Continuano le minacce della Corea del Nord. Dopo il via libera a un attacco nucleare contro gli Stati Uniti, arriva la notizia che il regime di Pyongyang ha recentemente trasferito un missile balistico a medio raggio sulla costa orientale. In seguito alle minacce della Corea del Nord, ieri gli Stati Uniti hanno dispiegato un avanzato sistema di difesa anti missile nella loro base militare di Guam. La decisione di Pyongyang di spostare il missile viene vista come una risposta alla mossa Usa.

Secondo Il ministero della Difesa sudcoreano il trasferimento del missile è motivato dall’imminenza di un test di lancio o di esercitazioni militari. “Non si tratta di un missile Kn 08, ma può raggiungere distanze significative – ha detto Kim Kwan jin parlando alla commissione Difesa del Parlamento -. Non può però raggiungere il territorio continentale degli Stati Uniti”. L’intervento del ministro di Seul smentisce quindi quanto riportato dal giornale giapponese Asahi, secondo cui i satelliti americani hanno individuato un treno merci diretto verso la costa orientale con a bordo un missile Kn 08, che ha una gittata di 10mila chilometri. Secondo i funzionari sudcoreani, invece, il missile sarebbe un Musudan, che ha una gittata tra i 3mila e i 4mila chilometri e che potrebbe raggiungere la base militare Usa di Guam, dove Washington ha schierato la difesa anti-missilistica.

Intanto dagli Stati Uniti è arrivata la risposta alle provocazioni di ieri su un possibile attacco con armi nucleari: “La Corea del Nord deve smetterla con minacce provocatorie e cercare di conformarsi agli obblighi internazionali” ha affermato la Casa Bianca, definendo le recenti dichiarazioni di Pyongyang “non costruttive”. Si è trattata, per Washington, di una “nuova dichiarazione provocatoria che isola ancora di più la Corea del Nord dal resto della comunità internazionale e che sottolinea il bisogno di sviluppo economico”. Secondo gli analisti, del resto, dietro la dichiarazione di guerra di Pyongyang agli Usa c’è un quadro geopolitico complesso, con un Paese allo stremo che sta facendo crescere al massimo la tensione per arrivare a una trattativa che sblocchi l’economia interna.

Il Giappone, vista l’escalation in corso nell’area, sta prendendo misure per raccogliere informazioni e collaborare con gli altri Paesi. Intanto l’alleanza tra Pyongyang e Cina inizia a traballare. Nei giorni scorsi Pechino avrebbe rifiutato ripetutamente di inviare un suo rappresentate in Corea del Nord nonostante le insistenti richieste. Preoccupato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki Moon, che ha parlato anche delle restrizioni ai lavoratori sudcoreani impiegati nel distretto industriale di Kaesong, auspicando una rapida eliminazione di tali restrizioni.

Parole dure dalla rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton, secondo cui le “continue violazioni delle risoluzioni Onu minacciano la stabilita della regione e condurranno inevitabilmente a una risposta sempre più unita della comunità internazionale”. Sostiene la necessità di “un deterrente nucleare” il primo ministro britannico David Cameron, a causa dell’aggressività e imprevedibilità della Corea del Nord. Da Mosca  il portavoce del ministero degli Esteri russo Aleksandr Lukashevich ha dichiarato che la decisione della Corea del Nord di perseguire il programma nucleare “ostacola, se non chiude” le possibilità di riprendere i negoziati a sei.

Intanto un attacco al regime di Pyongyang è arrivato dal collettivo hacker Anonymous, che ha attaccato numerosi siti web e profili Twitter e Facebook della Corea del Nord. Sul profilo Flickr del sito Uriminzokkiri, gli hacker hanno piazzato un manifesto “wanted” con l’immagine di Kim Jong-un trasfigurata in quella di un maiale con topolino tatuato sul ventre. Tra i siti oscurati anche quello della compagnia aerea nazionale, Air Koryo.

 

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