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“Scavalcare il voto del Parlamento sul riarmo Ue è illegittimo”: Eurocamera contro la mossa di von der Leyen

La mossa della Commissione era già stata bocciata dal servizio giuridico. M5S: "Punita l'arroganza". Lega: "Von der Leyen cercava una scappatoia per riarmare l'Ue". Adesso il Berlaymont si trova di fronte a una decisione: accettare il voto dell'Eurocamera o andare avanti, col rischio di un ricorso di fronte alla Corte di Giustizia Ue
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La commissione giuridica del Parlamento europeo (JURI) ha bocciato all’unanimità la decisione di Ursula von der Leyen di scavalcare l’Eurocamera per far approvare il suo piano di riarmo europeo (ReArm Eu) da 800 miliardi. Il ricorso della presidente della Commissione all’articolo 122 de Trattati, che permette in casi straordinari e di emergenza di approvare provvedimenti senza l’ok del Parlamento, era stato dichiarato illegittimo dal servizio giuridico del Parlamento europeo, così 24 eurodeputati su 25 (il presidente non vota) facenti parte della Commissione hanno appoggiato la decisione dei legali.

Il voto apre un caso all’interno delle istituzioni europee che, adesso, dovranno stabilire se e come andare avanti con la proposta di riarmo arrivata da Palazzo Berlaymont. La richiesta del parere legale, nei casi in cui si ricorre all’articolo 122, scatta in automatico, così come successe per la procedura di emergenza sul Sure, lo strumento di sostegno temporaneo europeo agli Stati colpiti dalla pandemia di Covid-19, che in quell’occasione ottenne l’ok dei legali dell’Eurocamera. Il fatto che, questa volta, la bocciatura della commissione JURI sia arrivata all’unanimità ha però un valore politico: anche agli eurodeputati della nuova maggioranza Ursula, compresi quelli della sua famiglia europea (Ppe), non è affatto piaciuto essere scavalcati dalla Commissione riguardo a un dossier da 800 miliardi di euro che potrebbe ridisegnare i piani di difesa europei per i prossimi anni. E così hanno deciso di esprimere tutti la loro contrarietà.

Adesso alla presidente della Commissione rimangono due strade da percorrere. Può tornare sui suoi passi e accettare che il via libera al suo piano di riarmo debba passare anche dall’ok dell’Eurocamera, oppure può ignorare il parere legale del Parlamento, il voto compatto della commissione JURI e, ritenendo di aver utilizzato correttamente e legittimamente l’articolo 122 dei Trattati, andare avanti cercando la sola approvazione del Consiglio Ue. Una strategia che potrebbe rivelarsi rischiosa, quest’ultima, perché potrebbe portare il suo operato sulla scrivania dei giudici della Corte di Giustizia europea.

Le reazioni
I primi a reagire dopo il voto in commissione JURI sono gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle che, in una nota, dicono: “L’arroganza di Ursula von der Leyen è stata sconfitta. La presidente della Commissione europea pensava di approvare il piano sul riarmo utilizzando un codicillo nei Trattati, ma con un sussulto di dignità il Parlamento europeo l’ha respinta”. Duro anche il coordinatore del gruppo The Left in JURI, Mario Furore (M5S), che ha dichiarato: “All’unanimità gli europarlamentari hanno considerato valide le ragioni del parere del servizio giuridico del Parlamento europeo, le cui conclusioni non lasciavano dubbi, scavalcare il Parlamento europeo e non coinvolgerlo nel processo decisionale sul piano da 800 miliardi di euro per riarmare l’Europa è illegale, mancano i criteri di urgenza, le motivazioni del ricorso all’articolo 122 e non viene rispettato il principio di sussidiarietà tenuto conto che le competenze in materia di difesa e politica sono in capo agli Stati membri. Ursula von der Leyen viene sconfessata e noi siamo pronti a portare il caso alla Corte di Giustizia europea denunciando l’abuso di potere della Commissione e la mancanza di controllo democratico nelle fasi di approvazione del piano sul riarmo”.

Anche la Lega ha commentato l’esito delle votazioni definendo la mossa di von der Leyen una “scappatoia per sottrarsi al giudizio del Parlamento e dei rappresentanti eletti dai cittadini. Una sconfitta politica per von der Leyen e per chi, mentre nel mondo c’è chi lavora per la pace, parla di armi, munizioni, missili e carri armati e accelera sull’escalation militare. Una follia che va fermata”.

Il parere dell’ufficio legale
Le motivazioni fornite dai legali dell’Eurocamera sulla decisione di considerare scorretto il ricorso di von der Leyen all’articolo 122 avevano in parte delegittimato la mossa della capa della Commissione. Nel testo di 11 pagine si spiega che l’applicazione di quello specifico punto inserito nei Trattati è valida solo nel caso in cui “uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà”. Situazione che non corrisponde, spiegano, a quella attuale riguardo i piani di difesa Ue. La mossa della Commissione, aggiungono, oltre che “inappropriata” è anche “non adeguatamente giustificata“.

Tra i punti più controversi del piano von der Leyen, sostengono i legali, c’è quella che riguarda le procedure di appalti e accordi con l’industria militare. Questa parte, spiegano, avrebbe dovuto riferirsi “all’articolo 173, paragrafo 3, dei Trattati. Considerata isolatamente, l’assunzione e erogazione di prestiti” avrebbe anche potuto procedere con l’articolo 122, quello citato da von der Leyen, ma qui non si tratta di semplici aiuti economici, ma di un piano industriale a medio-lungo termine, elemento che fa perdere quell’urgenza richiamata dall’articolo stesso come condizione sine qua non. Tanto che il documento suggerisce di dividere in due ReArm Eu per evitare problemi, facendo seguire al piano industriale un iter diverso.

X: @GianniRosini

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