Una Difesa comune per ottenere “la pace attraverso la forza”, perché la pace “non può più essere data per scontata”. Ursula von der Leyen mette in campo tutti i suoi mantra di fronte al Parlamento europeo per convincere gli eurodeputati a votare a favore della risoluzione sulla sua proposta di riarmo dell’Unione europea, Rearm Europe, il piano in cinque punti da 800 miliardi di euro per aumentare la spesa europea nel settore della Difesa. La capa del Berlaymont cita De Gasperi e parla della necessità di armarsi in nome della deterrenza, in un momento storico in cui “l’ordine di sicurezza europeo è scosso e molte delle nostre illusioni sono state infrante”. È con tutte queste premesse che arriva poi al punto centrale del suo intervento, quello che più fa storcere la bocca a diversi partiti in tutta Europa: “Mobilitare i bilanci nazionali“. Mercoledì scoprirà se il suo appello verrà ascoltato da una Plenaria che prima ha tentato di scavalcare e che poi ha chiamato al voto con una rapidità che ha reso difficile per alcuni gruppi risolvere le divisioni interne. Col rischio che questo tolga voti anche al suo progetto di riarmo dell’Europa.

“Dopo la fine della Guerra Fredda, alcuni credevano che la Russia potesse essere integrata nell’architettura economica e di sicurezza dell’Europa. Mentre altri speravano che potessimo contare indefinitamente sulla piena protezione dell’America. E così abbiamo abbassato la guardia”, ha esordito la leader del Berlaymont nel suo discorso di oltre 11 minuti. Quindi, ha aggiunto, “abbiamo tagliato la nostra spesa per la difesa da una media di routine di oltre il 3% a meno della metà. Pensavamo di godere di un dividendo di pace. Ma in realtà, stavamo solo gestendo un deficit di sicurezza. Il tempo delle illusioni è ormai finito. L’Europa è chiamata a prendersi maggiormente cura della propria difesa. Non in un futuro lontano, ma già oggi. Non con passi graduali, ma con il coraggio che la situazione richiede. Abbiamo bisogno di un’impennata nella difesa europea. E ne abbiamo bisogno ora”, rimarca.

Il piano per la spesa militare dell’Europa – “Oggi spendiamo poco meno del 2% del nostro Pil per la difesa. Ogni analisi concorda sul fatto che dobbiamo spostarci oltre il 3% – dice -. L’intero bilancio europeo raggiunge solo l’1% del nostro Pil. Quindi – continua – è ovvio che la maggior parte dei nuovi investimenti può provenire solo dagli Stati membri. Ecco perché stiamo attivando la clausola di salvaguardia nazionale, prevista dalle nostre nuove regole fiscali – spiega -. Si tratta di un nuovo strumento creato solo l’anno scorso. E proponiamo di attivarlo in modo controllato, vincolato e coordinato per tutti gli Stati membri. Ciò può trasformare rapidamente ed efficacemente i nostri bilanci della difesa. Gli Stati membri potrebbero mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, aggiungendo l’1,5% del Pil ai loro bilanci della difesa in 4 anni. È una cifra enorme. E tuttavia il Consiglio europeo ci ha incaricato di esplorare ulteriori misure per facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale, garantendo al contempo la sostenibilità del debito”. Per questo, continua, l’utilizzo dei fondi di di coesione per il RearmEu “è una possibilità che stiamo offrendo agli Stati membri. Gli Stati membri avranno la possibilità di reindirizzare alcuni dei loro fondi non impegnati verso progetti legati alla difesa. Potrebbe trattarsi di infrastrutture o di ricerca e sviluppo. Si tratta di una scelta volontaria. Spetterà al Parlamento e al Consiglio decidere su questa opzione aggiuntiva”. Il piano, inoltre, “prevede anche misure per mobilitare gli investimenti privati, con la Banca europea per gli investimenti e l’imminente Unione del risparmio e degli investimenti. Permettetemi di aggiungere che he tutto ciò avrà ricadute positive anche per la nostra economia e la nostra competitività“, ha sottolineato von der Leyen. “Tutti vorremmo vivere in tempi più tranquilli. Ma sono fiduciosa che, se liberiamo la nostra potenza industriale, possiamo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di danneggiarci. È tempo di costruire un’Unione Europea di Difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l’unità e la forza”, ha concluso.

Il confronto tra Russia ed Europa – Poi passa alla disamina dell’apparato militare di Mosca e al confronto con l’Europa. “Sappiamo che il complesso militare russo sta superando il nostro. Se consideriamo la spesa militare in termini reali, il Cremlino sta spendendo più di tutta l’Europa messa insieme – ha dichiarato von der Leyen -. La produzione europea è ancora su un ordine di grandezza inferiore”. A oggi l’Unione europea spende in armi il doppio della Russia e più della Cina, ma secondo Von der Leyen – sostenitrice “di un mercato unico della difesa” per il Vecchio Continente – è ancora troppo poco. Per questo lo scorso 4 marzo, in occasione della presentazione di “Rearm Europe“, aveva dichiarato che la spesa militare russa corrispondeva al 9% del Pil. Ma avere stime precise da Mosca è tutt’altro che semplice: secondo le cifre contenute nei bilanci, il dato per il 2025 sale ma si ferma al 6,3% del Pil. Se si aggiungono anche le spese per la “sicurezza”, si arriva all’8%. Sono i valori più alti dai tempi della Guerra Fredda, paragonabili a quello che contraddistinguevano l’Unione Sovietica. Sono però circa un terzo al di sotto rispetto a quanto indicato dalla presidente della Commissione. Inoltre, nel 2023, la spesa russa era ancora al 4,4% del Pil. Da ricordare inoltre che l’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica diretto da Carlo Cottarelli ha rifatto i conti e la spesa militare europea nel 2024 risulta superiore del 58% a quella russa, nonostante Mosca sia impegnata da tre anni in una guerra che gonfia il bilancio delle sue forze armate. Per quanto invece riguarda la produzione di materiale bellico, già nel 2024 un rapporto della Nato evidenziava la netta superiorità della Russia, in grado di produrre il triplo delle munizioni che Stati Uniti e Unione Europea potevano fornire a Kiev.

Alcide de Gasperi disse – ricorda von der Leyen – ‘Non abbiamo bisogno solo della pace tra noi, ma di costruire una difesa comune. Non si tratta di minacciare o conquistare, ma di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno, mosso dall’odio contro un’Europa unita. Questo è il compito della nostra generazione'”. Dai tempi della Ced, la Comunità Europea di Difesa (respinta dall’Assemblea Nazionale francese nell’agosto 1954, ndr), prosegue von der Leyen, “sono passati settant’anni, ma la nostra generazione si trova di fronte allo stesso identico compito. Questo è il momento di una difesa comune”, precisa. L’accento del discorso davanti alla plenaria è proprio sulla “gamma di minacce che affrontiamo si sta ampliando di giorno in giorno – spiega -. Il Parlamento europeo ha sostenuto per anni che l’Europa doveva fare di più. E avevate assolutamente ragione. In quest’epoca più pericolosa, l’Europa deve intensificare. E questo è l’obiettivo del piano che ho presentato ai leader la scorsa settimana. La sua logica è semplice: vogliamo utilizzare ogni singola leva finanziaria a nostra disposizione per rafforzare e accelerare la nostra produzione di difesa. Con il piano REARM Europe, possiamo mobilitare fino a 800 miliardi di euro”.

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