Expo 2015 vola in Cina. C’è da presentare l’avventura milanese e presenziare al gran finale dell’esposizione universale di Shanghai. Peccato che a guidare la delegazione del comune di Milano ci sia un condannato in primo grado e ora imputato per truffa aggravata e abuso d’ufficio ai danni dello stesso comune. La notizia arriva nella giornata in cui il sindaco Letizia Moratti incassa l’ok parigino con il Bie che autorizza la registrazione di Expo 2015 all’Assemblea generale del prossimo novembre. Nell’attesa c’è da far fronte all’ennesimo pasticcio di palazzo Marino. Pietra dello scandalo è Stefano Di Martino (nella foto in alto), ex An e vicepresidente del Consiglio comunale, partito proprio ieri pomeriggio alla volta della Cina.

Nel luglio scorso Di Martino è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata e abuso d’ufficio. Per il giudice avrebbe dato il via a finanziamenti pubblici per 580mila euro ad Alkeos, una onlus, nata nel 2004, con il compito di integrare la comunità cinese nel tessuto milanese. Tanto denaro a cosa serviva? Per iniziative, sostengono i carabinieri, che non sempre si sono realizzate. Tra le varie ed eventuali i 44mila euro stanziati per il giornaletto bilingue stampato in 4mila copie, oppure gli 80mila euro per il consultorio di ostetricia all’ospedale Buzzi, quando la struttura ospedaliera era già un punto di riferimento per la comunità cinese. E ancora: 85mila euro per 150 questionari da distribuire. Progetto, annotano gli inquirenti, supportato da non precisate consulenti.

Il 24 giugno scorso, lo stesso Di Martino ha incassato una condanna a nove mesi con pena sospesa per ingiuria, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e adunata sediziosa. Tutti reati commessi durante la rivolta di Chinatown del 13 aprile 2007, arrivata due settimane prima dall’omicidio di due ragazzi cinesi, episodio che ha portato via Paolo Sarpi sulle prime pagine dei giornali nazionali.

Poche settimane dopo il rinvio a giudizio. Che Di Martino condivide con Guido Manca, ex assessore e presidente del Cda di Metroweb, azienda partecipata dalla municipalizzata A2A. E manco a farlo apposta lo stesso Manca tra pochi giorni si unirà alla pattuglia morattiana in visita a Shanghai. Il suo arrivo è previsto per il prossimo 25 ottobre. Esattamente il giorno in cui è convocata l’udienza preliminare. Contro Manca e Di Martino, il Comune di Milano si è costiuito parte civile come si capisce leggendo la delibera di giunta dell’8 ottobre scorso.

Nel processo penale si presenterà anche la psicologa milanese Emanuela Troisi, già presidente della onlus Alkeos. Secondo il pm Grazia Pradella, avrebbe incassato i 580mila euro in due tranche tra il 2004 e il 2005. Una terza tranche da 200mila euro sarà invece bloccata dalla stessa Moratti pochi mesi dopo il suo insediamento nel 2006.

Fondata nel 2004, la Onlus con sede in piazza Gramsci a due passi da via Paolo Sarpi e dal cuore di Chinatown, nel tempo ha avviato corsi di lingua cinese, rapporti con l’Asl o iniziative sociali come il concorso di Miss China in Italy. La richiesta di finanziamenti parte in quello stesso 2004 quando però l’associazione non è ancora nata. Nonostante questo, Emanuele Troisi con il supporto di Stefano Di Martino, allora presidente della commissione Sicurezza, inizia un’istruttoria formale. Qui la palla passa a Manca. Il quale, secondo quanto scrive il pm, pur conoscendo la situazione presenta due delibere per 580mila euro.

L’inchiesta, poi, si sofferma sulla figura della stessa Troisi i cui interessi sembrano andare ben oltre il volontariato. Sempre nel 2004, fonda la Milan-China logistic srl con sede a Trezzano sul Naviglio. La società, cessata nell’inverno del 2008, si occupa di compravendita di beni immobili. Tra i soci compare anche l’ex vicesindaco ed ex assessore Giovanni Berardinello. L’obiettivo è quello di creare un centro di distribuzione per i grossisti cinesi fuori città. Tra i soci c’è anche l’imprenditore Hsi Sun Tsi, titolare di un noto ristorante di piazza Oberdan. Nulla di illegale, ovviamente, ma suona quantomeno stravagante questa commisitione nella Milan-China di politici e imprenditori.

In tutto questo non mancano le implicazioni politiche. Di una politica, quella milanese e di maggioranza, sempre più arroccata in correnti. Tra queste, certo, quella che fa riferimento al vicesindaco Riccardo De Corato, da tempo in rotta con lo stesso Di Martino. Costituirsi parte civile significa dunque lanciare un messaggio chiaro. Lo stesso valga per Manca, uomo molto vicino al presidente della Provincia Guido Podestà. Un conto che a donna Letizia potrebbe risultare salato in vista dello stesso Expo e della complicata situazione del nuovo Piano di govenro del territorio.

Uscire allo scoperto in questa maniera, per il sindaco significa anche prendere una posizione netta sul tema della legalità. Perché se il commercialista Pietro Pilello è stato estromesso dalle sue cariche pubbliche per i suoi presunti rapporti (non è indagato) con la ‘ndrangheta, lo stesso dovrebbe accadere per Manca, presidente-imputato di una società a partecipazione pubblica.

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