Da ambientalista la morte di Papa Francesco mi ha lasciato una tristezza infinita

di Antonella Galetta
Tutto è compiuto. La morte di Papa Francesco mi ha lasciato una tristezza infinita, ero abituata ad ascoltare ciò che aveva da dire in questo mondo troppo ingiusto e complesso. In questi anni come educatrice di Legambiente, oltre alle lezioni scientifiche che ho seguito per aggiornarmi sui temi ecologici nel 2017 acquistai l’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ ispirata a Francesco di Assisi al Santo che amava la natura, gli animali, il pianeta, perché volevo allargare i miei orizzonti.
Io ho trovato questo libro di Bergoglio, rivoluzionario, dal 2015 ha messo nero su bianco i principi dell’ambientalismo infatti l’enciclica inizia dicendo che dovremmo riconoscere la nostra madre Terra come una sorella, che in questo momento protesta per il male che le provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni, solo per noi a discapito di chi non ha nulla. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari autorizzati a saccheggiarla.
E quali sono ora le conseguenze? Papa Francesco ha parlato più volte della crisi climatica e di cosa dovremmo fare per arginare questo problema. Ma i capi di Stato che oggi ci rappresentano, non si sono impegnati su questo tema, anzi alcuni addirittura negano il problema. Una delle strade indicate è quella di provare a sentirci intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea.
L’enciclica inizia analizzando la crisi ecologica. La riflessione spazia dai problemi dell’inquinamento, connessi al divario tra i velocissimi tempi della tecnologia e quelli lenti della biologia, ai conseguenti cambiamenti climatici, dagli effetti spesso devastanti, fino al pericoloso diffondersi della cultura dello scarto. Nel terzo capitolo, la denuncia diventa fortemente sociale e politica: ecco perché io penso che molti dei grandi del mondo che erano al funerale di Papa Francesco, avrebbero potuto fare molto di più mettendo in pratica i suoi principi. Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico e politico sembrano concentrati soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercano di ridurre alcuni impatti negativi superficiali, senza andare alla radice della questione. Mai l’umanità ha avuto così tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene.
Ho sempre pensato che la Laudato Si’ fosse rivolta a credenti e non, perché in questo momento dovremmo essere tutti uniti nella volontà di risolvere i problemi del mondo in cui viviamo. La sua morte mi ha lasciato un senso di vuoto molto grande e penso anche a voi e l’unico conforto è stato quello di ripensare a ciò che lui ha scritto.
Il quarto capitolo è dedicato ad una proposta di un’ecologia che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda, partendo dal principio che tutto è connesso. Se ne deduce che la natura non può essere considerata come qualcosa di separato da noi o semplicemente un contorno. Il Papa si preoccupa dell’ambiente delle nostre città, in cui facciamo crescere i nostri figli, dice: “E’ necessario curare gli spazi pubblici, i punti di riferimento urbani, il nostro sentirci a casa all’ interno della città”. Francesco parla come un papà che si preoccupa di farci stare bene in armonia con la natura.
Non ci sono due crisi separate una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola crisi socio-ambientale: le soluzioni richiedono un approccio integrato, per combattere la povertà e prendersi cura nello stesso tempo dell’ambiente.
Il capitolo quinto propone alcune linee di azione in rapporto alle sfide ai compiti delineati: l’idea chiave è quella del dialogo a partire da quello ambientale internazionale, tra politica ed economia e tra religioni e scienze nel servizio alla causa ecologica. L’ultimo capitolo il sesto: educazione e spiritualità ecologica qui Francesco parla di cambiamento che l’umanità deve fare per salvaguardare il pianeta. Occorre, dice Francesco, puntare su un altro stile di vita, educando all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente, ed è questo l’impegno che noi educatori dobbiamo provare a trasmettere.
Ora sta a noi cristiani, atei prendere questo testo come eredità e metterlo in pratica nel nostro cammino che non è diverso da quello di Papa Francesco, quindi impegniamoci tutti a salvaguardare la nostra Casa Comune che sarà l’unica cosa che lasciamo ai nostri figli.