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Nepal, trovato morto uno degli alpinisti italiani dispersi: le vittime salgono a 5

Alessandro Caputo, Stefano Farronato, Paolo Cocco, Marco Di Marcello e Markus Kirchler sono deceduti sul Panbari e sul Dolma Khang
Nepal, trovato morto uno degli alpinisti italiani dispersi: le vittime salgono a 5
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Strage di alpinisti sull’Himalaya. Sono cinque le vittime italiane a causa delle valanghe in Nepal che erano in cammino verso le vette del Paese asiatico. Sono deceduti Stefano Farronato e Alessandro Caputo, dispersi da venerdì scorso sul massiccio del Manaslu, e la stessa sorte è toccata a Paolo Cocco, fotografo abruzzese che era impegnato sul Dolma Khang, e a Marco Di Marcello, guida abruzzese. I primi due nostri connazionali scalavano invece il picco Panbari (6.887 metri): erano stati sorpresi da una valanga al Campo 1, a cinquemila metri sul livello del mare.

Il loro compagno, Valter Perlino, 65 anni, era rimasto al campo base a causa di un malore ed è stato portato domenica mattina in elicottero alla struttura di Samdo, a bassa quota. Altri alpinisti italiani, come detto, risultano dispersi in altre aree del Paese. Secondo quanto riferiscono fonti locali a Afp, sono in tutto nove le persone morte sull’Himalaya dove due incidenti separati si sono verificati da venerdì. Lunedì mattina, una slavina ha spazzato via 12 persone che si trovavano in un campo base a Yalung Ri, una vetta alta 5.630 metri, nel Nepal orientale, e sette di loro sono scomparse. Tra di loro c’erano due italiani, un tedesco e un francese, oltre a due nepalesi.

Tra di loro c’era Cocco e con lui Di Marcello, entrambi abruzzesi, che erano partiti con una spedizione per raggiungere la vetta del Dolma Khang, una delle più remote del Nepal. Cocco, fotografo di 41 anni, è stato vicesindaco di Fara San Martino (Chieti) tra il 2011 e il 2016, mentre Di Marcello è una guida alpina originaria del Teramano. I due erano impegnati nella scalata della cima della montagna, a 6.332 metri, mai raggiunta da un italiano.

Cocco è stato ritrovato cadavere, come annunciato dal sindaco di Fara San Martino, Antonio Tavani. Si nutre invece ancora qualche speranza per Di Marcello. Il fratello di quest’ultimo, Guido, ha spiegato che “il segnale del radiosatellitare in possesso di Marco, che viene poi triangolato a Londra, dove risiede la moglie del capo spedizione e sherpa del gruppo, Phurba Tenjing, è ancora attivo”. La traccia del segnale – che si aggiorna ogni 4 ore – “in questi due ultimi giorni, sarebbe chiara: il ‘puntino’ che corrisponde alla sua posizione, due giorni fa era in discesa e ieri in salita, segno evidente che Marco si muove e quindi ancora in vita”. Alcuni giornali locali come The Himalayan ed Everest Chronicle, citano anche un terzo italiano che sarebbe stato travolto dalla valanga che ha colpito il Dolma Khang: si tratterebbe di Markus Kirchler, un 30enne altoatesino che avrebbe fatto parte di una spedizione diversa rispetto a quella di Cocco e Di Marcello. Per The Himalayan, sia lui che Di Marcello sarebbero morti.

Anche Di Marcello è stato trovato morto: il corpo del biologo di 37 anni originario di Teramo è stato identificato. A renderlo noto è stato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha espresso “profondo cordoglio e vicinanza a nome suo e dell’intera giunta regionale ai familiari”

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