Uno striscione apparso nella manifestazione di oggi a Roma

”Se il governo confermasse nei prossimi giorni che gli esodati sono 65mila allora non resta altro che chiedere le dimissioni del presidente dell’Inps“: parola del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che oggi, durante la manifestazione nazionale organizzata dalle tre più importanti sigle sindacali a Roma, ha confermato come il numero reale degli esodati sia molto superiore a quello dei salvaguardati annunciati dal governo. Per questo motivo, quindi, per la Camusso non si può affidare un istituto così importante a chi “non ha il coraggio” di dare i numeri reali.

La polemica è nata ieri, dopo la nota ufficiale con cui il ministero del Lavoro aveva definito “allarmistiche” le stime più alte di cui si è parlato in questi giorni per quanto riguarda coloro che sono rimasti sia senza lavoro (perché hanno accettato gli incentivi) che senza pensione (perché la riforma Fornero ha fatto slittare il diritto acquisito negli anni). In tal senso, infatti, l’ultimo a valutare in almeno 130mila i lavoratori in queste condizioni è stato mercoledì scorso Mauro Nori, direttore generale Inps, che in audizione alla Camera aveva parlato di “130mila esodati”. Oggi, dopo la comunicazione del governo e le accuse della Camusso, Nori è tornato a parlare, confermando numeri e contenuto di quanto detto a Montecitorio.

“Non c’è alcuna contraddizione tra i numeri sugli esodati” ha precisato in una nota lo stesso Nori, che ha spiegato come “il numero esplicitato dal Direttore generale nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera, su precisa domanda, si riferiva alla stima delle platee dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni, in procedure di mobilità, in esodi individuali incentivati ed alle altre categorie previste. Il numero emerso dal tavolo tecnico si riferisce invece alla fotografia dei destinatari degli interventi stabiliti dal legislatore e comprende tutti i lavoratori che ad oggi risultano già cessati ed estromessi dai processi produttivi per effetto di procedure di mobilità o per dimissioni individuali al 31.12.11 sulla base di accordi individuali o collettivi”.

Ancora incertezza, quindi, sui numeri reali dei lavoratori in questa situazione. E proprio per questo motivo, Susanna Camusso ha preannunciato nuove iniziative di protesta: “O il governo troverà una soluzione previdenziale per tutte le categorie degli esodati – ha detto il segretario della Cgil – o i sindacati proseguiranno la mobilitazione”.

All’origine, neanche a dirlo, l’ambiguità dei numeri. “Se non fosse che è un problema importante e tragico direi che il governo fa un gioco di prestigio perché alla fine della lunga indagine abbiamo lo stesso numero del Milleproroghe” ha detto Camusso, secondo cui “la decisione del governo di dire che il problema non c’è non mi pare una buona premessa. I 65mila – ha proseguito il segretario Cgil– sono una parte del problema, ma non ci sono risposte per coloro che hanno fatto accordi prima del 2011 ma lasciano il lavoro dopo e per quelli che hanno fatto accordi individuali. Il governo fa finta di non sapere che il numero che ha dato riguarda solo una piccola parte del problema – ha accusato la Camusso – La cifra di oltre 300mila esodati non l’abbiamo inventata noi, ma veniva da fonti ufficiali”. Per la sindacalista, quindi, ci sono “coperture insufficienti per il problema, siamo di fronte ad una cosa pericolosa. Il messaggio che arriva alle persone che sono qui in piazza è che sono dei fantasmi“.

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