Sequestro preventivo da parte della Guardia di finanza per 251,6 milioni di euro di beni e conti correnti riferibili alla famiglia Ligresti e alla Fondiaria Sai. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Torino Silvia Salvatori nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della compagnia quando la famiglia siciliana era l’azionista di controllo.

I sequestri interessano beni riconducibili alla famiglia, ma anche proprietà della compagnia ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti. A questa seconda categoria appartegono cinque alberghi della catena Atahotels, gli stessi che, coincidenza vuole, sono al centro delle operazioni contestate alla gestione Ligresti di Fondiaria alla quale erano stati venduti nel 2009 dalle società di famiglia, in conflitto d’interesse, per 25 milioni di euro.

In dettaglio il sequestro per equivalente a carico di Fondiaria riguarda l’Atahotel Principi di Piemonte a Torino, il complesso Naxon beach a giardini Naxos, in Sicilia, il Grand hotel fiera Milano, l’Atahotel Varese e il Golf hotel Campiglio a Madonna di Campiglio. Le strutture, in ogni caso, continuano a svolgere la loro attività dato che il sequestro è volto a ledere il diritto di proprietà e non ad incidere sulla sua gestione. Il controvalore complessivo stimato dagli inquirenti che hanno disposto il sequestro è di 215 milioni di euro.  La valutazione si basa su una perizia estimativa di Scenari Immobiliari che stima in 38 milioni il controvalore del Principi di Piemonte, in 64 milioni il Giardini Naxos, in 23 milioni il Fiera di Milano, in 53 milioni il Varese e in 37 il Golf di Campiglio.

Ammonterebbe invece a 9,2 milioni  di euro il controvalore delle polizze assicurative sequestrate alla famiglia siciliana insieme al complesso immobiliare di San Siro a Milano dove si trova il patriarca ai domiciliari che è intestato alla Pegasus, nonchè le azioni della società il cui valore complessivo è di 18,5 milioni di euro. In particolare a Salvatore Ligresti sono state sequestrate due polizze assicurative per un valore di 5,5 milioni, due polizze sequestrate anche alla figlia Giulia (valore 1,2 milioni) e alla primogenita Jonella (valore 2,5 milioni). Nei confronti del figlio Paolo riparato in Svizzera di cui è fresco di cittadinanza, invece, sono stati sequestrati tutti i conti correnti bancari e postali a lui riconducibili.

Agli ex amministratori della compagnia sono stati poi sequestrati conti correnti bancari e postali per un controvalore complessivo di 2,15 milioni di euro. In particolare all’ex amministratore delegato Fausto Marchionni sono stati sequestrati i conti fino alla concorrenza di 150mila euro, al suo successore Emanuele Erbetta per 500mila euro e all’ex vicepresidente Antonio Talarico per 1,5 milioni.

Il totale dei beni sequestrati alla compagnia e ai 7 indagati corrisponde al profitto che sarebbe stato illecitamente ottenuto attraverso i reati ipotizzati a loro carico e, in particolare, grazie a irregolarità nella compilazione del bilancio della compagnia assicuratrice con l’alterazione della voce “riserva sinistri”. In dettaglio secondo il Gip il danno derivante dal presunto reato di manipolazione del mercato è stato “pari a 207.400.000 euro per le azioni ordinarie e 44.200.000 per quelle risparmio, per un totale di 251.600.000 euro”.

Il giudice ha quindi fatto proprie le conclusioni del consulente della procura, Giovanni Petrella, che ha preso in esame il periodo compreso fra il 24 giugno 2011 (“cioè l’ultimo giorno di borsa aperta precedente l’avvio del periodo di offerta e del periodo di negoziazione in borsa dei diritti di opzione”) e il 23 dicembre dello stesso anno. Si tratta, come si legge nella parte che riguarda le ipotesi di reato, di “un danno patrimoniale corrispondente alla perdita di valore del titolo nonché alla distruzione dell’investimento per i soci”.

L’operazione delle Fiamme Gialle arriva a pochi giorni dagli ultimi interrogatori che hanno visto sfilare davanti ai pm anche Giulia e Jonella Ligresti, rispettivamente detenute nel carcere di Vercelli e Torino dallo scorso 17 luglio. Il sequestro di oggi si somma a quello eseguito, a fine luglio, dal procuratore pubblico capo di Lugano che ha sequestrato circa 30 milioni di euro depositati su conti in Svizzera intestati a Salvatore Ligresti e alle figlie. Bloccati anche i beni del figlio Paolo. Il provvedimento della magistratura elvetica procede a carico della famiglia per l’ipotesi di autoriciclaggio.

Venerdì 9 il Tribunale del riesame aveva respinto i ricorsi contro gli ordini di custodia cautelare presentati da Salvatore e Jonella Ligresti, Erbetta e Talarico. I giudici hanno anche respinto la richiesta della difesa di don Salvatore di trasferire il procedimento a Milano per competenza territoriale. I legali dei Ligresti presenteranno ricorso in Cassazione contro il decreto rinnoando la richiesta di trasferimento del procedimento. Per Giulia, in ogni caso, si profila una proposta di patteggiamento.

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