Nella complessa nuova indagine sul delitto di Garlasco – tra indagini ufficiali della procura di Pavia e incursioni mediatiche – irrompe anche una valutazione di Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa, in alcune recenti interviste ha dichiarato che appare difficile togliere Alberto Stasi dalla scena del delitto. Oggi però interviene anche sull’ultima novità dell’indagine – l’impronta sulla parete destra della taverna della villetta di Garlasco dove Chiara Poggi fu trovata con il cranio sfondato, facendo un appunto su un composto utilizzato dagli investigatori: “E quando una impronta (ritenuta non utile a fini identificativi all’epoca…ora invece lo diventa…ne prendo atto) ottenuta con ninidrina (reagente che ha un colore rosso violaceo e che si lega alla componente di amminoacidi dell’impronta, spesso utilizzata per individuare impronte anche piuttosto vecchie) viene spacciata per un’impronta insanguinata su molte testate giornalistiche (quando i test presuntivi per il sangue diedero esisti negativi) allora scopri che l’apocalisse è vicina….
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