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Don Patriciello va a trovare in carcere Fabio Cagnazzo, il colonnello dei carabinieri accusato dell’omicidio del sindaco Vassallo

Il simbolo dell’anticamorra a Caivano in passato aveva usato parole dure contro un altro militare, braccio destro dell'ufficiale
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Don Maurizio Patriciello è il simbolo dell’anticamorra a Caivano. Di sua iniziativa è andato a recare conforto in carcere al colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, dietro le sbarre perché accusato di aver ucciso nel 2010 il sindaco di Pollica Angelo Vassallo per proteggere un giro di droga capeggiato da un referente dei clan. Don Patriciello è lo stesso prete che il 16 novembre scorso a Pomigliano d’Arco, durante la presentazione di un libro sul narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, disse: “Fanno più danni uomini delle istituzioni corrotti – carabinieri, politici, o chicchessia – che la camorra”. E poi aggiunse: “Ha fatto più male al Parco Verde di Caivano il carabiniere Lazzaro Cioffi detto Marcolino che tutti i camorristi del rione messi insieme”. Marcolino Cioffi è anche lui in carcere per l’omicidio Vassallo. Con le stesse accuse di Cagnazzo. Era il suo braccio destro. Ed in più ha una condanna per droga e collusioni con il clan Fucito di Caivano.

C’è una contraddizione in questo? Volevamo chiederlo a don Maurizio, che però con grande cortesia ha detto che non intendeva fare commenti su circostanze che riflettono la sfera privata dei rapporti tra un sacerdote e un fedele.

Secondo Dario Vassallo, fratello del sindaco ucciso e presidente della Fondazione che da quasi 15 anni si batte per la verità sul delitto, “nulla da dire su don Patriciello, non credo che la sua visita sia un segnale innocentista, è solo un messaggio di cristianità. È giusto che un uomo di chiesa incontri un indagato dell’uccisione di un sindaco. L’accusa è così infamante, specie se rivolta a un carabiniere, che penso che questi abbia bisogno di aiuto”. Il 5 settembre 2018, ottavo anniversario dell’assassinio di Vassallo, don Patriciello partecipò ad Acciaroli a un dibattito organizzato dalla Fondazione Vassallo. Anche in quell’occasione il sacerdote andò giù durissimo contro Cioffi. All’epoca era già in carcere per reati di droga e camorra, ma solo indagato per l’omicidio del sindaco pescatore.

A rivelare la notizia della trasferta di Patriciello nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere sono il Mattino e l’edizione napoletana di Repubblica. “Un colloquio pieno di umanità e commozione”, riferiscono le cronache, pregne del ricordo dell’impegno di Cagnazzo nella lotta contro la camorra e la Terra dei Fuochi. Il Mattino riporta anche le dichiarazioni del legale di Cagnazzo, Ilaria Criscuolo, pontiera dell’incontro autorizzato dal Gip di Salerno: “A questo punto abbiamo interesse ad arrivare al più presto possibile alla celebrazione del processo, per poter dimostrare le nostre ragioni nel corso di questa vicenda”. Nei giorni scorsi erano circolate le foto della visita di don Patriciello ai familiari di Cagnazzo. Le aveva pubblicate il 13 febbraio sul suo profilo la sorella del colonnello: “Oggi don Maurizio, molto vicino a Fabio, è venuto a donarci la Fede e la Speranza. Grazie”.

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