detto Gianluca Vacca, deputato Cinque stelle – tanto valeva puntare sul personale interno fin da subito ma si tratta di scelte ben precise, legate alla politica, parliamo di cooperative legate a doppio filo con il Pd”.

Dal canto loro, anche i parlamentari veneziani del Pd in queste ultime ore si sono attivati hanno richiesto un tavolo urgente: “L’obiettivo di razionalizzare la spesa non può scaricarsi come un’ulteriore tegola sulle scuole, sui livelli occupazionali e soprattutto sulle condizioni igieniche degli edifici, con conseguenze pesanti per la salute dei bambini e di chi vi lavora – hanno detto Andrea Martella, Michele Mognato, Delia Murer, Davide Zoggia e Sara Moretto, che sull’emergenza pulizia nelle scuole hanno presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio, Enrico Letta, ed ai ministri dell’Istruzione e del Lavoro – chiediamo con la massima urgenza, di convocare ben prima del 31 gennaio prossimo il tavolo previsto, adottando misure in grado di assicurare il servizio di pulizia nelle scuole e i livelli occupazionali e retributivi per i lavoratori attualmente impegnati in tali mansioni”.

E mentre nelle stanze della politica si discute sul da farsi, a Venezia e in Veneto, intanto, la battaglia si fa nelle aule scolastiche, con genitori che arrivano ai cancelli armati di scopa e secchio d’acqua e sindaci, come quello di Noale, che decidono di stanziare dei fondi per “salvare” l’istituto comprensivo Vittorino da Feltre prelevandoli dalle casse comunali. “Sono al massimo 2500 euro – spiega Michele Celeghin, sindaco di Noale – è chiaro che sarà uno stanziamento straordinario ma dovrebbe coprire l’emergenza“. Anche Giorgio Orsoni sindaco di Venezia ha sollecitato ieri un’ispezione dell’Usl nelle scuole per verificare lo stato igienico sanitario degli spazi.

Intanto in mattinata prefetto e direttore regionale sono stati chiari. “Sono sconcertato – ha detto il prefetto dopo aver ascoltato le storie dei lavoratori che in corteo partendo da piazzale Roma hanno raggiunto la prefettura – in un paese civile non dovrebbe essere possibile una situazione del genere”. E a latere ha annunciato l’invio di una relazione dettagliata a Roma e una riunione delle parti il 21 gennaio se l’emergenza non sarà rientrata. Gianna Miola, direttore dell’ufficio scolastico regionale, a Roma ha scritto da tempo. “Non ho avuto risposta finora – dice – oggi però abbiamo stabilito delle tempistiche chiare con Manutencoop. Entro il 21 la cooperativa dovrà occuparsi di far tornare la situazione alla normalità, entro stasera invece dovrà fornire i prodotti per la pulizia a tutte le scuole”.

Sono 151 le scuole a rischio chiusura in tutta la Regione veneto (ma Manutencoop si occupa anche dell’appalto del Friuli Venezia Giulia): la maggior parte, 62, sono veneziane, 36 trevigiane, 17 veronesi, 13 rodigine, 13 padovane e 10 vicentine. Tre quelle chiuse finora. L’istituto comprensivo Grimani di Marghera (che ora ha riaperto), l’istituto Leopardi di Mira e la mensa dell’istituto comprensivo Ilaria Alpi di Favaro Veneto.

Per i disagi e per la mancata pulizia molti dei 150 presidi coinvolti dal disagio stanno valutando la possibilità di aprire un contenzioso giuridico con la cooperativa chiedendo la restituzione dei soldi versati senza ricevere un servizio in cambio.

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