Ormai è scontro aperto. Roberto Formigoni e Roberto Maroni continuano a punzecchiarsi a distanza e ormai non si prendono più su niente. Il segretario della Lega Nord gigioneggia, ma sa che il suo partito spinge perché sia lui il candidato alla presidente della Regione Lombardia. Il governatore uscente non ci sta e mette in pista senza troppa cautela il nome dell’ex sindaco Gabriele Albertini. Poi l’altro fronte della battaglia: la data delle elezioni. Formigoni insiste dicendo che la prima data utile potrebbe essere quella del 16 dicembre perché questo è anche l’orientamento del governo, mentre Maroni lo smentisce apertamente: “Io so che l’esecutivo ha un’opinione un po’ diversa”.

Formigoni: “Chi ha rotto l’alleanza non può essere il candidato di tutti”
Il “Celeste” è sicuro:  Maroni non può essere il suo successore. “Io non credo che colui che si è assunto la responsabilità grave di rompere l’alleanza possa pretendere oggi di essere il candidato di tutti. Lo stesso Maroni ha più volte sottolineato che la Lombardia ha governato bene. E allora perché ha rotto l’alleanza? Dopo aver rotto l’alleanza non può certamente pretendere di essere lui a riunificarla”. E così mette sul tavolo un annuncio non ufficiale (“perché saranno gli organi decisionali del partito a deciderlo”), ma che rappresenta una convinzione: “Tutti convergeranno sulla candidatura” di Albertini. “Ieri il segretario nazionale Alfano – ha ribadito Formigoni – ha concordato con me che il candidato sarà del Popolo della Libertà”. Da qui l’inutilità delle primarie del centrodestra “perché il candidato del Pdl è Gabriele Albertini”. “Non si sono fatte avanti altre candidature – aggiunge – Maurizio Lupi ha già dichiarato responsabilmente di non essere disponibile a candidarsi, così come ha fatto l’ex ministro Maria Stella Gelmini che ha detto di non essere disponibile”.

Albertini: “Pdl e Lega non bastano per vincere”
A questa posizione mette il “timbro” anche un intervento dello stesso candidato in pectore (per il Pdl), Albertini: “La Lega senza il centrodestra non vince, anche con Maroni candidato: tutti i sondaggi la danno al terzo posto – afferma -Non so quanto le convenga certificare una sconfitta così evidente”. L’ex sindaco però dice di voler allargare il suo orizzonte: “Non credo bastino Pdl e Lega per vincere le elezioni. Dobbiamo sparigliare il quadro politico, riconquistare quegli elettori che hanno fatto scelte diverse”. 

Maroni: “Io ho dato la disponibilità a primarie di coalizione”
Maroni, invece, alle primarie di coalizione crede: “Io ho dato la disponibilità, ma non ho più avuto risposte dal Pdl. Tutto tace”. Certo, girano tanti nomi: Albertini, Lupi, Gelmini “sono tutte persone che stimo, però non è una questione personale ma politica”. Di una cosa è certo, Maroni, che la Lega non comprende chi vorrebbe sostituirla magari con l’Udc. “Sento – ha spiegato – che nel Pdl c’è qualcuno che vorrebbe fare un’alleanza con l’Udc, perché la Lega sarebbe incompatibile: siamo incompatibili dopo 12 anni di governo insieme? Ma se in Sicilia l’Udc appoggia un candidato diverso da quello del Pdl, qualcuno dovrebbe spiegarmi questa bizzarria”.

Intanto la Lega fa le primarie di partito
E intanto la campagna delle primarie della Lega Nord è partita. Da dopo le 9 i militanti hanno iniziato a installare i primi gazebo che nel week end raccoglieranno l’indicazione di militanti e simpatizzanti (ma anche di chi non vota generalmente per il Carroccio) per dare un nome al candidato leghista per le prossime regionali lombarde. Una campagna, quella della cosiddetta “Gazebata”, che coinvolge tutta la Lombardia: 1.700 i gazebo allestiti nel fine settimana (60 solo a Milano) a cui si aggiungono 300 sezioni di partito. Come da previsioni il nome forte è quello di Maroni. Insieme ai “desiderata” della base per il successore di Formigoni, lo sforzo del partito è anche quello di raccogliere le firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare per chiedere di indire referendum su euro e Imu e per trattenere sul territorio il 75% delle tasse versate dai lombardi.

Formigoni: “Voto, prima data utile il 16 dicembre”. Maroni: “Il governo non la pensa così”
Le posizioni tra il presidente della Lombardia e il leader della Lega si divaricano anche sulla data delle elezioni. Formigoni è sicuro: la prima data utile è il 16 dicembre, mentre l’ultima è il 27 gennaio ai sensi della legge vigente. Niente election day, insomma. “La data sarà scelta dal prefetto di Milano in unità con il Governo – ha detto Formigoni -, quindi io non ho titolo per decidere. Segnalo soltanto che la prima data utile è il 16 dicembre, l’ultima il 27 gennaio”. La conferma, ha spiegato,  durante una conversazione ufficiale con il sottosegretario Catricalà. L’election day non ci sarà “per un motivo molto preciso: perché in un momento come questo prolungare una campagna elettorale in Lombardia, in questo momento di difficoltà e di crisi, sarebbe un danno per la Lombardia e quindi per l’Italia. Bisogna ridurre al minimo il momento tra la cessazione della mia Giunta e l’insediamento di quella nuova”.

Dichiarazioni apparentemente smentite da Maroni (peraltro ex ministro dell’Interno): “Anche io ho sentito il ministero dell’Interno, la Presidenza del Consiglio e la Prefettura, quello che ho sentito è un’opinione un po’ diversa da quella del presidente Formigoni”. E chiede di nuovo l’election day: “Buttar via 50 milioni sarebbe un insulto”.

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