È un Paese con un passato di welfare perfetto, di accoglienza e di sforzi per l’integrazione. E con un presente di conflitti etnici, criminalità cruenta in continua ascesa, classe politica debole e suprematisti forti. Per raccontare questa Svezia così cambiata, partiamo dalla cronaca di fine agosto. Una rivolta nel quartiere più malfamato di Malmö, Rosengård, dove si concentra gran parte della popolazione immigrata, legalmente e non, e dove vivono alcune delle più efferate bande criminali, che si contendono traffici illeciti, utilizzando un arsenale infinito proveniente dai Balcani.

Circa trecento persone si sono ritrovate con lo scopo dichiarato di manifestare contro l’Islam. Al culmine della rivolta, viene bruciato un Corano. La polizia interviene e le immagini ci restituiscono agenti impreparati, in evidente inferiorità numerica. Gli agenti fuggono dalle sassaiole dei rivoltosi che, con il volto coperto dal cappuccio, colpiscono tutto e tutti. Sassi. Mazze. Grossi petardi. Auto in fiamme. La legge svedese sulla libertà d’espressione non impedisce queste manifestazioni. Modificarla avrebbe dovuto essere il primo atto dopo le elezioni del 2018, che hanno portato ad un fragilissimo e variopinto governo di minoranza, guidato dal socialdemocratico Stefan Löfven. Ma niente.

Negli ultimi anni la Svezia ha registrato una serie di episodi gravi per mano di suprematisti inneggianti il potere bianco. In particolare nel Sud del Paese, dove le coste offrono facile transito ai clandestini, soggetti poi ad una vita di espedienti, ed il confine con la Danimarca agevola i raduni ai componenti danesi e tedeschi dei gruppi estremisti organizzati, come i Soldati di Odino e il Movimento di Resistenza Nordica (NMR). Esattamente un anno fa il capo della Säpo, l’Intelligence svedese, Klas Friberg aveva lanciato l’allarme. “ L’ambiente del ‘white power’ è in crescita e aumenta il rischio che più persone possano essere ispirate a commettere omicidi o gravi crimini violenti. L’ideologia estremista di destra pro-violenza, finora limitata a una cerchia di persone ristretta e organizzata sta cambiando. Vediamo che aumenta la propaganda e che individui ai margini della società possono facilmente cadere nel processo di radicalizzazione, online”.

Friberg aveva anche correlato la situazione svedese con la serie di stragi che avevano segnato il mondo, dal massacro di Christchurch in Nuova Zelanda di marzo 2019 contro i musulmani, a quello di El Paso dell’agosto 2019 che aveva nel mirino ispanici e latino americani, a ritroso fino alla strage di Utøya del 2011, in Norvegia. Nell’ultima rivolta registrata a Rosengård l’ideologia si vestiva di religione, con il corano al rogo e con paralleli slogan antisemiti, ma il senso profondo non cambia.

La voce più autorevole e preparata in materia è Expo, la rivista online specializzata nello studio e nel monitoraggio degli estremismi di destra. Fondata dal celebre scrittore e giornalista Stieg Larsson, autore della trilogia Millennium, e oggi diretta da Daniel Poohl la testata ha recentemente studiato uno dei gruppi più aggressivi e meglio organizzati, il Nmr. Grazie ad una fonte interna ha appurato che i membri si sentono pronti a sacrificare le loro vite per una imminente guerra razziale, e che molti non rientrano nello stereotipo nazista perché appaiono eloquenti, raffinati ed umili.

Alle scorse elezioni del 2018 si presentarono con un loro partito, che ottenne solo 2.106 voti. Sempre secondo gli studi di Expo però, le loro attività criminose sono passate dalle 2.660 del 2017, alle 3.939 del 2018. Il Movimento ha firmato tra il 2017 e il 2019 azioni e minacce contro politici, istituzioni, giornalisti in prima linea contro il razzismo. La più plateale, la parata in divisa militare e svastiche a Göteborg, nel 2017, davanti alla sinagoga, nel “giorno dell’espiazione”, la ricorrenza più solenne per gli ebrei. Fino allo scorso novembre, quando davanti ad alcuni comuni di Malmö i politici trovarono appesi fantocci grandi come persone, impiccati.

Expo ha anche evidenziato negli anni come alcuni esponenti dei Democratici di Svezia (SD), il partito di estrema destra svedese, presenti nei consigli comunali, avessero avuto un passato da attivisti o da simpatizzanti del NMR o dei Soldati di Odino. Jimmie Åkesson, il leader di Sd che in dieci anni ha portato il movimento al 18% dei consensi, si smarca dai violenti, continuando però a puntare sulla necessità di una nuova legge per la politica immigratoria e un restringimento dei criteri per concedere l’asilo ai richiedenti. Un messaggio che arriva dritto alle pance degli svedesi, sempre più interessati alla sicurezza che a qualsiasi altro argomento. Negli ultimi dieci anni, secondo il Brå, il Consiglio nazionale per la Prevenzione dei crimini, i reati sono aumentati del 13%, ed in particolare nel 2018 il 26,4% della popolazione ha dichiarato di esser stata vittima di reati contro la persona.

Mats Löfving, vice capo della polizia nazionale, ha recentemente dichiarato di aver mappato quaranta reti criminali che si basano sulla famiglia e che operano in Svezia. Dodici di queste nella sola area di Västra Götaland e Halland. A spaventare di più, sono le sparatorie tra bande che si contendono traffici illeciti, che colpiscono a morte innocenti, l’ultima una bambina di 12 anni uccisa in un sobborgo a sud-ovest di Stoccolma, l’agosto scorso. Secondo il ricercatore e analista presso la Polizia nazionale Joakim Sturup “assistiamo ad un’escalation della gravità della violenza. Dal 2011 ad oggi il ricorso ad armi automatiche nel corso di sparatorie che avvengono in città e in pieno giorno, è aumentato del 50%” .

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