Francia, la Corte costituzionale dà via libera alla riforma delle pensioni: cortei in tutto il Paese. A Rennes porta del commissariato in fiamme

I nove giudici hanno approvato i punti essenziali del provvedimento. Il presidente della Repubblica ha proposto un incontro ai sindacati. Che però, in assenza di segnali di apertura, hanno rilanciato con una convocazione eccezionale per l'1 maggio. Cortei selvaggi nella Capitale e proteste in tutto il Paese

Aggiornato: 16:44

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    I giudici danno il via libera alla riforma, i sindacati annunciano una mobilitazione eccezionale per il 1° maggio

    Dicono che nessuno ci contava davvero, ma fino all’ultimo hanno sperato in un segnale. Alla fine è successo quello che era stato ampiamente previsto: i nove giudici del Consiglio costituzionale francese hanno dato il via libera all’essenziale della riforma delle pensioni. È stato infatti approvato il dispositivo centrale, ovvero la decisione di aumentare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Centinaia di persone sono scese in piazza a Parigi in segno di protesta: la manifestazione si è poi trasformata in un corteo selvaggio con incendi e vetrine infrante tra République e place de la Bastille. Intanto i sindacati hanno chiamato a una mobilitazione eccezionale per il prossimo primo di maggio. Respinta al mittente la proposta di Emmanuel Macron di un incontro con la delegazione intersindacale per il 18 aprile: al presidente della Repubblica i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto che si fermi e non promulghi la legge. Uno scenario alquanto improbabile: il capo dello Stato ha 15 giorni per completare il percorso del provvedimento e potrebbe, secondo le ultime indiscrezioni, agire molto in fretta.

    Il Consiglio costituzionale ha anche respinto la prima richiesta di referendum popolare contro la riforma: su una seconda proposta invece, si esprimerà a inizio maggio. I giudici hanno poi bloccato alcuni aspetti del provvedimento, che però non mettono in discussione lo schema centrale: c’è il cosiddetto ‘index’ senior, un indicatore relativo all’impiego di dipendenti anziani che doveva essere obbligatorio da quest’anno per le aziende con più di 1.000 dipendenti e la cui mancata pubblicazione era soggetta a sanzioni pecuniarie. Un’altra delle misure respinte è il “CDI senior”, un contratto riservato agli ultrasessantenni che avrebbe dovuto facilitare l’assunzione di persone di età superiore ai 60 anni in cerca di lavoro a lungo termine. Le Parisien sottolinea che il governo è ora libero di decidere di integrare queste sei disposizioni in un’altra legge e di farle votare oppure di farle cadere; per Emmanuel Macron esiste anche un’altra possibilità, cioè quella di richiedere una nuova deliberazione in Parlamento, invitandolo a modificare le disposizioni bocciate.

    “La lotta continua”, ha sintetizzato il leader della gauche Jean-Luc Mélenchon, gli scioperi si moltiplicheranno, le manifestazioni – con le loro code spesso violente – continueranno. Stasera c’è stato soltanto l’anticipo, decine di cortei sono già previsti per domani, e i sindacati e l’opposizione sono al lavoro per una giornata di protesta generale già annunciata per il primo maggio. La sentenza dei saggi, che qualcuno aveva previsto ma che contraddice la maggioranza dei costituzionalisti chiamati ad azzardare le loro previsioni dai media nei giorni scorsi, ha mandato in frantumi qualsiasi abbozzo di dialogo sociale che era stato ipotizzato nelle ultime ore. Strategia diversa, ma egualmente di opposizione totale per Marine Le Pen, che guarda prima di tutto al 2027 e alle sue ambizioni presidenziali: “La sorte politica della riforma delle pensioni non è decisa, il popolo ha sempre l’ultima parola e spetterà al popolo preparare l’alternativa che tornerà su questa riforma inutile e ingiusta”. “Questa sera non ci sono né vincitori né vinti“, ha detto la premier Elisabeth Borne cercando di gettare acqua sul fuoco, mentre i servizi di comunicazione del suo governo prendevano atto delle decisioni favorevoli dei saggi e annunciavano che “con questa riforma il sistema pensionistico francese sarà in equilibrio entro il 2030”.

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    A Rennes data la fiamme la porta del commissariato

    La porta d’ingresso di un commissariato di polizia è stata data alle fiamme a Rennes nel corso di una manifestazione contro la riforma delle pensioni, scoppiata a seguito della decisione della Corte costituzionale. L’emittente Franceinfo riferisce che le fiamme sono state portate sotto controllo dalle forze dell’ordine nel giro di qualche minuto.

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    Pattumiere incendiate in strada a Parigi

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    Le immagini dei cortei selvaggi nella Capitale

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    Il governo: convalidati 30 articoli su 36

    Il governo “prende atto della decisione del Consiglio costituzionale“, “con questa riforma, il nostro sistema pensionistico sarà in equilibrio nel 2030”: lo si legge in un comunicato del governo francese, nel quale si sottolinea che “sui 36 articoli del progetto di legge, 30 sono stati completamente convalidati, 2 parzialmente e 4 considerati come ‘cavalieri sociali’, cioè da non inserire in una legge di finanziamento della previdenza sociale”. E’ quanto si legge in un comunicato dei servizi della prima ministra, Elisabeth Borne.

  • 20:03

    I giudici danno il via libera alla riforma, i sindacati annunciano una mobilitazione eccezionale per il 1° maggio

    Dicono che nessuno ci contava davvero, ma fino all’ultimo hanno sperato in un segnale. Alla fine è successo quello che era stato ampiamente previsto: i nove giudici del Consiglio costituzionale francese hanno dato il via libera all’essenziale della riforma delle pensioni. È stato infatti approvato il dispositivo centrale, ovvero la decisione di aumentare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Centinaia di persone sono scese in piazza a Parigi in segno di protesta: la manifestazione si è poi trasformata in un corteo selvaggio con incendi e vetrine infrante tra République e place de la Bastille. Intanto i sindacati hanno chiamato a una mobilitazione eccezionale per il prossimo primo di maggio. Respinta al mittente la proposta di Emmanuel Macron di un incontro con la delegazione intersindacale per il 18 aprile: al presidente della Repubblica i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto che si fermi e non promulghi la legge. Uno scenario alquanto improbabile: il capo dello Stato ha 15 giorni per completare il percorso del provvedimento e potrebbe, secondo le ultime indiscrezioni, agire molto in fretta.

    Il Consiglio costituzionale ha anche respinto la prima richiesta di referendum popolare contro la riforma: su una seconda proposta invece, si esprimerà a inizio maggio. I giudici hanno poi bloccato alcuni aspetti del provvedimento, che però non mettono in discussione lo schema centrale: c’è il cosiddetto ‘index’ senior, un indicatore relativo all’impiego di dipendenti anziani che doveva essere obbligatorio da quest’anno per le aziende con più di 1.000 dipendenti e la cui mancata pubblicazione era soggetta a sanzioni pecuniarie. Un’altra delle misure respinte è il “CDI senior”, un contratto riservato agli ultrasessantenni che avrebbe dovuto facilitare l’assunzione di persone di età superiore ai 60 anni in cerca di lavoro a lungo termine. Le Parisien sottolinea che il governo è ora libero di decidere di integrare queste sei disposizioni in un’altra legge e di farle votare oppure di farle cadere; per Emmanuel Macron esiste anche un’altra possibilità, cioè quella di richiedere una nuova deliberazione in Parlamento, invitandolo a modificare le disposizioni bocciate.

    “La lotta continua”, ha sintetizzato il leader della gauche Jean-Luc Mélenchon, gli scioperi si moltiplicheranno, le manifestazioni – con le loro code spesso violente – continueranno. Stasera c’è stato soltanto l’anticipo, decine di cortei sono già previsti per domani, e i sindacati e l’opposizione sono al lavoro per una giornata di protesta generale già annunciata per il primo maggio. La sentenza dei saggi, che qualcuno aveva previsto ma che contraddice la maggioranza dei costituzionalisti chiamati ad azzardare le loro previsioni dai media nei giorni scorsi, ha mandato in frantumi qualsiasi abbozzo di dialogo sociale che era stato ipotizzato nelle ultime ore. Strategia diversa, ma egualmente di opposizione totale per Marine Le Pen, che guarda prima di tutto al 2027 e alle sue ambizioni presidenziali: “La sorte politica della riforma delle pensioni non è decisa, il popolo ha sempre l’ultima parola e spetterà al popolo preparare l’alternativa che tornerà su questa riforma inutile e ingiusta”. “Questa sera non ci sono né vincitori né vinti“, ha detto la premier Elisabeth Borne cercando di gettare acqua sul fuoco, mentre i servizi di comunicazione del suo governo prendevano atto delle decisioni favorevoli dei saggi e annunciavano che “con questa riforma il sistema pensionistico francese sarà in equilibrio entro il 2030”.

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    Corteo selvaggio per le strade di Parigi

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    Già 10 manifestazioni in programma in Francia

    Una decina di manifestazioni è già in programma per domani in Francia contro la decisione del Consiglio costituzionale sulla riforma delle pensioni, che ha parzialmente convalidato la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron dando il via libera al suo fulcro centrale, cioè l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. È quanto risulta a Bfmtv da una nota dell’intelligence territoriale che ha potuto consultare. Proteste sono già in programma per sabato a Rennes, Pontoise e Colmar. È prevista inoltre una manifestazione a Place de la République a Parigi, con circa 500 persone attese, a seguito di un appello della sinistra radicale.

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    Tensioni a Parigi: biciclette a fuoco vicino a l’Hotel de Ville

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    I sindacati chiedono una mobilitazione d’eccezione per il primo maggio

    I sindacati francesi uniti contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron chiedono ai lavoratori in lotta una “mobilitazione eccezionale” per il prossimo primo maggio, Festa del Lavoro: è quanto si legge in una nota diffusa dagli stessi sindacati, dopo il via libera del consiglio costituzionale alla contestata riforma previdenziale che aumenta l’età pensionabile da 62 a 64 anni.