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In Argentina casse di champagne piene di tessere naziste: il ritrovamento nel seminterrato della Corte Suprema

Da una prima osservazione, ci sarebbe anche materiale propagandistico volto a consolidare e ampliare le idee di Adolf Hitler in Argentina
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Un ritrovamento del tutto casuale, che però potrebbe fornire indizi sull’Olocausto e sul finanziamento della presenza nazista in Argentina, fornendo importanti dettagli su aspetti ancora sconosciuti, come il percorso del denaro nazista nel mondo. In Argentina i lavori di apertura del Museo della Corte suprema, situato nel seminterrato del tribunale, hanno portato alla luce centinaia di tessere di iscrizione al partito nazista argentino, passaporti e altri documenti arrivati nel Paese nel 1941 su una nave giapponese. Il sorprendente ritrovamento, scrive il quotidiano Clarìn, che comprende anche cartoline, foto in bianco e nero e proclami del regime nazista, è avvenuto quasi per caso all’interno di alcune casse di legno di champagne Crillón. Da una prima osservazione, ci sarebbe anche materiale propagandistico volto a consolidare e ampliare le idee di Adolf Hitler in Argentina, quando era già scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. La Corte ha ordinato la conservazione e l’inventario di tutto il materiale con il supporto del Museo dell’Olocausto. Clarin ricorda che, secondo il Centro Simon Wiesenthal, “la sezione argentina del partito nazista un tempo contava circa 12mila membri, otto dei quali avevano conti presso la banca che sarebbe poi diventata Credit Suisse” e tuttora si indaga per “verificare se questi conti siano stati utilizzati per finanziare l’arrivo dei nazisti in Argentina”. Nel Paese sudamericano la presenza nazista era di rilievo. Il quotidiano argentino ricorda che “nel 1938, l’Associazione austro-tedesca celebrò l’annessione dell’Austria alla Germania (detta Anschluss) con un evento (…) che passò alla storia come il più grande raduno nazista mai svoltosi fuori dalla Germania. Quel giorno, circa 20mila nazisti si radunarono nel leggendario stadio di Buenos Aires“.

(screenshot dal Clarìn)

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