Delitto di Garlasco, verranno consegnati ai pm i messaggi di Paola Cappa inviati a un amico

“Tutte le persone in buona fede cercano di contribuire per capire la verità. Ho preso contatti con un’agenzia per riversare i messaggi ricevuti dal mio assistito su un supporto telematico e poterli così consegnare alla Procura, salvo che non intervenga prima la chiamata del pubblico ministero” ha affermato a Storie Italiane, su Rai 1, l’avvocato Solange Marchignoli, legale di Francesco Chiesa Soprani, l’ex manager dello spettacolo che nei giorni scorsi ha rivelato di avere ricevuto decine di messaggi sul caso Garlasco da Paola Cappa, una delle cugine di Chiara Poggi. “I messaggi sono 186 e verranno ufficialmente consegnati, poi se possono contribuire all’indagine bene, altrimenti nulla – aggiunge il legale – Non sarà un virgolettato che cambierà l’indagine. I pubblici ministeri sono molto preparati e seri non si fanno fuorviare da un virgolettato che appare su un giornale. Magari l’opinione pubblica risponde con la pancia, ma qui stiamo parlando di cose serie”. Il riferimento è alcuni messaggi che vengono attribuiti a Paola Cappa e che sono entrati nel marasma di notizie, anche parziali e non approfondite, degli ultimi giorni.
“Ci tengo a precisare una cosa: c’è troppo rumore di fondo e lo trovo francamente dannoso per le indagini” dice l’avvocata Giada Bocellari, che con il collega Antonio De Rensis assiste Alberto Stasi. “Se qualcuno ha qualcosa da dire e io sono anni che lo spero, è bene che vada in Procura – aggiunge -. Se intende andare, io non trovo sinceramente opportuno darne visibilità in qualche modo soprattutto considerando che a oggi c’è solo un indagato che è Andrea Sempio. Negli ultimi giorni abbiamo visto che ci sono novità serie e importanti, parliamo di queste. Capisco il clamore mediatico, ma invito tutti a fare molto attenzione a quello che si dice“.
“Secondo quello che ci dice la Procura con un comunicato ufficiale, oggi sappiamo che quella impronta palmare è di Andrea Sempio ed è sulle scale della cantina a un’altezza abbastanza significativa: in alto al gradino in cui il corpo di Chiara ha avuto il momento di quiete, quando è stata lanciata dalle scale – ha Bocellari – Ricordo solo che la stessa sentenza di Stasi reputa un grave indizio di colpevolezza un’impronta su un dispenser del sapone, nel bagno che ha frequentato anche lavandosi le mani la sera prima – aggiunge -. Non si possono usare due pesi e due misure: l’impronta di Stasi sul dispenser del sapone un gravissimo indizio di colpevolezza, l’impronta palmare di Andrea Sempio sulle scale dove è stata gettata Chiara Poggi, anche alla luce della presenza del Dna su due dita di due mani diverse della vittima, è un ‘vabbè frequentava la casa’…”.