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L’Ucraina rifiuta la ‘proposta di pace finale’ di Trump. E lui attacca Zelensky: “Così perderà il Paese”

Salta il vertice di Londra nel quale Washington aveva pensato di proporre un accordo a Kiev. Ma i vertici dell'Ucraina non avevano intenzione di accettare i punti del piano
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I delegati americani speravano di tornare a Washington con l’ok di Kiev a quella che viene descritta come l’offerta finale” del presidente Donald Trump per porre fine al conflitto. Invece è finita con altra tensione tra i due presidenti e un nuovo ultimatum del tycoon all’Ucraina che, spiega, se continua con questo atteggiamento “combatterà altri tre anni e perderà ciò che gli resta del Paese“.

Il documento di una pagina presentato dagli Usa mette nero su bianco le condizioni per la pace per la Casa Bianca che ha anche ribadito la minaccia di abbandonare la mediazione se non si raggiungerà un accordo a breve. Invece, dopo le rivelazioni pubblicate da Axios sui contenuti della proposta, è arrivato l’annuncio che i colloqui per la pace con i ministri degli Esteri internazionali erano stati rinviati.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che l’incontro è saltato perché i partecipanti non sono stati in grado di concordare le posizioni su alcun punti. “Continuiamo i nostri contatti con gli americani. Non abbiamo contatti con gli europei né con gli ucraini”, ha detto, aggiungendo però che “Putin mantiene la sua apertura” a eventuali contatti con Europa e Ucraina “nell’interesse di una soluzione” del conflitto. Il vicepresidente Usa, JD Vance, lancia un avvertimento a entrambe le parti: “Dovrete rinunciare a parte dei vostri territori”. Mentre il presidente Usa tuona contro l’omologo ucraino per il suo rifiuto di cedere la Crimea: “Sono dichiarazioni incendiarie come quelle di Zelensky che rendono così difficile risolvere questa guerra”, ha dichiarato, in merito all’intervista rilasciata dal leader ucraino al Wall Street Journal nella quale ha chiarito che non riconoscerà mai la Crimea come russa. “Non ha nulla di cui vantarsi! La situazione per l’Ucraina è disastrosa, può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese. La dichiarazione rilasciata oggi da Zelensky non farà altro che prolungare il campo di sterminio“.

“Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky”, ha poi aggiunto Trump sul suo social Truth, “si vanta sulla prima pagina del Wall Street Journal che “l’Ucraina non riconoscerà legalmente l’occupazione della Crimea. Non c’è niente di cui parlare”. Questa affermazione è molto dannosa per i negoziati di pace con la Russia, dato che la Crimea è stata persa anni fa sotto gli auspici del presidente Barack Hussein Obama e non è nemmeno un punto di discussione. Nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo, ma se la vuole perché non hanno combattuto per ottenerla undici anni fa, quando è stata consegnata alla Russia senza sparare un colpo? L’area ospita anche, da molti anni prima della ‘consegna di Obama’, importanti basi sottomarine russe”.

La posizione di Trump è stata confermata dalla sua portavoce Karoline Leavitt durante un briefing con la stampa: Zelensky, ha accusato Leavitt, “ha cercato di contestare questi negoziati di pace sulla stampa, e questo è inaccettabile per il presidente. Questi dovrebbero essere negoziati a porte chiuse”. La pazienza del tycoon, avverte la portavoce, “sta per esaurirsi“: “Vuole fare ciò che è giusto per il mondo. Vuole vedere la pace. Vuole che le uccisioni finiscano, ma servono entrambe le parti in conflitto disposte a farlo, e purtroppo il presidente Zelensky sembra muoversi nella direzione sbagliata“.

Intanto il conflitto non si placa. Nuovo attacco russo contro i civili a Marganets, dove un drone si è abbattuto contro un bus uccidendo nove persone. Infine, tre esplosioni hanno scosso Mosca provocando un vasto incendio nel centro commerciale Moskva City. Le autorità russe, pochi minuti dopo, hanno dichiarato di essere riuscite a spegnere le fiamme, che non ci sono vittime e che i boati sono stati la conseguenza di un’auto incendiata.

Le trattative a Londra
Dopo il rinvio dell’incontro programmato dei ministri degli Esteri, una delegazione ucraina ha incontrato mercoledì a Londra l’inviato statunitense Keith Kellogg. Al termine del faccia a faccia, il consigliere della presidenza ucraina Andriy Yermak ha sottolineato su X che Kiev “durante i negoziati resta ferma sui suoi principi fondamentali, che sono alla base della nostra sovranità e integrità territoriale”. Yermak ha poi detto di aver sottolineato “che un cessate il fuoco immediato, completo e incondizionato deve essere il primo passo verso l’avvio di negoziati volti a raggiungere una pace giusta e duratura”: “Abbiamo espresso la speranza che questo sia in linea con la visione del presidente Donald Trump”, ha concluso.

L’offerta parallela di Putin (secondo FT e Guardian)
Contemporaneamente, emergono dettagli su una presunta offerta avanzata dal presidente russo Vladimir Putin all’inviato americano Steve Witkoff durante l’incontro tra i due a San Pietroburgo all’inizio di aprile. Secondo il Financial Times e il Guardian, Putin si sarebbe detto disposto a congelare l’attuale linea del fronte, rinunciando così alla pretesa (almeno per ora) di controllare l’intera estensione delle quattro regioni annesse (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia). Le condizioni di Putin per questo “congelamento”, sempre secondo le fonti, sarebbero il riconoscimento Usa della sovranità russa sulla Crimea e la garanzia che l’Ucraina non entri nella Nato. Una proposta accolta con scetticismo dagli europei, che temono sia solo una mossa tattica per attirare gli Stati Uniti al tavolo delle trattative alle condizioni di Mosca. Secondo Axios, che cita una fonte dell’amministrazione americana, Witkoff sarà venerdì a Mosca per un nuovo incontro con Putin.

La posizione di Kiev
Di fronte a questo complesso scenario diplomatico, la posizione ucraina appare ferma. Il presidente Volodymyr Zelensky, in un recente briefing, si è detto pronto a negoziati diretti con la Russia “con qualunque formato”, ma solo dopo un cessate il fuoco effettivo. Ha inoltre negato di star discutendo “alcun nuovo pacchetto di aiuti con gli Stati Uniti” e ha espresso il desiderio di incontrare Donald Trump a Roma questa settimana, in occasione dei funerali di Papa Francesco, a cui parteciperà anche il presidente Usa. Fonti citate dal Guardian, inoltre, riferiscono che la Russia avrebbe offerto a Washington la disponibilità a rinunciare alle rivendicazioni sulle parti dell’Ucraina che non occupa, ma che Zelensky avrebbe già comunicato alla Casa Bianca l’impossibilità per Kiev di approvare la proposta statunitense così com’è formulata, in particolare per il riconoscimento, seppur “non ufficiale”, delle occupazioni. L’Ucraina potrebbe forse accettare un cessate il fuoco lungo le linee attuali, ma solo a patto di non essere costretta a riconoscere l’occupazione come permanente o legale. Una posizione che si scontra con quella espressa a febbraio dal Segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, che aveva definito “irrealistica” la richiesta di Kiev di tornare ai confini pre-2014. Di certo, Kiev ha ribadito che non cederà facilmente alle richieste russe: “Mentre la delegazione ucraina incontra oggi i partner a Londra, riaffermiamo una posizione di principio: l’Ucraina è pronta a negoziare, ma non ad arrendersi”.

Il sostegno Ue a Kiev
A Bruxelles non è piaciuta la mossa americana di proporre l’annessione definitiva della Crimea alla Russia. Tanto che Guillaume Mercier, portavoce della Commissione europea, ha ribadito che la posizione dell’Ue rimane quella del sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina che prevede la restituzione di tutti i territori annessi dal 2014: “Siamo al fianco dell’Ucraina” con l’impegno a sostenerne “la sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Per quanto riguarda la Crimea, la nostra posizione è davvero chiara, la Crimea è Ucraina”.

Il nuovo attacco ai civili
Mentre la diplomazia lavora febbrilmente, la guerra sul terreno non si ferma. Il Ministero della Difesa russo ha annunciato l’abbattimento di 10 droni ucraini stanotte su 5 regioni russe. E, sul fronte opposto, un attacco russo con drone su un autobus a Marganets, nell’Ucraina sudorientale, ha causato oggi la morte di 9 persone e il ferimento di oltre 30, come denunciato dal governatore regionale Sergy Lysak.

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