Il Senato degli Stati Uniti, a maggioranza democratica, come atteso, ha respinto ancora una volta la proposta di legge di bilancio provvisoria avanzata dalla Camera repubblicana. L’emendamento votato dalla Camera prevedeva il rinvio di un anno dell’Obamacare, la contestata riforma sanitaria di Barack Obama. Riforma, questa, che è stata il principale oggetto dello scontro tra i democratici e i repubblicani. La proposta è stata bocciata con 54 voti favorevoli e 46 contrari. Era l’ultima spiaggia per scongiurare lo spettro imminente dello shutdown, l’arresto parziale del governo in assenza di risorse finanziarie, che in caso di mancato accordo in seno al Congresso scatterà fra meno di 10 ore alla mezzanotte americana (le 6 in Italia). “La chiusura dello Stato federale”, ha commentato il Presidente, “porterà a uno ‘strappo’ nell’economia americana. I deputati repubblicani ne sono i responsabili. Una parte importante dell’Affordable Care Act (cioè l’Obamacare ndr.) entra in vigore domani, indipendentemente da quello che il Congresso decide”.

“Non sono affatto rassegnato a una paralisi dello Stato”, ha affermato Barack Obama, in seguito all’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Ma il blocco delle attività non essenziali dell’amministrazione pubblica è solo uno dei potenziali pericoli che minaccia l’Usa. Si avvicina un’altra scadenza, quella dell’innalzamento del tetto del debito che sarà raggiunto il 17 ottobre.  In questo caso per l’America si potrebbe palesare il rischio di default. “Il dollaro è la valuta di riserva del mondo” e le conseguenze di una “chiusura” del governo per il mancato innalzamento del tetto del debito “non ha ripercussioni solo sull’economia americana, ma sull’intera economia mondiale”, ha detto Obama aggiungendo: “Non si può scherzare su questo”. Il presidente americano ha specificato che si attende di parlare con i leader del Congresso nel corso della giornata e nei prossimi giorni per affrontare i nodi di budget e tetto del debito.

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