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Trump taglia i fondi federali a Harvard: il ricatto per piegare l’ateneo alla politica della Casa Bianca

L'amministrazione Usa vuole che l'università si pieghi alle sue richieste. E oltre allo stop alle sovvenzioni vuole privarla del suo status di esenzione fiscale
Trump taglia i fondi federali a Harvard: il ricatto per piegare l’ateneo alla politica della Casa Bianca
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L’ultima mossa che arriva dalla Casa Bianca sembra un tentativo per costringere l’ateneo a tornare al tavolo negoziale nel quale il governo Usa vuole imporre la sua politica anti woke e contro le proteste filopalestinesi. Il ricatto è quello dei finanziamenti federali: il presidente americano ha infatti comunicato all’università di Harvard, il college più antico e ricco del Paese, che non avrà diritto a nuove sovvenzioni federali finché non soddisferà una serie di richieste dell’amministrazione del presidente degli Usa. La decisione è stata comunicata in una controversa lettera ad Alan M. Garber, rettore di Harvard, da Linda McMahon, segretario all’Istruzione, che ha criticato l’università per “una gestione disastrosa”, e rappresenta un’escalation nella battaglia di Trump con l’università.

L’amministrazione aveva precedentemente congelato 2,2 miliardi di dollari in finanziamenti federali all’ateneo, dopo che si è rifiutato di adeguarsi alle richieste di rivedere la governance, le politiche disciplinari e di assunzione, nonché i programmi di diversità. E Harvard ha reagito avviando una causa legale. Trump sta però spingendo anche su un altro fronte: vuole privare l’università del suo status di esenzione fiscale. Una minaccia che era già stata formalizzata il 2 maggio: in un più ampio braccio di ferro sui temi del ‘free speech’, della libertà accademica e del diritto alla protesta politica sui campus, il presidente, che già aveva minacciato la revoca il 15 aprile, ha detto che questo “è quello che meritano”.

Le modifiche dello stato fiscale di Harvard spettano all’Irs – Internal Revenue Service, l’agenzia delle entrate americana -: non è però chiaro se l’agenzia federale per le imposte abbia avviato il complesso processo che di solito non è immediato. La legge federale impedisce al presidente di ordinare all’Irs indagini fiscali sui contribuenti: se ciò dovesse avvenire i dipendenti sarebbero obbligati a riferirne a un ispettore generale. Ma, ha dichiarato Garber al Wall Street Journal, “sarebbe altamente illegale” se la Casa Bianca decidesse di passare dalle parole ai fatti. “Il messaggio che manderebbe al mondo dell’istruzione sarebbe terribile. Suggerirebbe che i disaccordi politici possono essere usati come base per porre una minaccia esistenziale a molte istituzioni accademiche”, ha detto Garber.

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