La manifestazione di oggi a Torino

“La manovra è fortemente depressiva e il rigore ricade sempre sui soliti noti. Aggrava la situazione del Paese, non la risolve”. Parola del segretario della Cgil Susanna Camusso, che dal presidio davanti a Montecitorio a Roma ha commentato così l’andamento dello sciopero di tre ore svoltosi oggi nelle principali città d’Italia. Una forma di protesta seguita all’incontro notturno con il premier Mario Monti, appuntamento che non ha dato i frutti sperati. E così la ‘minaccia’ annunciata da Cgil, Cisl e Uil è diventata realtà, con cortei e manifestazioni da Nord a Sud. ”Non è detto che sia finita e che questo sciopero sia l’unico. Bisogna ricominciare a costruire un cammino unitario con gli altri sindacati” ha annunciato il segretario della Cgil Susanna Camusso, che poi ha ricordato come “l’incontro con Monti è stato sicuramente molto più deludente di quello che ci si aspettava. C’è un no ad affrontare il tema dell’indicizzazione delle pensioni, sulla casa e l’Ici”, quindi la manovra “è iniqua proprio rispetto a chi paga il conto” perché “pagano molto di più i redditi medio bassi e individuali. Pagano quelli che denunciano tutto e non chi ha di più”. Una posizione netta quella della Cgil e degli altri sindacati (Cisl, Uil e Ugl), che domani vedranno il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani. Al centro dell’incontro, la manovra che sarà approvata nei prossimi giorni alla Camera. ”Abbiamo parlato di come continuare la battaglia” ha detto invece il segretario della Cisl Raffaele Bonanni uscendo dall’incontro pomeridiano con i leader di Cgil e Uil. “Non daremo tregua al Governo fino all’ultimo – ha aggiunto – e anche dopo. Abbiamo parlato di come organizzarci”. Dura anche la presa di posizione di Luigi Angeletti, segretario Uil, che ha sottolineato come ”la manovra correttiva dovrebbe salvare l’Italia ma anche gli italiani, che invece hanno avuto qualche colpo dal provvedimento piuttosto che prospettive di salvezza”. Per Angeletti, la finanziaria “rischia di aumentare la disoccupazione e questo rischia di condurci a una nuova manovra”.

ROMA

Nella capitale, i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl oggi pomeriggio, dopo l’approvazione del testo da parte della Commissione Bilancio, saranno davanti a Montecitorio per chiedere a tutte le forze politiche di mitigare in aula il decreto ‘salva Italia’, in particolare gli articoli sull’adeguamento all’inflazione delle pensioni più basse e sull’imposta sulla casa. Davanti a tutte le prefetture del Paese, inoltre, si terranno presidi. I segretari generali delle quattro sigle sindacali saranno in piazza Montecitorio dalle 16, ma già dalle 14, secondo gli organizzatori, la piccola piazza prospicente la Camera dei Deputati inizierà a riempirsi. ”La manovra è fortemente depressiva e il rigore ricade sempre sui soliti noti. Aggrava la situazione del Paese, non la risolve, perché il paese chiede soluzioni eque e che i sacrifici non ricadano sempre sui soliti noti” è il parere del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, commentando l’andamento dello sciopero di oggi di Cgil, Cisl, Uil e Ugl contro la manovra finanziaria. “Su rendite e patrimoni – ha detto la Camusso, parlando a margine del presidio in corso a Roma – non c’è uguale attenzione rispetto al carico fiscale sui lavoratori, sulle pensioni e sull’Ici”.

CAGLIARI

Sono circa seimila le persone che, sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil, sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro la manovra. Dalle prime ore della mattina, i manifestanti si sono ritrovate in piazza del Carmine, davanti al Palazzo del Governo. Da qui il corteo si è diretto verso viale Bonaria dove, di fronte alla sede della Rai Regionale, è stato attuato un presidio e un volantinaggio. I leader sindacali regionali di Cgil, Enzo Costa, Cisl, Mario Medde, e Uil, Francesca Ticca, hanno spiegato le ragioni dello sciopero al prefetto di Cagliari, Giovanni Battista Tuveri, e al suo vice Andreina Farris. Sono giunte alla manifestazione delegazioni dei territori di Cagliari, Medio Campidano e del Sulcis-Iglesiente per sottolineare il dramma delle industrie in crisi. “E’ una manovra ingiusta e inadeguata e non coglie le esigenze di un rilancio dello sviluppo e occupazione in una regione, come la Sardegna, che sta sprofondando, più di altre, sotto i colpi della crisi – ha sottolineato Medde, segretario generale Cisl sarda – colpisce i redditi più bassi, interviene in modo pesante sulle pensioni, non si parla di tassare i grandi patrimoni immobiliari, nè di intervenire per limitare gli sprechi della politica, insomma a pagare sono lavoratori e o pensionati”.

TORINO

Migliaia di lavoratori in sciopero anche a Torino, dove la protesta è indirizzata anche alla Fiat, il cui logo compare sullo striscione (”Per la libertà del lavoro”), in testa al corteo della Fiom nel centro del capoluogo piemontese. Dietro sfilano migliaia di metalmeccanici, con un’adesione che, secondo la Fiom, è stata davvero molto alta in tutte le fabbriche: 69 per cento alle ex meccaniche di Mirafiori, oltre il 50 per cento all’Iveco, 70 per cento all’Avio di Rivalta, 90 per cento all’Avio di Borgaretto, 95 per cento alla Microtecnica, tra il 70 e il 90 per cento nelle piccole aziende del Canavese e di Moncalieri. “Abbiamo voluto dare un segno particolare alla presenza dei metalmeccanici – ha spiegato il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono – sia anticipando a oggi lo sciopero di otto ore previsto per il 16, sia con la manifestazione che sta riuscendo molto bene. Questo per dire che siamo contro la manovra e contro il tentativo Fiat di cancellare il contratto nazionale. E’ importante sottolineare questo proprio qui a Torino dove è probabile che nelle prossime ore si consumi uno strappo democratico nei confronti dei lavoratori”. La manifestazione, poi, si è conclusa con una simbolica occupazione di un binario della stazione di Torino Porta Nuova, dove i sindacati di base sono entrati nella struttura fino a raggiungere il presidio permanente dei lavoratori della Vagonlits. Dopo un breve comizio, i manifestanti hanno simbolicamente occupato per un paio di minuti il binario da cui parte il treno Frecciarossa, ed ora stanno lasciando la stazione.

BOLOGNA

A Bologna (ma anche in altre cittè italiane), la Cgil è andata in piazza da sola per lo sciopero contro la manovra. Come ha spiegato il segretario Danilo Gruppi, parlando sotto la pioggia, “lo intendiamo in pieno sostegno alla proposta di modifica alla manovra che i tre sindacati hanno unitariamente avanzato”. Le otto ore di sciopero della Cgil – sotto lo slogan ‘L’alternativa c’è, paghi chi non ha mai pagato’ – unita alla critica alla manovra anche la protesta contro il ‘modello Fiat’, questione che ha impedito la proclamazione di uno sciopero unitario. Dal palco, ha infatti parlato una pensionata e un delegato Fiom della Magneti Marelli, illustrando le conseguenze per la fabbrica dell’uscita del gruppo Fiat da Confindustria e dell’emarginazione della Fiom”. La Cisl non è andata in piazza, ma ha fatto assemblee nella sua sede provinciale e nei luoghi di lavoro. “Avremmo voluto portare in piazza tutta questa gente – ha detto il segretario Alessandro Alberani – questo è un momento amaro per il sindacato bolognese”.

GENOVA

E’ partito dalla stazione di Genova Principe e conta la partecipazione di oltre mille persone – controllate da un ingente servizio d’ordine della Cgil e dalle forze dell’ordine – il corteo dei sindacati, a cui dovrebbe congiungersi un piccolo contingente di studenti che si sta radunando in piazza Caricamento. La manifestazione terminerà davanti alla prefettura di Genova, dove dovrebbero tenersi i comizi. Una delegazione di sindacalisti verrà ricevuta dal prefetto del capoluogo ligure, Francesco Musolino.

ALTRE CITTA’


Video di Giovannij Lucci

A Milano, invece, dalle 16 ci sarà un presidio unitario davanti alla Prefettura, mentre manifestazioni, volantinaggio e cortei sono previsti davanti alla Prefetture di Napoli, Salerno, Benevento, Avellino e Caserta. Anche se non sono stati resi noti ancora i dati ufficiali, invece, è positivo il bilancio dell’adesione in Umbria. In particolare, una adesione molto alta sarebbe stata registrata nel settore metalmeccanico. Questa mattina davanti alle prefetture di Perugia e Terni i lavoratori, insieme alle rappresentanze sindacali, hanno dato vita ai presidi, con striscioni e slogan contro la manovra e la crisi. Centinaia le persone che, nonostante la pioggia, hanno partecipato a Perugia, tra lavoratori, pensionati e studenti. Una delegazione è stata poi ricevuta dal prefetto.

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