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Eurogate, i pm belgi all’assistente di Martusciello: “Pronti a ritirare il mandato d’arresto per sentirla”

Il giudice istruttore si è detto disponibile a revocare il mandato di arresto in cambio della sua disponibilità a rimanere in Belgio da persona libera
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L’opposizione all’estradizione per motivi di salute sta impedendo alla giustizia belga di sentire quella che è considerata una delle protagoniste del nuovo scandalo corruzione al Parlamento europeo, Lucia Luciana Simeone. L’assistente del capodelegazione di Forza Italia a Bruxelles, Fulvio Martusciello, era stata arrestata nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte mazzette girate dai lobbisti di Huawei ad alcuni eurodeputati in cambio di pressioni sull’Eurocamera e poi messa ai domiciliari. Ma l’obiettivo degli inquirenti è quello di ascoltare la sua versione, evidentemente considerata fondamentale, con lo scopo di incastrare politici e dipendenti della multinazionale. Per questo le hanno offerto di recarsi autonomamente in Belgio senza che il viaggio comporti il rischio di essere incarcerata.

Tutto nasce dalle udienze che si sono già tenute a Napoli sulle richiesta di estradizione della donna avanzata da Bruxelles. Gli avvocati dell’assistente hanno opposto a essa motivi di salute che, a loro dire, impedirebbero alla donna di sostenere la detenzione all’interno delle carceri belghe. Se inizialmente la Procura federale poteva pensare di sbloccare la situazione fornendo tutta la documentazione richiesta dai legali della difesa, adesso la strategia sembra essere cambiata. Così, il giudice istruttore belga si è detto disponibile a revocare il mandato di arresto europeo e l’iscrizione al sistema Schengen (SIS), previa autorizzazione della Corte di Appello di Napoli, purché la collaboratrice di Martusciello si renda disponibile a rimanere in Belgio e a parlare con gli inquirenti per almeno due settimane, da persona libera.

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