Nessun pericolo per la salute. Secondo la relazione conclusiva dell’Istituto superiore di Sanità “i risultati delle misure sperimentali effettuate dall’Ispra” sulle antenne del sistema Muos degli Usa a Niscemi (Caltanissetta) “indicano che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici sono attualmente rispettati in larga misura”. 

L’impianto di comunicazioni satellitari non è gradito ai residenti che si oppongono con manifestazione e con un comitato. Nel febbraio scorso il presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, aveva bloccato i lavori. I consulenti del comune di Niscemi nei mesi scorsi avevano denunciato i pericoli del Muos:  maggiore rischio di leucemie, anche e soprattutto infantili, infertilità, interferenze con strumenti salvavita come i peacemaker. Ma il governo aveva dichiarato la base americana di Niscemi “sito d’interesse strategico per la difesa militare” spingendo l’amministrazione regionale a dirsi pronta a un ricorso alla Corte Costituzionale a dire l’ultima parola sulla vicenda. Il 20 giugno scorso era stata anche organizzata una visita dell’impianto da parte delle autorità statunitensi con momenti di tensione. In quell’occasione il console generale Donald Moore aveva garantito che la “sicurezza e la sanità pubblica sono valori importanti”. 

Lo scorso 9 luglio gli attivisti del comitato “No Muos” avevano ottenuto una prima vittoria sul fronte amministrativo. Il Tar di Palermo aveva respinto le richieste di sospensiva presentate con due ricorsi del ministero della Difesa contro la Regione che tendevano a far riprendere la costruzione Mobile user objective system. Il Tar si pronuncerà, probabilmente a ottobre, sulla legittimità della realizzazione. Il perito nominato dal Tribunale (per un altro ricorso pendente), Marcello D’Amore, docente alla Sapienza, in una relazione ha sostenuto che “il campo elettromagnetico irradiato dal Muos può produrre effetti biologici sulle persone esposte, interferenze elettromagnetiche in apparecchiature elettroniche, strutture aeroportuali e aeromobili, effetti sulla biocenosi e sulla fauna del sito d’importanza comunitaria Sughereta di Niscemi”. Una valutazione errata per il fisico John Octting della Johns Hopkins dell’università di Baltimora: “Le onde elettromagnetiche del Muos fanno meno male di un forno a microonde”. 

Oggi il verdetto dell’Iss: “L’impatto delle antenne presso la stazione Nrtf –  si legge nella relazione del 12 luglio di cui l’Ansa ha preso visione – può essere considerato separatamente da quello delle antenne attualmente in funzione”. Secondo lo studio “non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici” e “anche nell’ipotesi, poco probabile, di un puntamento delle antenne paraboliche a livello del terreno, o comunque nelle direzioni di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi possano essere considerati del tutto trascurabili”.

Per quanto riguarda le possibili interferenze su apparecchiature elettromedicali “non sono prevedibili particolari problemi, connessi alla messa in funzione delle antenne Muos in quanto i livelli di campo elettrico nei luoghi dove è possibile la presenza di tali apparecchiature sono inferiori a 0,6 V/m, compatibili quindi con i normali livelli di campo elettromagnetico di fondo”. Nessun rischio, prosegue la relazione, anche per dispositivi come “pacemaker e defibrillatori cardiaci impiantati”. Tuttavia, l’Istituto superiore di Sanità sottolinea che “la natura puramente teorica delle valutazioni qui riportate impone comunque la necessità di verifiche sperimentali, successive alla messa in funzione delle antenne del sistema Muos, qualora quest’ultime vengano affettivamente installate”.

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