“Pensavo che oggi sarebbe stato il giorno della mia morte. Pensavo ai miei due figli, che forse non li avrei mai più rivisti“. Hellen è una studentessa della scuola di Orebro, a 200 chilometri da Stoccolma, dove un 35enne incensurato è entrato e ha sparato, uccidendo 11 persone. Tra i morti c’è anche lui: dopo l’attacco, si è suicidato. Cinque le persone ferite: sono state tutte operate, e due rimangono in terapia intensiva. Il killer si chiamava Rickard Andersson e aveva 35 anni: il suo vero nome sarebbe però Jonas Simon, avrebbe cambiato le sue generalità qualche anno fa. Si trattava di “una persona schiva”, affermano i parenti, mentre alcuni compagni di scuola ricordano che veniva spesso deriso. Negli ultimi tempi aveva inoltre attraversato una fase critica della propria vita, chiudendosi in sé stesso e azzerando i contatti col mondo esterno. L’uomo è entrato nel campus Risbergska con in mano una custodia a forma di chitarra. Poi, dopo avere un po’ girovagato nel cortile – scrive il sito svedese Aftonbladet – va in bagno e da quella custodia estrae un fucile da caccia, regolarmente detenuto: inizia a camminare lungo i corridoi della scuola, dove gli studenti – tra i quali molti immigrati e disabili – corrono disperati cercando di sfuggire alla sua violenza.

I colpi di arma da fuoco hanno scatenato il panico: una professoressa ha portato i suoi 15 studenti fuori, di corsa. Poi ha iniziato a vedere altri ragazzi che trascinavano fuori dall’edificio corpi insanguinati. Nelle aule intanto altri studenti e insegnanti inviavano messaggi di allarme agli amici e colleghi, avvertendoli di stare lontani. “Sono nascosto in una stanza, sparano, ti amo”, ha scritto un docente alla partner temendo il peggio. “Abbiamo sentito molti colpi, poi c’è stato un lungo periodo di calma, quasi mezz’ora. Poi di nuovo gli spari“, hanno raccontato altri due docenti che si erano barricati in un ufficio.

La polizia ha escluso qualsiasi pista ideologica dietro la strage che, ha dichiarato il primo ministro svedese Ulf Kristersson, è stata la “peggiore sparatoria di massa” nella storia della Svezia. “Oggi abbiamo assistito a una violenza brutale e mortale contro persone completamente innocenti. Molte domande rimangono senza risposta e nemmeno io posso fornire quelle risposte. Ma verrà il momento in cui sapremo cosa è successo, come è potuto accadere e quali potrebbero essere i motivi. Non facciamo supposizioni“. Gli attacchi nelle scuole del resto sono molto rari in Svezia. Secondo le stime ufficiali, fino a oggi si contavano 10 morti in 7 episodi di violenza nell’arco di oltre dieci anni, dal 2010 al 2022.

Dopo la sparatoria – Gli agenti, in assetto da guerra, hanno effettuato una perquisizione nella casa dove si ritiene vivesse l’aggressore. “Non ne so nulla”, ha detto il padre ai reporter che lo hanno contattato una volta arrivati sulla scena del raid. “È davvero inquietante. Cosa è successo?”, ha chiesto l’uomo ai giornalisti rimanendo allibito quando gli hanno raccontato la vicenda: “Deve essere impossibile”, ha sussurrato prima di chiudere la comunicazione. “Ha agito da solo”, ha detto il responsabile della polizia escludendo che si tratti di un atto di terrorismo anche sulla base dei riscontri con i servizi segreti del Paese. La struttura, il Campus Risbergska, è un centro di formazione per adulti che non hanno completato le scuole primarie o secondarie. E ci sono anche altri centri educativi, come quelli per i corsi di svedese ai migranti. In tutto sei istituti sono stati isolati per diverse ore dalla polizia che temeva in giro ci potessero essere dei complici del killer. Poi l’incubo è finito, a decine hanno lasciato la struttura.

La tensione sociale – Negli ultimi anni le sparatorie e le esplosioni in Svezia sono notevolmente aumentate, e sono specialmente legate alle gang giovanili nelle aree periferiche. Ad appartenervi, secondo le stime delle autorità, sono circa 60mila persone, la maggior parte delle quali minorenni. E quelli pronti a compiere atti di violenza, spesso dietro corrispettivi di migliaia di euro, sono circa 1700. Il tasso di omicidi è tra i più elevati in Europa. A gennaio si è verificata un’esplosione al giorno: l’anno scorso, invece se ne sono verificate complessivamente 317. La tensione in ambito sociale legata alla violenza era già forte ai tempi della pandemia Covid.

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